L’audizione “Alternatives to the Dublin Regulation: human lives at stake”, organizzata dal gruppo GUE/NGL, si è svolta il 24 giugno 2015 al Parlamento europeo, Bruxelles
Deputati e oratori invitati all’audizione:
Parlamentari del Gue-NGL: Cornelia Ernst, Martina Anderson, Malin Björk, Barbara Spinelli.
Oratori:
Yonous Muhammadi, Greek forum of Refugees
Olga Siebert, Jesuit Refugee Service
Tristan Wibault, lawyer, Cabinet d’avocats du Quartier des Libertés, Belgium
Aurélie Ponthieu, Médecins Sans Frontières
Pr. Gianfranco Schiavone, funder of Consorzio italiano di solidarietà, board member of ASGI and author of the study “Il Diritto alla Protezione” (2010)
Louis Middelkoop, Adviser to the Meijers Committee
Kris Pollet, ECRE
Intervento di Barbara Spinelli:
La domanda che dobbiamo porci è: come si risponde al diritto della persona umana alla fuga e all’asilo? L’Unione europea, e per esser più precisi il Consiglio e la Commissione, rispondono al diritto di fuga con la fuga dal diritto.
Questo è pienamente confermato dall’intervento in questa conferenza del professor Fulvio Vassallo. Un intervento importante, perché riprende un’idea forte che condivido in pieno e che spero adotteremo come gruppo: l’idea di un ricorso alla Corte di Giustizia. In effetti siamo di fronte a piani – non solo quello predisposto recentemente da Commissione e Consiglio, ma vari piani sulla migrazione – che violano in maniera palese il diritto di asilo e il principio del non-respingimento collettivo.
Ascoltando i vari contributi – tutti preziosi, soprattutto quelli riguardanti le alternative al regolamento di Dublino – mi convinco sempre più che la persona debba essere rimessa al centro nelle politiche di accoglienza di migranti e profughi: essenziale è considerare dove intenda effettivamente andare il richiedente asilo, quali siano le sue preferenze e il suo profilo, considerando che secondo il regolamento di Dublino l’asilo può essere concesso solo dal primo paese di arrivo. Questo permetterebbe anche di attuare le riforme minime, immediate, suggerite ad esempio dal professor Gianfranco Schiavone. Penso tra l’altro alla proposta di ampliare le categorie di coloro che possono beneficiare di speciali diritti di ricongiungimento familiare – sempre secondo il regolamento di Dublino – estendendo tale diritto anche a familiari di secondo e terzo grado. Io estenderei la deroga anche alle comunità, alle amicizie, perché magari uno arriva e non ha famiglia ma amici. L’amico può divenire una forma di “famiglia”.
La cosa più grave è che la via del ritorno al diritto – perché l’unico modo di rispondere alle sfide di Dublino è tornare al diritto – non è percorsa oggi né dalla Commissione né dal Consiglio. Vorrei ricordare in questo quadro la frase pronunciata oggi dal Presidente del Consiglio italiano Matteo Renzi, citata dal professor Vassallo. Una frase significativamente pronunciata dopo l’incontro con François Hollande e che esprime, a mio avviso, la linea italo-francese e quella dell’Alto Rappresentante Federica Mogherini: “Ai muri si risponde con i rimpatri”, ha detto in sostanza. È una frase che grida allo scandalo: è come dire che ai muri che vengono o verranno messi ai confini dei nostri Stati rispondiamo con muri che erigiamo al di fuori delle nostre frontiere, quindi con l’esternalizzazione delle politiche di migrazione e asilo.
L’ultimo punto che vorrei sottolineare, e su cui dobbiamo secondo me sempre di nuovo insistere, è che c’è un solo modo per far fronte sia al fallimento del “sistema Dublino” sia al dominio delle mafie sui trafficanti: creare vie di accesso legali all’Europa, e attuare il mutuo riconoscimento del diritto d’asilo. Tra l’altro, Come giustamente è stato ricordato in questa sede dal professor Schiavone, il mutuo riconoscimento è tra l’altro un obbligo sancito nel Trattato dell’Unione all’articolo 78, che prescrive espressamente una “politica comune in materia di asilo, di protezione sussidiaria e di protezione temporanea”.