Testo del discorso tenuto alla manifestazione de L’Altra Europa con Tsipras in piazza Maggiore a Bologna, il 21 maggio 2014
Grazie Alexis Tsipras, per esser oggi con noi: a Torino, a Milano, ora qui a Bologna, a pochi giorni dalle elezioni. La tua presenza ci dà forza. Anche la vittoria del tuo partito alle municipali ci dà forza: un’altra storia è possibile, fino a ieri ritenuta impossibile.
Ti abbiamo visto in televisione, pochi giorni fa. Tra tutti i candidati eri senza dubbio il migliore: l’unico che ha aperto una nuova prospettiva, l’unico che ha parlato di cose spinose, europee e anche italiane: delle devastazioni prodotte dall’ austerità, dei patti esistenti in Italia fra Stato e mafia, dello svuotamento sempre più evidente della democrazia e delle costituzioni, qui da noi e in molti paesi d’Europa.
Ho specialmente apprezzato il tuo accenno, in una risposta al candidato del Partito popolare Juncker, al vertice di Cannes del 2 novembre 2011. Hai confermato i tanti piccoli colpi di Stato — i tanti micro-infarti cerebrali della democrazia – che hanno avuto luogo nell’Unione da quando c’è la crisi. In quel vertice sono state decise, nel chiuso d’una ristretta oligarchia europea, i limiti che dovevano esser messi alla democrazia e alla sovranità popolare in due paesi dell’Unione: Grecia e Italia. In Grecia fu affossato un referendum sull’austerità. In ambedue i paesi si decise che non sarebbero stati tollerati governi regolarmente eletti. Pochi giorni dopo — l’11 e il 16 novembre – cadevano il governo greco e quello italiano.