Bruxelles, 1 febbraio 2017. Intervento di Barbara Spinelli nel corso della sessione plenaria del Parlamento europeo.
Punto in agenda: Gestione della migrazione lungo la rotta del Mediterraneo centrale
Dichiarazione del Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell’Unione per gli affari esteri e la politica di sicurezza
Presenti al dibattito:
Federica Mogherini – Vicepresidente della Commissione/Alto rappresentante dell’Unione per gli
L’accordo con la Turchia non cessa di essere criticato, ed ecco che se ne profila uno con la Libia, ancora più inquietante. Mi domando quale sia il senso delle proteste di tanti governi europei contro Trump, quando essi stessi predispongono operazioni legalmente discutibili, e ignorano le raccomandazioni molto chiare espresse dal Commissariato Onu dei diritti umani, secondo cui i rimpatri in Libia non vanno fatti – e neanche gli sbarchi in Libia in azioni di Search & Rescue – perché i fuggitivi corrono rischi gravi: torture in campi di detenzione, violenze contro le donne, anche esecuzioni. Sappiamo dall’Onu che il pericolo non sono gli smugglers. Sono i trafficanti, le milizie incontrollate, e funzionari pubblici di uno Stato fatiscente.
Al Consiglio vorrei chiedere che desista da accordi pericolosi, venerdì al vertice di La Valletta. Lo chiedo specialmente all’Italia, Paese avanguardia in quest’operazione: ricordo al mio paese i suoi trascorsi coloniali in Libia. Alla Commissione chiedo di uscire dalle doppiezze. Non si può al tempo stesso giudicare non replicabile l’accordo con la Turchia, dire che la prima preoccupazione è “salvare le vite”, e progettare l’addestramento e il finanziamento delle guardie costiere libiche, e il loro coordinamento con le nostre guardie di frontiera, perché i profughi non raggiungano più l’Europa.