Strasburgo, 11 marzo 2015, sessione plenaria. “Instabilità in Libia e sue conseguenze”: dichiarazione del Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza.
Intervento di Barbara Spinelli
Il nuovo direttore esecutivo di Frontex Fabrice Leggeri ha seminato il panico, il 6 marzo: un milione di migranti starebbe per giungere dalla Libia, e forse tra loro ci sarebbero jihadisti dell’Isis. Ha mobilitato in Europa le destre estreme, e rianimato piani d’intervento militare in Libia. Le chiediamo, vicepresidente, se condivide quest’allarme. Se condivide l’appello del commissario Avramopoulos in favore di più cooperazione con le dittature in tema di rimpatri. Se approva l’idea di Bernardino Léon, inviato speciale dell’ONU, favorevole a un blocco navale dell’Unione lungo le coste libiche.
Un intervento in Libia somiglierebbe, in peggio, alle guerre sovietiche e americane in Afghanistan. Metteremmo le mani in terre geopoliticamente caotiche, accrescendo il caos già scatenato col nostro primo intervento.
Oggi l’unica via è creare corridoi umanitari legali, coordinati con l’Onu come da Lei suggerito. Politicamente, si tratta di metter fine – anche questo Lei ha suggerito – a guerre intese a esportare la democrazia. Non di seminare panico senz’alcuna prova attendibile. Chiedo se non sia il caso di esigere le dimissioni dal direttore di Frontex, se queste prove non sa darle.
Si veda anche:
Immigrazione: Spinelli (Gue) a Mogherini, licenzi capo Frontex (Ansa)
Immigrazione: Alfano, lavorare con paesi transito (Euractiv)