Withdraw parliamentarians from blacklists, normalise political relations with Russia

COMUNICATO STAMPA GUE/NGL

Brussels, 26 October 2015

Following the visit of a delegation of five GUE/NGL MEPs to Moscow last week, GUE/NGL is calling for all European and Russian parliamentarians to be removed from the blacklists that were established on both sides earlier this year, and for direct dialogue to be resumed between the EU and Russia.

In Moscow, the GUE/NGL delegation met with representatives of the State Duma, the Federation Council, the Eurasian Economic Commission, the Federation of Independent Trade Unions and civil society activists.

GUE/NGL President, Gabi Zimmer, stated: “For several months now, the official contact between the European Parliament, the State Duma and the Russian Federation Council have been frozen. In view of the dramatic developments in many regions of the world which can only be solved through coordinated policies of the global community, we as the left group in the European Parliament took initiative to contribute to restoring dialogue between the EU and Russia.”

“Parliaments should play a key role in this situation of tense relations between the EU and Moscow. The delegations of the European Parliament and the State Duma must urgently resume their direct dialogue. Therefore, as a first step, we call for the immediate withdrawal of all parliamentarians from the blacklists of the EU and the Russian Federation,” Ms Zimmer continued.

GUE/NGL Vice-President, Neoklis Sylikiotis, commented: “The sanctions that were imposed on Russia by the EU have negative consequences on the people. It is highly important to find a peaceful solution and the parliaments have a very important role to play in this situation. Unfortunately, the sanctions that were imposed on the members of the State Duma exclude any possibility of resuming the direct dialogue with the EU. Therefore, we urge the EU to withdraw the parliamentarians from the blacklist and normalise political relations with Russia.

Italian MEP, Barbara Spinelli, also commented: “The situation we witnessed in Moscow is cause for profound concern. Each initiative of the Russian government – the reaction to NATO expansion at the EU’s Eastern borders in the Ukraine, the Eurasian Economic Community, the Russian military intervention in Syria – is interpreted in Europe as a provocation or a disturbing factor, and this misconception contributes to deep resentment among the Russian elite.”

Ms Spinelli continued: “The Cold War is back, but without the codes of conduct and the deconflicting elements which distinguished it. Instead of a sober evaluation of Russia’s interests, EU member states tend to passively fall in line with the US administration. The post-war ‘roll-back’ doctrine is being revived, rather than Cold War or containment policies. This is perhaps in the interest of the US administration, whose aim is either the preservation of the unipolar world disorder established after the end of the Cold War or improvised bilateral arrangements with Moscow behind Europe’s back. In any case, it’s not in the interest of the European Union”.

Vice–Chair of the EU-Russia Delegation and GUE/NGL MEP, Jiří Maštálka, added: “Apart from high-level political diplomacy we have to support and reinforce popular diplomacy. For example, in the field of culture and science in which there is a long tradition of mutually beneficial relations between the EU and Russia. These include the cooperation with RUDEN (People’s Friendship University of Russia), the student exchange programme with the Volgograd State University, the Erasmus Plus programme, and the common activities of the sister cities of Volgograd, Russia and Ostrava, Czech Republic. Students, young artists and talented scientists must not be taken as hostages of the difficult current political situation”.

German MEP, Helmut Scholz, also participated in the mission to Moscow.

GUE/NGL vota contro la Relazione d’iniziativa “Prevenzione della radicalizzazione e del reclutamento di cittadini europei da parte di organizzazioni terroristiche”

COMUNICATO STAMPA

Bruxelles, 19 ottobre 2015

Questo pomeriggio, la Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari interni (LIBE) del Parlamento europeo ha votato a favore la Relazione d’Iniziativa Prevenzione della radicalizzazione e del reclutamento di cittadini europei da parte di organizzazioni terroristiche, redatta dalla deputata francese del Partito Popolare Europeo Rachida Dati.

Il Gruppo GUE/NGL ha presentato 95 emendamenti alla versione iniziale della Relazione e ha lavorato, nel corso di tutto il processo che ha portato a questo voto, a stretto contatto con varie ONG che operano nel settore dei diritti fondamentali.

Barbara Spinelli, Relatore Ombra per il Gruppo GUE/NGL, ha dichiarato:

«Alcune delle nostre linee rosse sono purtroppo state integrate nel testo finale, come la richiesta di un maggiore controllo dei confini esterni dell’Unione, il rafforzamento delle Agenzie europee quali EUROPOL, la richiesta di una piena cooperazione con i paesi terzi, inclusa la Lega Araba, nonché l’impegno a lavorare verso la finalizzazione, entro la fine dell’anno, della Direttiva sul PNR europeo. Per il nostro Gruppo è altresì problematico l’approccio adottato riguardo alla prevenzione della radicalizzazione su internet, che prevede una responsabilità legale in capo alle società di internet e ai gestori di servizi di cooperare con le autorità degli Stati Membri al fine di cancellare i contenuti illegali su internet nonché il compito, per tali società, di promuovere, in cooperazione con le autorità, narrative positive. A cui si aggiunge la richiesta rivolta agli Stati Membri di istituire un’Unità Speciale volta a facilitare l’individuazione e l’eliminazione dei contenuti illegali su internet.

«In ogni caso il nostro Gruppo ha conseguito vari successi, come quello sull’introduzione di misure di prevenzione, tra cui i programmi educativi nelle prigioni volti al reinserimento dei detenuti e i programmi di supporto per i lavoratori in prima linea, finanziati attraverso investimenti sociali a lungo termine da parte degli Stati Membri. Abbiamo inoltre ottenuto miglioramenti riguardo al ruolo della scuola e dell’istruzione come strumento per prevenire la radicalizzazione attraverso la promozione di corsi di tolleranza e diritti umani, e abbiamo affrontato i fattori socio-economici che conducono a emarginazione chiedendo investimenti in progetti sociali e di vicinato volti a combattere l’emarginazione economica e geografica.

«Siamo riusciti infine ad ottenere l’adozione di una serie di richieste rivolte agli Stati Membri, ad esempio quella di implementare diligentemente gli strumenti dell’Unione Europea contro la discriminazione e adottare misure efficaci per affrontare la discriminazione, l’incitamento all’odio e i reati di odio, nonché incoraggiare gli Stati Membri ad adottare azioni immediate contro il sovraffollamento delle carceri, che continua ad essere un grave problema in molti Stati Membri.

«Per concludere, siamo riusciti ad evidenziare nel rapporto che una strategia per contrastare l’estremismo, la radicalizzazione e il reclutamento di terroristi all’interno dell’UE può funzionare solo se si sviluppa in parallelo ad una strategia di integrazione, inclusione sociale, reinserimento e de-radicalizzazione dei cosiddetti “combattenti stranieri rimpatriati”».


Si veda anche:

Combattenti stranieri e terrorismo: critiche a Rachida Dati
Prevenzione della radicalizzazione e del reclutamento di cittadini europei da parte di organizzazioni terroristiche

Premio al whistleblower all’origine di LuxLeaks

COMUNICATO STAMPA

Bruxelles, 14 ottobre 2015

Antoine Deltour, uno dei whistleblower nominati dal gruppo GUE / NGL come candidato per il Premio Sakharov per la libertà di espressione, è al Parlamento europeo a Bruxelles per ricevere un altro riconoscimento: il Premio del cittadino europeo.

Il premio, inaugurato dal Parlamento Europeo nel 2008, riconosce gli eccezionali risultati raggiunti da persone e organizzazioni che abbiano contribuito in modo notevole alla cooperazione europea e alla promozione dei diritti fondamentali dell’Unione.

Antoine Deltour, il principale whistleblower nell’affare LuxLeaks, è tra i 47 cittadini provenienti da tutta Europa a ricevere il premio quest’anno. Ha rivelato un enorme sistema di elusione fiscale creato a beneficio di decine di grandi aziende internazionali in Lussemburgo, e attualmente è sotto processo in Lussemburgo.

Barbara Spinelli, eurodeputata GUE/NGL, ha dichiarato:

«Ho sostenuto fin dall’inizio la candidatura al premio Sakharov di Antoine Deltour, di Stéphanie Gibaud e soprattutto di Edward Snowden, e continuerò a condurre la battaglia contro la corruzione e la criminalità organizzata, sia come membro dell’intergruppo parlamentare sull’Integrità per la trasparenza, sia sostenendo la Campagna “Restarting the Future” in favore dell’introduzione di una direttiva europea per la protezione dei whistleblowers.

L’introduzione di tale direttiva è necessaria per proteggere e aiutare i cittadini che lottano contro attività illegali nazionali e transfrontaliere in tutta Europa, portandole alla luce: un lavoro colmo di rischi personali ed estremamente coraggioso, senza il quale è inconcepibile, ormai, debellare la corruzione, la criminalità organizzata, la sorveglianza di massa.

Dovrà ripartire da qui – dai singoli cittadini solitari che lanciano l’allerta – l’Europa dei Diritti che rischia sempre più di esser travolta dall’arbitrio dei mercati e da un’Europa esclusivamente concentrata sui parametri dell’economia».

Intendono abolire la Convenzione di Ginevra?

COMUNICATO STAMPA

Strasburgo 8 ottobre 2015

I deputati del Gue/Ngl denunciano come deplorevole e pericoloso il Progetto di conclusioni del Consiglio sul rimpatrio

I deputati del Gue/Ngl hanno ripetutamente chiesto al Consiglio dell’UE di far fronte alle proprie responsabilità individuando una risposta umanitaria all’arrivo di uomini, donne e bambini in cerca di protezione in Europa, e smettendo di consolidare la Fortezza Europa.

Il progetto di conclusioni del Consiglio, fatto trapelare da Statewatch, mostra che il Consiglio sta pianificando una serie di iniziative che violano chiaramente i diritti e gli obblighi europei e internazionali, facendo applicare le decisioni di rimpatrio con ogni mezzo, compreso un diffuso ricorso alla detenzione per chiunque non venga considerato qualificato per la protezione internazionale, e un rafforzamento dei poteri dati a FRONTEX.

Il Consiglio minaccia di ritirare aiuti, accordi commerciali e accordi sui visti a quei paesi che dovessero rifiutarsi diriprendere i propri cittadini, e dà alla Commissione sei mesi di tempo per individuare soluzioni su misura per giungere a riammissioni più efficaci con i paesi terzi.

Infine, il Consiglio promuove lo sviluppo di centri di detenzione nei paesi terzi colpiti dalla pressione migratoria “fino a quando non sia possibile il ritorno nel paese di origine”. La prospettiva è utilizzare questi centri come luoghi di rapido rimpatrio per chi non sia qualificato per la protezione internazionale, o sia inammissibile in paesi terzi sicuri. La Commissione si è già mossa in questa direzione, decidendo di utilizzare i fondi dell’Unione per aprire sei centri di accoglienza per rifugiati in Turchia, che attualmente fronteggia forti tensioni nella regione circostante.

Marie-Christine Vergiat ha espresso grave preoccupazione per la richiesta del Consiglio di implementare l’articolo 13 dell’accordo di Cotonou relativo all’obbligo di riammettere i cittadini di paesi aderenti all’accordo, quando sappiamo che molti di questi paesi sono aree di guerra e di crisi dalle quali i rifugiati sono attualmente in fuga. Eritrea, Repubblica Centrafricana e Repubblica Democratica del Congo sono tra questi paesi.

“Queste conclusioni, se adottate così come sono, costituirebbero una violazione dell’articolo 263 del Trattato sul funzionamento dell’Unione Europea, poiché produrrebbero effetti giuridici nei confronti di paesi terzi”, ha commentato Barbara Spinelli. “Il Parlamento potrebbe portarle alla Corte per violazione di un requisito procedurale essenziale e dei Trattati in quanto il Parlamento non verrebbe coinvolto, in ambito di sua competenza, in decisioni vincolanti per terzi”, ha aggiunto. A proposito degli hotspot menzionati nel progetto di conclusioni del Consiglio, ha detto che “rischiano di intrappolare chi chiede protezione e di trasformarsi in centri di detenzione per i richiedenti asilo”.

“Se adottato, questo progetto di conclusioni equivarrebbe all’abolizione della Convenzione di Ginevra e, di fatto, alla fine del sistema di protezione internazionale per i rifugiati, come stabilito dopo la Seconda guerra mondiale”, ha aggiunto Cornelia Ernst.

Sgomberato il campo rom della Bigattiera: aggiornamenti

1 ottobre 2015

Malgrado la resistenza opposta nei giorni scorsi dalla società civile pisana, il sindaco Marco Filippeschi ha confermato l’ordinanza di sgombero del campo rom della Bigattiera. Ieri mattina le ruspe hanno abbattuto le baracche, con tutto quel che contenevano. Sessanta persone, quasi per metà bambini, sono state lasciate sulla strada. A protestare davanti a un imponente schieramento di polizia in assetto antisommossa erano in molti: le maestre dei bambini rom che frequentano la scuola di Marina di Pisa, il parroco, gli attivisti delle associazioni Rebeldia e Africa Insieme, e numerosi cittadini pisani. Tutti hanno cercato di sostenere gli adulti e distrarre i bambini, nel tentativo di rendere meno penosa la distruzione del loro mondo.

Oggi sul “Tirreno” Matteo Salvini elogia il sindaco. “Sono contento”, dice il leader leghista, “non sono geloso delle mie battaglie: se i sindaci del Pd fanno quello che noi chiediamo, per me è un successo”.

Per le famiglie che vivevano nel campo non è stata individuata alcuna soluzione abitativa, in spregio al diritto italiano e internazionale, alla Carta Sociale europea e alla Convenzione ONU sui diritti dell’infanzia, che impone di privilegiare il superiore interesse del bambino. Sulla vicenda è stato presentato un ricorso alla Corte Europea.


Si veda anche:

Sulle condizioni in cui le istituzioni locali avevano lasciato il campo, staccando luce e acqua – salvo poi prendere a pretesto quelle stesse condizioni per raderlo al suolo – si sono espressi i consiglieri regionali di Sì Toscana a Sinistra: Pisa Today, Bigattiera: la necessità di restare umani

Sullo sgombero: Il Manifesto, Pisa sventra la Bigattiera

Appello di Barbara Spinelli ed Elly Schlein per l’immediata sospensione del rimpatrio di venti ragazze nigeriane

COMUNICATO STAMPA

Disapproviamo con forza quanto sta avvenendo in queste ore nel Cie di Ponte Galeria a Roma. Trenta giovani donne nigeriane stanno per essere rimpatriate in un Paese che non corrisponde a nessuno dei canoni di sicurezza stabiliti dalle convenzioni internazionali, considerato insicuro anche dal sito della Farnesina, in disaccordo con quello del Viminale. Gli avvocati non sono stati ammessi ai colloqui con le ragazze. Le associazioni che hanno normalmente accesso al Cie non sono state messe nelle condizioni di appurare se le ragazze facciano parte del gruppo delle sessantasei nigeriane vittime di tratta rinchiuse da un mese e mezzo nel centro, per le quali nei giorni scorsi si è mobilitato anche il sindaco Ignazio Marino – tutte con visibili segni di violenza e alcune di ustione. Secondo gli attivisti che presidiano il Cie, le trenta nigeriane sono da poco state caricate su un pullmino diretto all’aeroporto di Fiumicino. Un provvedimento di rimpatrio metterebbe a serio rischio la vita delle ragazze, pienamente da considerare soggetti vulnerabili, tutelate dagli articoli 11 e 12 della Direttiva 2011/36/UE e gli articoli 20 e 21 della Direttiva 2011/95/UE, alle quali non è stata nemmeno data la possibilità di avvalersi delle misure sospensive previste dall’articolo 39 CEDU. Ci uniamo alla Campagna LasciateCIEntrare e alle tante organizzazioni e associazioni mobilitate in loro difesa per denunciare gli accordi con la Nigeria e i voli congiunti di Frontex, e chiedere l’immediata sospensione del provvedimento.

Un primo passo verso l’abbattimento del muro dell’acqua

COMUNICATO STAMPA

Strasburgo, 9 settembre 2015

 

Barbara Spinelli (Gue/Ngl) esprime la più viva soddisfazione per il voto del Parlamento europeo in favore del rapporto di iniziativa presentato l’8 settembre dalla collega irlandese Lynn Boylan (Sinn Fein) in seguito all’Iniziativa di cittadinanza europea L’acqua è un diritto (Right2Water).

“Gli eurodeputati si sono pronunciati a grande maggioranza perché l’accesso all’acqua venga considerato un diritto umano. In nome della società civile, è stato chiesto alla Commissione europea di guardare all’acqua come a una risorsa vitale e necessaria per la dignità, un bene esente da accordi commerciali e regole di mercato. Questo implica che l’acqua dovrà essere esclusa dal Trattato transatlantico sul commercio e gli investimenti (TTIP) e dal Trade In Service Agreement (TISA).

«Affermare che l’acqua non è una merce, “non è un prodotto di scambio, ma un bene pubblico essenziale per la vita e la dignità umana”, come si legge nella risoluzione, significa fermare la spinta alla privatizzazione impressa agli Stati membri dalle politiche della troika. L’enorme mobilitazione promossa dal movimento europeo mostra che i cittadini possono prendere la parola e spingere le istituzioni a decidere sull’inappropriabilità dei beni comuni.

«Secondo la risoluzione, inoltre, la Commissione “non dovrebbe in nessun caso promuovere la privatizzazione delle aziende idriche nel quadro di un programma di aggiustamento economico o nell’ambito di qualsiasi altra procedura in materia di coordinamento della strategia economica dell’UE”. Si tratta di una vittoria della democrazia in tutta l’Unione, dove nel 2013 vennero raccolte 1 milione 884.790 firme, e in Italia, dove nel 2011 oltre 27 milioni di persone votarono al referendum per l’acqua pubblica.

«Esprimo soddisfazione anche per l’invito rivolto a Stati membri e Commissione a “ripensare e rifondare la gestione della politica idrica sulla base di una partecipazione attiva, intesa come trasparenza e apertura al processo decisionale dei cittadini”. Quella sull’acqua è stata la prima ICE discussa e approvata dal Parlamento europeo, promossa in seguito alla partecipazione attiva dei cittadini europei.

«Certamente non si tratta di una battaglia conclusa, e non solo perché la parola sta ora alla Commissione. La risoluzione si rifà all’affermazione dell’Onu circa l’accessibilità economica dell’acqua, ma studiosi come Riccardo Petrella sostengono giustamente che i costi dell’acqua – bene comune – dovrebbero esser coperti dalla fiscalità generale, non da prezzi chiesti ai consumatori. Ma è stato segnato un passo di grande importanza su una strada che dovrà continuare, e giungere sino a quello che il prof. Petrella chiama l’abbattimento del Muro dell’acqua».

Asylum-seekers: enough of too little too late

di martedì, Settembre 8, 2015 0 , Permalink

Comunicato stampa GUE/NGL

Strasbourg 08/09/2015

Enough of too little too late: EU needs a permanent, obligatory and fair mechanism to distribute asylum-seekers

“In reality the European Union does not have a policy for addressing migration, and it is that lack of policy that is partly responsible for the fact that so many people have lost their lives when attempting to reach the European Union,” said Greek MEP Kostas Chrysogonos during this afternoon’s debate on provisional measures in the area of international protection for the benefit of Italy and Greece due to the refugee crisis.

“The Commission’s proposal to relocate 40,000 people, who are in need of international protection, is a drop in the ocean when we consider what’s needed. Greece has taken 260,000 people in the past year. The numbers being put forward by the Council sound like insults; the Council is not paying attention. Greek islands are literally sinking under the weight of the people who have arrived there.

“What we need is a permanent and binding relocation mechanism; we need to get rid of the criteria of country of first entry, it simply doesn’t work. But most of all we need a peaceful solution in Syria and Iraq. That is the only response. Nothing will be solved without a peaceful solution to these wars.”

Italian MEP Barbara Spinelli added: “The treaties don’t tell the truth about who we are; we are not a guiding light of civilisation, we haven’t shown solidarity to Greece or to refugees.

“The report we will vote on tomorrow proposes a ‘modest, fair distribution of refugees’ and the Council is already undermining that.

“We must continue the push to address the issues of relocation and combatting illegal channels of immigration, in spite of the fact the Council has shown itself to be incompetent and incapable of action.”

Seventy-three MEPs voice concern over Israeli participation in EU R&D programme

Brussels 14/07/2015

Seventy-three MEPs from different political groups in the European Parliament have addressed a letter to the High Representative of the European Union, Federica Mogherini, and Mr Robert Jan Smits, Director-General for Research and Innovation at the European Commission, regarding Israeli participation in the new Horizon 2020 programme.

Initiated by Irish GUE/NGL MEP Martina Anderson, the letter (in attachment) was drafted in consultation with several European civil society and Palestinian human rights organisations regarding EU support to Israeli military companies through Horizon 2020.

Martina Anderson said: “These organisations had voiced their concerns about possible funding through Horizon 2020 to Israeli military company Elbit Systems and other Israeli companies involved in the illegal settlements in the occupied Palestinian Territories. Such companies are deeply complicit in Israeli military aggressions against the Palestinian people.

“In the previous EU Research Programme, FP7 (2007-2013), Elbit Systems and Israeli Airspace Industries participated in projects worth €393,600,149; a number of them were projects to further develop drone capacity.

“Funding for projects that include Israeli corporations involved in the ‘homeland security’ framework of the settlements risks undermining the guidance to private business issued by more than 20 member states that warn against economic ties that benefit the settlements.”

Ms Anderson concluded: “I believe it is our duty to ensure that EU taxpayer’s money is spent on projects that respect the EU’s commitment to upholding and promoting international law and is consistent with the EU’s position of non-recognition of settlements in the occupied Palestinian Territories.”

Visita al centro di detenzione per stranieri 127/bis di Steenokkerzeel

Brussels 13/07/2015

Visite d’une délégation GUE/NGL au centre fermé 127bis de Steenokkerzeel

Ce mardi 14 juillet une délégation composée de deux Membres du Parlement européen – Miguel Urban et Barbara Spinelli (GUE/NGL) –, de travailleurs associatif et de militants pour les droits des migrants se rendra au « centre fermé pour étrangers » de Steenokkerzeel, le tristement célèbre « 127bis ». La visite sera précédée d’une avec des représentants de la Coordination des sans-papiers, à partir de 12h30 à l’occupation de La Voix des Sans-papiers, 184 Boulevard Léopold II à Molenbeek.

Cette rencontre a pour but d’échanger avec les migrants, sur leur vécu et leurs revendications au sujet de la politique d’enfermement pratiquée en Belgique et à travers toute l’Europe.

Six centres fermés sont aujourd’hui en fonction en Belgique, pour un total d’environ 8000 personnes enfermées par an. Dans l’ensemble de l’Union européenne et avec la sous-traitance du rôle de garde-frontière aux pays frontaliers, les centre sont passés de 190 en 2005 à 250 en 2008, et leur nombre ne cesse de croître. Ce sont ainsi des dizaines de milliers de personnes qui sont enfermées par an au seul motif qu’elles ne disposent pas d’un titre de séjour valable.

Outre son coût financier exorbitant et son caractère inutile, cette mesure a des conséquences dramatiques sur la vie des personnes qui y passent.

C’est pour s’opposer à cette politique migratoire européenne gouvernée par une logique sécuritaire et restrictive que des parlementaires, et acteurs de la société civile font régulièrement usage de leur droit de visite dans ces centres, en Belgique comme ailleurs.

À une Europe qui emprisonne, qui stigmatise et rejette les migrants, nous opposons une Europe ouverte et réellement solidaire, pour l’ouverture des frontières, la fermeture des centres fermés et une régularisation des personnes migrantes.

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GUE/NGL delegation to visit 127bis detention centre in Steenokkerzeel

Tomorrow, July 14, GUE/NGL MEPs Miguel Urban and Barbara Spinelli together with associations and activists working for the rights of migrants will visit the infamous “127bis detention centre for foreigners” in Steenokkerzeel just outside Brussels.

The visit will be preceded by meetings with representatives of the Coordination of undocumented immigrants from 12.30 at their centre “La Voix des Sans-papiers,” 184 Boulevard Leopold II in Molenbeek.

This meeting aims to exchange with migrants about their experiences and their demands on the policy of retention in Belgium and throughout Europe.

Six closed centres now exist in Belgium, representing a total of some 8,000 people locked up per year. Throughout the European Union, where the role of border guards has been outsourced in border countries, the number of centres rose from 190 in 2005 to 250 in 2008, and they continue to grow. There are therefore tens of thousands of people who are locked up every year solely because they do not have a valid residence permit.

Other than their exorbitant and unnecessary financial costs, these measures have dramatic consequences on the lives of people who pass through these centres.

To show their opposition to the EU’s restrictive and security based migration policy, parliamentarians and civil society regularly make use of their right of access to these centres in Belgium and elsewhere.

In a Europe that incarcerates, criticises and rejects migrants, we call for an open and truly united Europe, for the opening of borders, the closure of detention centres and the regularisation of migrants.


Si veda anche:

Compte rendu de la visite de Barbara Spinelli au centre fermé pour étrangers «127bis »