Il 2 marzo 2017 Barbara Spinelli ha presentato un’interrogazione con richiesta di risposta scritta alla Commissione Europea (Regola 130), in merito agli effetti delle ordinanze emesse il 28 febbraio 2017 dal Tribunale dell’Unione Europe sulla così detta “Dichiarazione UE-Turchia”.
Le cause in esame riguardavano la vicenda di due cittadini pachistani e un afgano che avevano raggiunto la Grecia dalla Turchia nel 2016, dove avevano presentato domanda di asilo. In tali domande sostenevano che, se rimpatriati nei rispettivi paesi di origine, avrebbero rischiato di essere soggetti a persecuzione. A fronte di tale possibilità, e del rischio di essere rispediti in Turchia in forza della “Dichiarazione UE-Turchia” laddove la loro domanda di asilo fosse stata respinta, hanno deciso di promuovere un ricorso di fronte al Tribunale dell’Unione Europea – azione di annullamento ai sensi dell’articolo 263 del TFUE – contestando la legalità della Dichiarazione in esame.
Il Tribunale ha dichiarato la propria incompetenza sostenendo che “in un ricorso promosso ai sensi dell’articolo 263 TFUE, la corte non ha giurisdizione per decidere della legalità di un accordo internazionale concluso dagli Stati Membri”.
Testo dell’Interrogazione:
Subject: Effects of the General Court’s orders on the EU-Turkey Statement
On 28 February 2017, the General court of the European Union ruled on the cases NF, NG and NM v. European Council (Cases T-192/16, T-193/16 and T-257/16) affirming that independently of whether the EU-Turkey Statement constitutes a political statement or, on the contrary, a measure capable of
producing binding legal effects, it cannot be regarded as a measure adopted by the European Council, or, moreover, by any other institution, body, office or agency of the European Union, or as revealing the existence of such a measure that corresponds to the contested measure. Furthermore, the Court considered that, even supposing that an international agreement could have been informally concluded during the meeting of 18 March 2016, that agreement would have been an agreement concluded by the Heads of State or Government of the Member States of the European Union and the Turkish Prime Minister.
In view of the above, if the EU-Turkey Statement had to be considered an international instrument, what would be the legal basis for the involvement of the EU institutions in its implementation?
Does the Commission consider the commitments already made on the basis of this text to be compatible with the orders issued by the General Court?