Strasburgo, 8 settembre 2015. Intervento di Barbara Spinelli in occasione dell’incontro del Gruppo Parlamentare GUE/NGL nel corso della Sessione Plenaria di Strasburgo.
Relatori per il gruppo GUE-NGL: Dimitris Papadimoulis (Syriza, Grecia), Nikos Chountis (Unità Popolare, Grecia)
Su una cosa sono d’accordo con quanto emerso nel corso del dibattito: sarebbe un messaggio molto negativo per noi se le due sinistre greche rappresentate in questo gruppo venissero battute alle elezioni del 20 settembre. Detto questo, penso che il messaggio negativo non sia un “rischio” che stiamo correndo. Il messaggio è già stato dato, è il punto da cui partire, e su di esso dobbiamo meditare. Perché se da un lato il risultato elettorale di gennaio è stato una vittoria per l’intero Gue-Ngl, dall’altro l’accordo del 12 luglio, e il mancato seguito dato alla volontà popolare espressa una settimana prima nel referendum sul piano di austerità, costituiscono un sconfitta grave per tutti noi.
Questo cosa significa? Le battaglie si possono perdere, Pablo Iglesias ha ragione, ma bisogna riconoscerle sino in fondo se si vuol imparare da esse qualcosa di nuovo. La sconfitta subìta deve avere effetti su quello che pensiamo e che facciamo. Nella sostanza, sono due i piani che risentono di una così grave disfatta e che ci toccherà pensare più profondamente:
- Governance dell’Eurozona.
È necessario esprimere con chiarezza il pensiero del nostro gruppo a riguardo. È già emerso che si tratta di una governance sostanzialmente illegittima – e non citerò quanto riportato dall’ex Ministro Varoufakis a proposito dell’ illegalità dell’Eurogruppo, che io condivido pienamente. In questo quadro diventa doveroso analizzare, tra di noi, il significato della proposta del governo Syriza di coinvolgere il Parlamento europeo nella gestione dei programmi di austerità. Si tratta di una richiesta più che legittima, ma non si può non tener conto che questo Parlamento verrebbe coinvolto in una governance europea che allo stato attuale delle cose ha ben pochi tratti democratici, e tende a svuotare i parlamenti e le elezioni nazionali.
- Effetti sulla sinistra.
La sinistra deve diventare “governante”. Deve cioè imparare a “pensare il prima e il dopo”, i programmi e la loro effettiva realizzazione. Questo, a mio parere, non è avvenuto in Grecia. Le promesse elettorali non sono state mantenute, il referendum è stato indetto lo stesso giorno in cui ci si preparava all’accordo sul terzo memorandum che l’elettorato greco era chiamato a giudicare, e che a grande maggioranza ha respinto il 5 luglio.
Questo è un tema che merita una discussione approfondita, e anche qui mi rivolgo ai colleghi di Podemos. È vero quello che Iglesias ha detto nella nostra riunione: l’”esame permanente” delle sinistre che guidano questo o quel paese è pericoloso e può divenire sleale; ma un giudizio severo deve pur sempre essere possibile e lecito, su una sinistra che non è stata abbastanza governante, dunque in grado di collegare il prima e il dopo.