Bruxelles, 16 giugno 2015. Riunione della Commissione per le Libertà civili, la giustizia e gli affari interni.
Prevention of radicalisation and recruitment of European citizens by terrorist organisations (Discussione sul rapporto di iniziativa presentato da Rachida Dati, Mep PPE)
Intervento di Barbara Spinelli, “relatore ombra” per il GUE-NGL
Ringrazio innanzitutto Rachida Dati per il suo rapporto ampliamente argomentato e per alcuni punti importanti che sottolinea: i contatti essenziali con le vittime, il riconoscimento dato alle ONG e agli attori della società civile e anche la conclusione su prevenzione e repressione. Ma, su quest’ultimo punto, sorgono alcuni miei dubbi e propongo suggerimenti migliorativi.
Il dubbio riguarda l’impostazione generale, che contraddice la premessa iniziale del rapporto, volta alla prevenzione e contraria alla repressione. La risoluzione sembra invece unificare i due elementi, per cui alla fine ci troviamo di fronte ad una sorta di “repressione preventiva” che appare come qualcosa di inquietante, che ricorda per molti versi la caccia al potenziale assassino nel film Minority Report.
Vengo ora a punti più precisi:
1) La radicalizzazione nelle prigioni.
Ho alcuni dubbi riguardo alla creazione di una “segregazione” all’interno delle prigioni, a un ghetto dentro ad un altro ghetto. E’ un’esperienza che conosco bene in Italia; la legge di segregazione 41bis viene applicata ai mafiosi più pericolosi e non ritengo si possa applicare a quello che riteniamo un terrorista “potenziale”, quindi a qualcuno che non ha ancora compiuto reati.
2) La prevenzione della radicalizzazione su internet.
Ho preoccupazioni in proposito e penso che il controllo di internet sia sempre una questione molto spinosa. Lei definisce internet “campo virtuale dei terroristi radicali”. E’ una frase che mi ricorda quanto detto qualche giorno fa dallo scrittore Umberto Eco: “I social media danno diritto di parola a legioni di imbecilli È l’invasione degli imbecilli”. In ambedue i casi si tratta di generalizzazioni che non mi sento accettare.
3) L’educazione e l’inclusione.
Trovo che sia fondamentale e interessante quello che dice sulla religione musulmana. Penso che sia necessaria una vera e propria formazione degli Imam e la promozione del loro lavoro nelle prigioni.
4) Il PNR. Assieme al mio gruppo, sono contraria alla sua istituzione.
5) Infine, e chiudo, la collaborazione con gli Stati Uniti e i paesi del Golfo, anche per quel che riguarda i flussi finanziari.
In merito alla prima collaborazione, ricordiamo che la lotta al terrorismo promossa dagli Stati Uniti è un grande fallimento. Quanto alla collaborazione con i paesi del Golfo la trovo altamente pericolosa, considerati i finanziamenti sauditi all’Isis. A proposito dell’Isis, ricordo che lo Stato islamico è stato finanziato inizialmente anche dagli Stati Uniti.