Tre domande alla Commissione sugli accordi con la Libia

Strasburgo, 12 dicembre 2017. Intervento di Barbara Spinelli nel corso della sessione plenaria del Parlamento europeo.

Punto in agenda:

Situazione dei migranti in Libia. Dichiarazione del Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza

Presenti al dibattito:

Federica Mogherini – Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza

Dimitris Avramopoulos – Commissario responsabile per la migrazione, gli affari interni e la cittadinanza, Commissione europea

Vorrei fare tre domande al Commissario Avramopoulos.

Primo: la sentenza della Corte europea del 2012 sul caso Hirsi. Ho riletto attentamente il verdetto che condannò l’Italia per respingimenti collettivi in Libia e il contesto è identico: la convenzione europea è di nuovo violata, e la Libia resta inaffidabile non avendo ratificato la convenzione di Ginevra. Dove sta la differenza fra il 2009 e oggi?

Secondo: la decisione presa ad Abidjan di evacuare i campi dove avvengono violenze, di attivare un gran numero di rimpatri volontari di migranti, di reinsediarne alcuni. Vorrei conoscere le procedure che saranno adottate, perché il rimpatriato chiamato a esprimere la sua volontà non si trovi a dover scegliere tra la peste e il colera. E vorrei sapere il numero delle evacuazioni: Cochetel, inviato speciale dell’UNHCR, ha dichiarato che la maggior parte dei luoghi di tortura è sconosciuta. Che Serraj controlla un territorio minimo. Ha detto ancora: “Le decisioni di Abidjan sono illusorie (they fool themselves). Ogni volta che abbiamo liberato qualcuno dai campi di detenzione, qualcun altro ha subito preso il suo posto”.

Ultima domanda: a che punto è la ridefinizione del concetto di non-refoulement, che l’Unione si propose in febbraio a La Valletta? Il proposito fu prudentemente cancellato dal comunicato; chiedo se sia tuttora all’ordine del giorno.