È giusto che i 5 Stelle caccino i “dissidenti”?

di Barbara Spinelli, «Il Fatto Quotidiano», 19 febbraio 2021

I parlamentari del Movimento 5 Stelle che hanno votato No al governo Draghi sono gli unici che hanno denunciato la manovra che ha affossato Conte, e permesso a Renzi di vantarsene nei giornali europei. Che hanno difeso Conte, spodestato quando era più popolare; che hanno ricordato il disastro della Grecia devastata dalla Troika (Bce, Commissione Ue, Fmi). Disastro di cui solo Juncker – per la Commissione – oggi si vergogna.

Hanno fatto capire che all’opposizione non ci sarà solo l’estrema destra, che giudica catastrofica la politica del precedente governo, del ministro della Salute Roberto Speranza, del Commissario anti Covid Domenico Arcuri.

Ascoltandoli mi sono detta che il Movimento 5 Stelle avrebbe potuto far tesoro di questi dissidenti, nel momento in cui diceva Sì a Draghi pur esplicitando la propria “sofferenza”. È un insulto all’intelligenza e a metà circa dei propri iscritti pensare di espellerli. Chi ha ascoltato ieri Maria Elena Boschi sa che questo governo è nato anche per polverizzare, spaccandolo, il Movimento.

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