Lettre à l’attention de Mr Hervé Guillou, PDG de Naval Group

Lettera indirizzata al CEO di Naval Group sui diritti dei lavoratori in Egitto e la politica del governo egiziano di “militarizzare” diverse imprese statali.

Un esempio è Alexandria Shipyard, che ha un accordo con la compagnia francese Naval Group ed è adesso sotto il controllo del ministero della difesa egiziano. Ogni ‘reato’ commesso nell’aerea di Alexandria Shipyard sarà perseguito da un tribunale militare. Lo scorso giugno 2016, gli operai di Alexandria Shipyard avevano lanciato uno sciopero pacifico. 26 scioperanti, scelti a caso, sono stati arrestati e adesso sono soggetti a un processo marziale.

Verità e giustizia per Giulio Regeni

di mercoledì, Gennaio 25, 2017 0 , Permalink

COMUNICATO STAMPA

Barbara Spinelli e cinque eurodeputati italiani chiedono verità e giustizia per Giulio Regeni

Bruxelles, 25 gennaio 2017

Nell’anniversario dell’omicidio di Giulio Regeni, Barbara Spinelli e cinque eurodeputati italiani hanno inviato un messaggio alla famiglia, ad Amnesty International Italia, al ministro dell’Interno Marco Minniti e al ministro degli Affari esteri Angelino Alfano per esprimere, ancora una volta, la più profonda vicinanza e solidarietà, e avanzare la ferma richiesta di verità e giustizia sul sequestro, la tortura e l’assassinio di Giulio.

Nel giorno dell’anniversario della scomparsa di Giulio Regeni al Cairo, desideriamo esprimere la nostra vicinanza alla famiglia di Giulio e ai molti attivisti che si stanno mobilitando per chiedere ancora una volta, con forza, la verità sulla sua morte.

Sosteniamo la necessità che si continui a ricercare la verità, per quanto scomoda possa essere: quella che ci dica chi ha ordinato, chi ha eseguito, chi ha coperto e chi ha finora reso impunite la tortura e l’uccisione di Giulio.

Ricordiamo all’Unione europea e ai suoi Stati membri che non è possibile, date le condizioni attuali dei diritti umani all’interno del Paese, normalizzare completamente i rapporti con l’Egitto. Ci troviamo infatti di fronte al rischio che, dopo mesi di depistaggi e insabbiamenti, ci si possa accontentare di una verità di comodo che chiuda la vicenda al solo fine di favorire il ripristino di normali relazioni tra Italia ed Egitto. Una verità di comodo di cui accontentarsi per stanchezza o per la constatazione che è impossibile ottenere di più. Questo non deve accadere.

Barbara Spinelli, Membro del Parlamento europeo (gruppo GUE/NGL)
Sergio Cofferati, Membro del Parlamento europeo (gruppo S&D)
Eleonora Forenza, Membro del Parlamento europeo (gruppo GUE/NGL)
Curzio Maltese, Membro del Parlamento europeo (gruppo GUE/NGL)
Pier Antonio Panzeri, Membro del Parlamento europeo (gruppo S&D)
Elly Schlein, Membro del Parlamento europeo (gruppo S&D)

 

Lettera all’Alto Rappresentante sul caso di Ahmed Abdallah

Bruxelles, 29 aprile 2016

Cinquantanove parlamentari europei hanno sottoscritto una lettera promossa da Barbara Spinelli indirizzata all’Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza e Vice Presidente della Commissione europea Federica Mogherini a seguito dell’arresto e del fermo di Ahmed Abdallah, co-fondatore della Commissione egiziana per i Diritti e le Libertà.

Il 25 aprile 2016, il Dr. Ahmed Abdallah, co-fondatore della Commissione egiziana per i Diritti e le Libertà, è stato arrestato e incriminato per varie accuse di terrorismo. La Commissione egiziana per i Diritti e le Libertà ha acquisito notorietà grazie al proprio lavoro di indagine sui casi di sparizioni forzate in Egitto e per il sostegno offerto agli avvocati italiani ed egiziani che si stanno occupando del caso di Giulio Regeni. Insieme al Dr. Abdallah, altri 46 attivisti sono stati convocati a seguito delle proteste scoppiate al Cairo dopo la decisione del Governo egiziano di consegnare le isole di Tinar e Sanafir all’Arabia Saudita. Più di 100 persone sono state arrestate in otto diversi governatorati dell’Egitto, compresi il Cairo ed Alessandria.

Con questa lettera i Parlamentari europei esprimono, ancora una volta, la propria profonda preoccupazione per il rispetto dei diritti umani nel Paese.

«Il 10 marzo 2016, il Parlamento europeo ha approvato una Risoluzione sull’Egitto denunciando, al paragrafo 5, “le continue vessazioni subite dalla Commissione egiziana per i diritti e le libertà (ECRF) a causa del ruolo svolto nella campagna ‘Stop alle Sparizioni Forzate’ in Egitto”. Il Parlamento europeo ha richiesto, in varie Risoluzioni, al governo egiziano di dare priorità alla tutela e promozione dei diritti umani e di garantire la responsabilità per violazioni di tali diritti».

«Chiediamo l’immediato rilascio di tutte le persone detenute e condannate per il solo fatto di aver esercitato il proprio diritto alla libertà di espressione e di manifestazione pacifica. Chiediamo inoltre all’Alto Rappresentante/Vice Presidente della Commissione Federica Mogherini di permettere allo staff legale della delegazione europea al Cairo di seguire e monitorare da vicino lo svolgimento dei processi di coloro che siano stati accusati di tali crimini, incluso il Dr. Ahmed Abdallah».

«Inoltre, sollecitiamo gli Stati Membri a rispettare la Posizione Comune 2008/944/PESC recante criteri per l’esportazione di armi convenzionali che devono essere da essi applicati per la concessione delle relative licenze».

Qui il testo della lettera con l’elenco dei firmatari

Risoluzione Comune sull’Egitto, in particolare il caso di Giulio Regeni

di venerdì, Marzo 11, 2016 0 , , Permalink

COMUNICATO STAMPA

La maggioranza dei parlamentari europei chiede verità e giustizia su Giulio Regeni

Il 10 marzo il Parlamento europeo riunito a Strasburgo in seduta plenaria ha votato a grande maggioranza (588 a favore, 10 contrari, 59 astenuti) la “Risoluzione Comune sull’Egitto, in particolare il caso di Giulio Regeni” (2016/2608(RSP)).

Relatori per la Risoluzione GUE/NGL: Barbara Spinelli – Eleonora Forenza

Dopo il voto, Barbara Spinelli (GUE/NGL) ha rilasciato la seguente dichiarazione:

«Oggi il Parlamento europeo ha votato a grande maggioranza una Risoluzione Comune sulla situazione in Egitto che fa seguito al brutale omicidio del ricercatore italiano Giulio Regeni. Si è trattato senza dubbio di un compromesso al ribasso, figlio dell’intransigente riluttanza di alcuni gruppi politici – nello specifico PPE ed ECR – a prendere in considerazione le tante criticità del regime, che pure avevamo rilevato nella Risoluzione del GUE/NGL di cui sono stata co-relatore.

PPE ed ECR hanno tentato di dare il primato alla cooperazione strategica con l’Egitto. Per questo si sono opposti a nostri specifici paragrafi che criticavano gli interventi militari in Libia favoriti dal Cairo, la politica migratoria e di asilo concordata tra Unione ed Egitto, il ruolo strategico assegnato all’Egitto nella lotta antiterrorismo contro l’ISIS, la sorte infine del cittadino irlandese Ibrahim Halawa, la cui condanna a morte è continuamente rinviata ma non revocata.

Tuttavia la tenacia di altri gruppi politici – GUE/NGL e Verdi in primis – ci ha permesso di preservare e sollevare alcuni punti importanti. La Risoluzione evidenzia il clima di intimidazione e violenza generalizzata che contraddistingue il Paese, le sparizioni forzate, l’impunità di cui gode in genere la violenza. Questo il contesto in cui è avvenuto l’assassinio di Regeni.

Al suo caso si aggiungono le minacce e intimidazioni nei confronti dei difensori dei diritti umani, tra cui la Commissione Egiziana per i Diritti e le Libertà, espressamente nominata grazie al GUE-NGL. Nei confronti di questi ultimi chiediamo un’azione concreta di protezione da parte dell’Alto Rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e della Delegazione UE al Cairo, oltre che una definitiva cancellazione dei divieti di viaggio imposti ad alcuni di essi da parte del Governo egiziano. Come sottolineato nella Risoluzione, il diritto e la tutela dei diritti fondamentali devono rappresentare il fondamento delle relazioni tra l’UE e l’Egitto. Questo è esplicitamente sancito – prosegue la Risoluzione – nell’articolo 2 dell’Accordo di Associazione UE-Egitto e nella nuova Costituzione egiziana. Anche qui, su nostra iniziativa sono espressamente richiamati 3 articoli della Costituzione: 52 (proibizione della tortura), 73 (libertà di riunione) e 93 (carattere vincolante del diritto internazionale dei diritti umani).

Nonostante tutte le sue debolezze e la mancanza di una chiara condanna delle alleanze strategiche tra UE ed Egitto, soprattutto per quanto riguarda la Libia, e della condotta repressiva evidente verso Halawa e i seguaci del partito di Morsi, ho deciso di co-firmare e sostenere questa Risoluzione, soprattutto per il paragrafo in cui si chiede un’inchiesta congiunta “rapida, trasparente e imparziale” sulla tortura e l’omicidio di Giulio Regeni. Malgrado tutto ritengo che la risoluzione rappresenti un segnale rivolto alle autorità egiziane, nella speranza che la voce del Parlamento europeo possa costituire un  impulso verso la ricerca della verità. La famiglia di Giulio Regeni, cui vanno la mia amicizia e solidarietà, meritava questo tentativo da parte nostra».

Allegati:

1) Risoluzione comune

2) Proposta di Risoluzione GUE-NGL di Barbara Spinelli e Eleonora Forenza, confluita nella Risoluzione comune


Si veda anche

Omicidio Regeni: Pe chiede a Egitto di cooperare con Italia

Per un’indagine indipendente sull’assassinio di Giulio Regeni

Le deputate europee Barbara Spinelli e Marie-Christine Vergiat (GUE/NGL) chiedono all’Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza di adoperarsi  per ottenere un’indagine del tutto indipendente sull’assassinio di Giulio Regeni. 43 europarlamentari hanno firmato la lettera, inviata il 19-2-16.

Bruxelles, 12 febbraio 2016

Gentile Vicepresidente, signora Mogherini,

Il 2 febbraio 2016 il corpo di Giulio Regeni, il ricercatore italiano dell’Università di Cambridge scomparso al Cairo il 25 gennaio, è stato ritrovato in un fosso lungo una strada dei sobborghi del Cairo, con segni di orribili torture e di una morte violenta. Non è stato un semplice incidente “come ne capitano ovunque, senza conseguenze per la stabilità in Egitto”, come affermato da un influente membro del Parlamento europeo nel corso di una visita ufficiale al Cairo. Regeni stava svolgendo una ricerca sullo sviluppo dei sindacati indipendenti nell’Egitto del dopo-Mubarak e del dopo-Morsi. Questo ci rammenta che il governo militare egiziano non sta contrastando solo la minaccia terrorista ma, in parallelo, una vasta opposizione sociale, largamente negletta dai media e dai governi europei.

Giulio Regeni non era un giornalista né un attivista. Era uno studioso cosmopolita che amava l’Egitto e concepiva il proprio lavoro come un ponte tra società e culture. Nel corso della sua ricerca era entrato in contatto con persone e associazioni della società civile che erano oggetto della sua tesi di dottorato e al tempo stesso della feroce repressione troppo spesso perpetrata dagli apparati di sicurezza nazionale. Cercava di comprendere le rivendicazioni dell’opposizione sociale e di renderle visibili al mondo esterno.

Molto probabilmente la sua ricerca sul campo è stata percepita come un’intromissione da stroncare nel più brutale dei modi.

Dopo la sua morte, più di 4.600 accademici di tutto il mondo hanno firmato una lettera aperta chiedendo un’inchiesta sulla sua morte violenta e sul numero crescente di scomparse forzate in Egitto. [1]

Il caso di Giulio Regeni si aggiunge alla lunga lista di sparizioni che si sono verificate in Egitto dopo la caduta del governo Morsi e l’elezione a Presidente di Abdel Fattah al-Sisi. Solo nel 2015, la Commissione Egiziana per i Diritti e la Libertà (ECRF) ha denunciato la scomparsa di 1.700 cittadini egiziani. Tra aprile e novembre di quest’anno, sono scomparse altre 503 persone.

Siamo consapevoli che l’inchiesta sulla morte di Regeni non è ancora conclusa, e che l’indipendenza delle indagini non è garantita, ma crediamo che quanto è accaduto a lui e a migliaia di vittime egiziane come lui non possa essere trattato alla stregua di un “incidente”. Deve condurre a un ripensamento dell’appoggio fornito dall’Unione Europea al governo egiziano, assicurando che la questione dei diritti umani sia affrontata nella maniera più esplicita e in considerazione della loro sempre più palese violazione nel Paese, certificata da numerose Ong, da Human Rights Watch e da Amnesty International.

Sottolineiamo la nostra preoccupazione per il ruolo che gli interessi economici e geostrategici degli Stati europei potrebbero assumere. Tale ruolo non deve portare a un abbassamento della nostra vigilanza sui diritti umani, sul pluralismo democratico, sulla libertà di parola, sul sindacalismo indipendente. È l’opposto che deve accadere.

Siamo ugualmente preoccupate per la politica di rimpatri adottata dall’Unione Europea nei confronti dei profughi provenienti dall’Egitto. Secondo l’agenzia Frontex, infatti, nel 2014 l’Egitto figurava nella classifica dei primi dieci Paesi per rimpatri forzati – benché secondo il rapporto Egypt Progress 2014 “l’uscita dalle carceri e dai centri di detenzione è spesso condizionata alla partenza dall’Egitto, e le condizioni di asilo sono considerate un importante fattore di spinta (push-factor) per i migranti che tentano la fuga via mare”. Tali rimpatri sistematici violano il diritto d’asilo e di esame individuale di ciascuna domanda, e non tengono conto della situazione in Egitto.

Le chiediamo, come Alto Rappresentante dell’Unione per gli Affari esteri e la politica di sicurezza, di agire con forza per ottenere un’indagine del tutto indipendente sull’assassinio del dott. Regeni. I responsabili del suo brutale omicidio devono rispondere della loro azione, e la richiesta di verità e giustizia deve essere soddisfatta.

Il Parlamento europeo ha già espresso in diverse occasioni la propria apprensione per la situazione dei diritti umani e sociali nel Paese: attraverso la risoluzione sulla libertà di espressione e di riunione in Egitto (17/07/2014), sulla situazione in Egitto (15/01/2015) e sul caso di Ibrahim Halawa, il cittadino irlandese detenuto, torturato e a rischio di pena di morte (12/12/2015). É per questo che La invitiamo a considerare la natura non accidentale di questa morte, per rendere finalmente operante un vero dialogo sui diritti umani e la democrazia nel quadro dell’Accordo di Associazione, e a sostenere la capacità della società civile egiziana di contribuire in modo più efficace al processo democratico e politico, come stabilito dal Piano d’Azione Ue-Egitto.

Con i migliori saluti,

Barbara Spinelli – Marie Christine Vergiat

 

[1] http://www.theguardian.com/world/2016/feb/08/egypt-must-look-into-all-reports-of-torture-not-just-the-death-of-giulio-regeni

English version (.pdf file)

Firme

Barbara Spinelli e Marie Christine Vergiat – GUE/NGL
Bart Staes – Greens/EFA
Paloma Lopez Bermejo – GUE/NGL
Takis Hadjigeorgiou – GUE/NGL
Eleonora Forenza – GUE/NGL
María Teresa Giménez Barbat – ALDE
Patrick Le Hyaric – GUE/NGL
Miguel Urbán Crespo – GUE/NGL
Kostas Chrysogonos – GUE/NGL
Tania González Peñas – GUE/NGL
Stephan Eck – GUE/NGL
Helmut Scholz – GUE/NGL
Nicola Caputo – S&D
Curzio Maltese – GUE/NGL
Claude Turmes – Greens/EFA
Ana Maria Gomes – S&D
Elly Schlein – S&D
Maite Pagazaurtundúa Ruiz – ALDE
Barbara Lochbihler – Greens/EFA
Martina Anderson – GUE/NGL
Matt Carthy – GUE/NGL
Lynn Boylan – GUE/NGL
Liadh Ní Riada – GUE/NGL
Kostadinka Kuneva – GUE/NGL
Eleonora Evi – EFDD
Tiziana Beghin –EFDD
Dario Tamburrano –EFDD
Hilde Vautmans – ALDE
Isabella Adinolfi –EFDD
Petras Auštrevičius – ALDE
Julia Reda – Greens/EFA
Judith Sargentini – Greens/EFA
Eva Gro Joly – Greens/EFA
Beatriz Becerra Basterrechea – ALDE
Laura Ferrara –EFDD
Marco Zullo –EFDD
Merja Kyllönen – GUE/NGL
Bronis Ropė – Greens/EFA
Ignazio Corrao –EFDD
Elena Valenciano – S&D
Javi López – S&D
Sofia Sakorafa – GUE/NGL
Soraya Post – S&D
Fabio Massimo Castaldo –EFDD

Ahmed Douma e altri prigionieri politici in Egitto

Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-002528/2015
alla Commissione (Vicepresidente / Alto rappresentante)

Articolo 130 del regolamento

Marietje Schaake (ALDE), Jozo Radoš (ALDE), Ilhan Kyuchyuk (ALDE), Nedzhmi Ali (ALDE), Dennis de Jong (GUE/NGL), Nessa Childers (S&D), Lynn Boylan (GUE/NGL), Filiz Hyusmenova (ALDE), Ramona Nicole Mănescu (PPE), Miapetra Kumpula-Natri (S&D), Tonino Picula (S&D), Maite Pagazaurtundúa Ruiz (ALDE), Hilde Vautmans (ALDE), Ramon Tremosa i Balcells (ALDE), Fernando Maura Barandiarán (ALDE), Fredrick Federley (ALDE), Alyn Smith (Verts/ALE), Charles Tannock (ECR), Marc Tarabella (S&D), Miroslav Poche (S&D), Josef Weidenholzer (S&D), Beatriz Becerra Basterrechea (ALDE), Paloma López Bermejo (GUE/NGL), Gesine Meissner (ALDE), Ignazio Corrao (EFDD), Andrejs Mamikins (S&D), Petri Sarvamaa (PPE), Klaus Buchner (Verts/ALE), Anne-Marie Mineur (GUE/NGL), Helga Trüpel (Verts/ALE), Robert Rochefort (ALDE), Javier Nart (ALDE), Margrete Auken (Verts/ALE), Jiří Pospíšil (PPE), Ricardo Serrão Santos (S&D), Ivo Vajgl (ALDE), Ángela Vallina (GUE/NGL), Kateřina Konečná (GUE/NGL), José Inácio Faria (ALDE), Igor Šoltes (Verts/ALE), Marielle de Sarnez (ALDE), Izaskun Bilbao Barandica (ALDE), Pavel Telička (ALDE), Matthijs van Miltenburg (ALDE), Judith Sargentini (Verts/ALE), Barbara Spinelli (GUE/NGL), Arne Lietz (S&D), Ana Gomes (S&D), Marian Harkin (ALDE), Javier Couso Permuy (GUE/NGL), Lorenzo Fontana (NI) e Barbara Lochbihler (Verts/ALE)

Oggetto: VP/HR – Caso di Ahmed Douma e altri prigionieri politici in Egitto

Il 4 febbraio 2015, il noto attivista Ahmed Douma è stato condannato all’ergastolo insieme ad altri 229 attivisti laici. Tutti, ad eccezione di Ahmed Douma, sono stati giudicati in contumacia. La corte ha altresì condannato in contumacia 39 minori, ciascuno a dieci anni di reclusione. Ahmed Douma sta già scontando una pena di tre anni per violazione di una legge sulle manifestazioni, insieme a Ahmed Maher e Mohamed Adel. [1]

La sentenza del 4 febbraio può essere impugnata. Si tratta della condanna più pesante inflitta finora ad attivisti laici che hanno avuto un ruolo significativo nell’organizzazione delle manifestazioni del 2011 che chiedevano giustizia, libertà e opportunità e che alla fine costrinsero l’allora presidente Mubarak alle dimissioni.

1. Il VP/AR è a conoscenza del caso di Ahmed Douma?

2. Conviene il VP/AR che tali processi collettivi e condanne eccessive costituiscono delle violazioni dei diritti umani?

3. Come procede il VP/AR per affrontare i casi dei prigionieri politici in questione?

 

[1]  Il 30 gennaio 2015, i deputati al Parlamento europeo hanno indirizzato una lettera al VP/AR su questi casi.


Risposta della vicepresidente Mogherini
A nome della Commissione

(1.5.2015)

Come ha sottolineato nella sua risposta alla lettera del 30 gennaio di deputati del Parlamento europeo, l’Alta rappresentante/vicepresidente è a conoscenza dei casi di attivisti di spicco, come Ahmed Douma, e delle severe condanne comminate il 4 febbraio. In una dichiarazione del 4/2/2015 il portavoce ha evidenziato che la posizione dell’UE è contraria ai vizi di procedura commessi nel suddetto processo di massa e alla severità della sentenza e ha esortato le autorità egiziane a rispettare i loro obblighi internazionali e garantire il diritto a un processo equo. L’AR/VP concorda sul fatto che i processi di massa violano il diritto internazionale dei diritti umani e intende affrontare i casi di questi e di altri attivisti in sede di attuazione dell’accordo di associazione UE-Egitto e nell’ambito del dialogo bilaterale e dei consessi multilaterali. In questo contesto, l’UE ha esplicitamente sollevato i casi di severità delle condanne di attivisti in occasione del Consiglio dei diritti umani del 17 marzo.