I rifugiati intrappolati in Grecia

COMUNICATO STAMPA

Bruxelles, 3 marzo 2016

«Il blocco della rotta balcanica è uno strumento usato per destabilizzare uno Stato Membro dell’Unione: la Grecia», ha detto questa mattina Barbara Spinelli nel corso di un dibattito del gruppo Gue/Ngl dedicato ai confini esterni dell’Unione e al tracollo di Schengen. «Penso che l’accusa fatta al governo greco di “spingere i popoli a fuggire” sia di un infantilismo estremo.

«In primo luogo,  chi fa simili accuse sa perfettamente come stanno le cose: i rifugiati sono oggi intrappolati in Grecia perché la rotta balcanica è stata chiusa al confine greco-macedone in seguito a una decisione adottata dall’Austria in accordo con il gruppo di Visegrad e, soprattutto, in un vertice di qualche giorno fa, con nove Paesi balcanici.

«Vienna sta organizzando una sorta di sottogruppo dell’Unione, una sua “area di influenza”,  e con l’aiuto di Paesi che non appartengono all’UE mette in ginocchio uno Stato dell’Unione. Il ministro della migrazione greco fa bene a parlare di caduta dell’Ue in politiche di potenza che ricordano l’Ottocento.

«C’è poi un secondo segno di infantilismo o malafede: non vedere i motivi per cui la gente fugge in massa verso l’Europa da Stati devastati da anni di guerra serve in realtà a nascondere il fatto che queste guerre sono state attivamente promosse o addirittura fatte dall’Occidente, e a sviare l’attenzione da quelle che si accinge a fare di nuovo in Libia», ha continuato l’eurodeputata del Gue-Ngl. «Per questo chiedo di riflettere sul fatto che alla seconda guerra in Libia intendono partecipare, accanto agli Usa, due Stati dell’Unione: Italia e Libia.

«Quanto alle operazioni della Nato alle frontiere Sud dell’Europa, sono d’accordo con il collega Nikolaos Chountis (Unità Popolare, Grecia): stiamo assistendo a un salto di qualità che va denunciato, perché stravolge la politica europea di asilo trasformandola in una politica concentrata per intero sui respingimenti, in violazione palese della Convenzione di Ginevra».