Il 6 luglio 2016 il Parlamento europeo ha approvato la creazione di un sistema UE di controllo delle frontiere che riunisce in un nuovo organismo, denominato “Agenzia europea per la Guardia costiera e di frontiera”, le autorità di gestione delle frontiere nazionali e Frontex, l’agenzia europea per la gestione della cooperazione internazionale alle frontiere esterne degli Stati UE.
La proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio dell’Unione europea abroga il regolamento (CE) n. 2007/2004, il regolamento (CE) n. 863/2007 e la decisione 2005/267/CE del Consiglio.
Il relatore è stato il deputato lettone del PPE Artis Pabriks (A8-0200/2016).
La risoluzione legislativa è stata approvata con voto per appello nominale – richiesto dal GUE/NGL – con 483 voti a favore, 181 contrari e 48 astensioni. Il testo votato dal Parlamento europeo sarà inviato al Consiglio per approvazione. La legislazione dovrebbe entrare in vigore in autunno.
Risultati delle votazioni:
Ritengo che quella che viene presentata come “nuova” agenzia europea costituisca una riorganizzazione e un potenziamento di Frontex, che ne amplifica i difetti e ne estende le competenze senza alcuna garanzia di controllo democratico. L’agenzia di Guardia costiera e di frontiera avrà il potere di controllare e di chiudere le frontiere esterne europee, agendo con propri funzionari di collegamento entro l’Unione anche contro la volontà degli Stati membri, e nei Paesi Terzi, diventando di fatto un protagonista con poteri di decisione nella politica estera dell’UE.
Per questo motivo, lo scorso maggio ho co-firmato emendamenti che rifiutavano la proposta. Al contempo ho presentato cento emendamenti correttivi, nel tentativo di limitare poteri e competenze della Guardia costiera e di frontiera. In particolare, ho presentato emendamenti contrari all’attribuzione all’Agenzia del potere di intervenire senza il consenso dello Stato membro coinvolto, di ricoprire un ruolo attivo nella cooperazione con i Paesi terzi e di decidere sulle politiche di rimpatrio.
Ho proposto di rafforzare i paragrafi che riguardano la responsabilità civile dell’Agenzia per i danni causati nel corso delle operazioni e chiesto il rafforzamento delle disposizioni relative alla creazione di un meccanismo di denuncia indipendente, efficace e accessibile per ogni persona che abbia subito una violazione dei diritti da parte dell’Agenzia.
Ho infine chiesto il rafforzamento del ruolo del responsabile Frontex per i diritti fondamentali e del forum consultivo cui partecipano varie ONG, e avanzato la proposta che un ruolo speciale sia affidato al Mediatore Europeo, ufficio che indaga sui diversi casi di cattiva amministrazione nell’ambito UE.
Malgrado la soddisfazione di aver visto accolti numerosi emendamenti da me presentati, integrati nel compromesso raggiunto durante i “triloghi” fra Parlamento, Commissione e Consiglio, ho continuato a giudicare la proposta estremamente problematica, tanto da decidere di votare contro.
Miei emendamenti ed esiti del negoziato
Allegati, i principali emendamenti che ho presentato e che sono stati approvati durante il voto che si è tenuto il 27 maggio 2016 in Commissione Libertà civili, giustizia e affari interni (LIBE).
In neretto gli emendamenti successivamente integrati nel compromesso raggiunto fra Parlamento, Commissione e Consiglio, e dunque entrati a far parte del regolamento finale, direttamente applicabile negli Stati membri:
Minority report Guarda costiera e di frontiera europea