Testo del documento presentato dal Presidente del Consiglio europeo Herman Van Rompuy al Consiglio europeo del 26 e 27 giugno 2014 e adottato in tale occasione dagli Stati membri
Le elezioni europee del maggio 2014 aprono un nuovo ciclo legislativo. Questo momento di rinnovamento politico coincide con il riemergere dei nostri paesi da anni di crisi economica e con il crescere di una disillusione dell’opinione pubblica nei confronti della politica. È l’occasione giusta per stabilire su che cosa vogliamo che l’Unione si concentri e in che modo vogliamo che essa funzioni.
Il Consiglio europeo ha convenuto oggi cinque priorità generali che guideranno i lavori dell’Unione europea nei prossimi cinque anni: economie più forti con più posti di lavoro; società in grado di responsabilizzare e proteggere; un futuro energetico e climatico sicuro; uno spazio sicuro di libertà fondamentali; un’azione congiunta efficace nel mondo.
L’azione in questi settori è vitale, date le sfide importanti che si profilano per le nostre società. Sebbene la ripresa in Europa stia accelerando, la disoccupazione rimane la nostra preoccupazione più grande – specialmente per i giovani – e le diseguaglianze sono in aumento. Nel frattempo, l’economia globale sta cambiando rapidamente. Nell’era digitale la corsa all’innovazione, alle competenze e ai mercati costringe tutti i nostri paesi a giocare d’anticipo e ad adattarsi per poter prosperare. La scarsità di risorse naturali, il costo dell’energia e gli effetti dei cambiamenti climatici sono sfide importanti; l’attuale dipendenza energetica rende l’Europa vulnerabile. In tutto il mondo la radicalizzazione e l’estremismo sono motivi di preoccupazione. La stabilità geopolitica alle nostre stesse frontiere non può essere data per scontata. Le tendenze demografiche rappresentano una sfida: l’invecchiamento della popolazione mette sotto ulteriore pressione i sistemi previdenziali e i flussi migratori irregolari richiedono risposte comuni ed un’azione concertata.
In questo contesto, il primo obiettivo delle attività dell’Unione nei prossimi anni deve essere fornire alle nostre società strumenti per il futuro e promuovere la fiducia.
I paesi europei si trovano in una posizione privilegiata per realizzare il cambiamento, sia singolarmente che collettivamente, come Unione. La nostra diversità è una ricchezza; la nostra unità crea forza. Nella nostra Unione esistono gradi diversi di cooperazione e integrazione. La nostra politica di allargamento continua a favorire la democrazia e la prosperità.
In linea con i principi di sussidiarietà e proporzionalità, l’Unione deve concentrare la sua azione nei settori in cui fa davvero la differenza. Deve astenersi dall’agire nel caso in cui gli Stati membri possano conseguire meglio i medesimi obiettivi. La credibilità dell’Unione dipende dalla sua capacità di garantire un seguito adeguato alle decisioni e agli impegni. Questo richiede istituzioni forti e credibili, ma trarrà altresì vantaggio dal coinvolgimento più stretto dei parlamenti nazionali. In particolare, occorre porre l’accento sui risultati concreti nei cinque settori seguenti.
1. Un’Unione di occupazione, crescita e competitività
I nostri paesi stanno riemergendo dalla crisi economica più profonda dell’ultima generazione. Vediamo che gli sforzi e le riforme stanno dando i loro frutti; tuttavia, non si tratterà di un ritorno agli scenari immaginati in passato. Rimangono sfide importanti: la crescita lenta, l’elevata disoccupazione, gli investimenti pubblici e privati insufficienti, gli squilibri macroeconomici, il debito pubblico e la mancanza di competitività. Rispettiamo il patto di stabilità e crescita. Tutte le nostre economie devono continuare a perseguire riforme strutturali. È evidente che la nostra forza comune si fonda sul successo di ciascuno dei nostri paesi. Per questo l’Unione ha bisogno di compiere passi coraggiosi per favorire la crescita, aumentare gli investimenti, creare maggiori e migliori posti di lavoro e incoraggiare le riforme per la competitività. Questo richiede anche di sfruttare al meglio la flessibilità insita nelle norme esistenti del patto di stabilità e crescita.
La prossima revisione sarà una buona occasione per allineare pienamente la strategia Europa 2020 con la presente agenda strategica.
Pertanto le priorità che abbiamo fissato per l’Unione per i prossimi cinque anni sono:
- sfruttare appieno il potenziale del mercato unico in tutte le sue dimensioni: completando il mercato interno dei prodotti e servizi; completando il mercato unico digitale entro il 2015;
- promuovere un clima favorevole per l’imprenditorialità e la creazione di posti di lavoro, non da ultimo per le PMI: agevolando l’accesso ai finanziamenti e agli investimenti; garantendo una maggiore resilienza della regolamentazione finanziaria; migliorando il funzionamento del mercato del lavoro e alleggerendo il carico fiscale sul lavoro; riducendo in modo mirato gli oneri amministrativi e i costi di conformità superflui, nel rispetto della protezione dei consumatori e dei lavoratori nonché delle preoccupazioni relative alla salute ed all’ambiente;
- investire e preparare le nostre economie al futuro:affrontando il fabbisogno di investimenti presente da tempo nei settori delle infrastrutture dei trasporti, dell’energia e delle telecomunicazioni, nonché dell’efficienza energetica, dell’innovazione e della ricerca, delle competenze, dell’istruzione e dell’innovazione; utilizzando pienamente i fondi strutturali dell’UE; mobilitando finanziamenti privati e pubblici nel giusto equilibrio e facilitando gli investimenti a lungo termine; utilizzando e sviluppando strumenti finanziari, come quelli della Banca europea per gli investimenti, in particolare per i progetti a lungo termine; fornendo il quadro normativo adeguato per gli investimenti a lungo termine;
- rafforzare l’attrattiva globale dell’Unione in quanto luogo di produzione e investimenti con una base industriale solida e competitiva e un’agricoltura prospera, e completare i negoziati su accordi commerciali internazionali in uno spirito di reciproco vantaggio e trasparenza, compreso il TTIP, entro il 2015;
- rendere l’Unione economica e monetaria un fattore di stabilità e crescita più solido e resiliente: con una governance più forte della zona euro e un coordinamento, una convergenza e una solidarietà più solidi tra le politiche economiche, rispettando al contempo l’integrità del mercato interno e mantenendo la trasparenza e l’apertura verso i paesi dell’UE non appartenenti alla zona euro.
2. Un’Unione che responsabilizza tutti i cittadini e li protegge
I cittadini europei hanno tratto benefici dalle opportunità offerte da economie integrate caratterizzate da frontiere aperte; i vantaggi tuttavia non sempre si concretizzano immediatamente per tutti. Molti vivono o temono una situazione di povertà ed esclusione sociale. L’Unione deve continuare a fare ciò che sa fare bene e a sbloccare opportunità, ma deve anche essere percepita e vissuta come una fonte di protezione. Le persone si aspettano che l’Europa difenda i loro interessi e tenga a bada le minacce, ma anche che rispetti le loro identità e senso di appartenenza. L’Unione deve essere più forte verso l’esterno e più premurosa verso l’interno.
Pertanto, nel rispetto delle competenze degli Stati membri, che sono responsabili dei propri sistemi previdenziali, le priorità che abbiamo fissato per l’Unione per i prossimi cinque anni in questo settore sono:
- contribuire a sviluppare le competenze e a sbloccare i talenti e le opportunità nella vita per tutti: intensificando la lotta alla disoccupazione giovanile, in particolare a favore dei giovani che hanno abbandonato percorsi di istruzione, di formazione o occupazionali; promuovendo le competenze adeguate all’economia moderna e l’apprendimento permanente; facilitando la mobilità dei lavoratori, in particolare nei settori in cui perdurano la mancata copertura dei posti disponibili o squilibri tra domanda e offerta di competenze; tutelando una delle quattro libertà fondamentali dell’Unione, il diritto di tutti i cittadini dell’UE a circolare liberamente, soggiornare e lavorare in altri Stati membri, anche da eventuali abusi o domande fraudolente;
- garantire l’equità: contrastando l’evasione e la frode fiscali affinché tutti contribuiscano in misura equa;
- contribuire a garantire che tutte le nostre società dispongano di reti di sicurezza proprie atte ad accompagnare i mutamenti e porre rimedio alle disuguaglianze, con sistemi di protezione sociale efficienti, equi e adatti al futuro; di fatto gli investimenti nel capitale umano e nel tessuto sociale sono fondamentali anche per le prospettive di benessere di lungo termine dell’economia europea.
3. Verso un’Unione dell’energia dotata di una politica lungimirante in materia di clima
Gli eventi geopolitici, la concorrenza energetica mondiale e l’impatto dei cambiamenti climatici ci portano a ripensare la nostra strategia in materia di energia e clima. Dobbiamo evitare che l’Europa dipenda in misura così elevata dalle importazioni di combustibile e gas. Per garantire che il nostro futuro energetico sia pienamente sotto controllo, intendiamo costruire un’Unione dell’energia avente come obiettivo un’energia a prezzo accessibile, sicura e sostenibile. L’efficienza energetica è fondamentale, dato che l’energia più economica e pulita è quella non consumata.
Alla luce di tali sfide, le nostre politiche energetiche e climatiche nei prossimi cinque anni si devono concentrare sui seguenti punti:
- energia a prezzo accessibile per le imprese e i cittadini: contenendo la domanda di energia attraverso una maggiore efficienza energetica; completando il nostro mercato energetico integrato; individuando soluzioni per l’aumento del potere di contrattazione dell’Unione; incrementando la trasparenza sul mercato del gas; incentivando la ricerca, lo sviluppo e la base industriale europea in campo energetico;
- energia sicura per tutti i nostri paesi: accelerando la diversificazione dell’approvvigionamento energetico e delle relative rotte, anche tramite fonti energetiche rinnovabili, sicure e sostenibili e altre fonti energetiche autoctone, quale strumento per ridurre la dipendenza energetica, in particolare da una singola fonte o da un singolo fornitore; sviluppando le infrastrutture necessarie quali le interconnessioni; fornendo agli attori pubblici e privati il giusto quadro di programmazione affinché possano adottare decisioni di investimento di medio e lungo termine;
- energia verde:continuando a guidare la lotta al riscaldamento globale in vista della riunione della conferenza delle parti delle Nazioni Unite che si terrà a Parigi nel 2015 e successivamente, anche definendo obiettivi ambiziosi per il 2030 che siano pienamente in linea con l’obiettivo concordato dell’UE per il 2050.
4. Un’unione di libertà, sicurezza e giustizia
I cittadini si aspettano che i loro governi assicurino giustizia, protezione ed equità nel pieno rispetto dei diritti fondamentali e dello stato di diritto. Questo richiede altresì un’azione europea congiunta, fondata sui nostri valori fondamentali. Considerate le loro dimensioni transfrontaliere, i fenomeni come il terrorismo e la criminalità organizzata richiedono una maggiore cooperazione dell’UE. Lo stesso vale per le questioni in materia di giustizia, poiché i cittadini sempre più spesso studiano, lavorano, svolgono attività commerciali, si sposano e hanno figli in tutta l’Unione. Un’altra sfida nei prossimi anni sarà la gestione dei flussi di migrazione, che sono in aumento a causa dell’instabilità e della povertà in vaste zone del mondo e delle tendenze demografiche – questione che richiede solidarietà e una condivisione equa delle responsabilità.
Pertanto le priorità che abbiamo fissato per l’Unione per i prossimi cinque anni sono:
- gestire meglio la migrazione in tutti i suoi aspetti: combattendo le carenze di lavoratori qualificati e attraendo talenti; affrontando con maggiore determinazione la migrazione irregolare, incluso mediante una maggiore cooperazione con i paesi terzi, anche riguardo alla riammissione; proteggendo coloro che ne hanno bisogno attraverso una solida politica in materia di asilo, con una gestione rafforzata e moderna delle frontiere esterne dell’Unione;
- prevenire e combattere la criminalità e il terrorismo: inasprendo la lotta contro la criminalità organizzata come la tratta degli esseri umani, il contrabbando e la criminalità informatica; contrastando la corruzione; lottando contro il terrorismo e la radicalizzazione garantendo nel contempo i diritti e i valori fondamentali, compresa la protezione dei dati personali;
- migliorare la cooperazione giudiziaria fra i nostri paesi: costruendo collegamenti tra i vari sistemi giudiziari e le varie tradizioni; rafforzando strumenti comuni, compreso Eurojust; tramite il riconoscimento reciproco delle sentenze così che i cittadini e le imprese possono esercitare più facilmente i loro diritti in tutta l’Unione.
5. L’Unione come attore forte sulla scena mondiale
Gli eventi recenti dimostrano come il contesto strategico e geopolitico cambi rapidamente, anche alle frontiere orientali e meridionali dell’Unione. L’instabilità nel nostro “grande vicinato” ha raggiunto un massimo storico. Allo stesso tempo non è mai stato così importante avviare un dialogo con i nostri partner su questioni di interesse reciproco o mondiale. Per difendere i nostri interessi e valori e per tutelare i cittadini, è fondamentale un maggior impegno dell’Unione europea nelle questioni di portata mondiale.
Nei prossimi anni saranno pertanto fondamentali le seguenti priorità della politica estera:
- massimizzare il nostro peso: assicurando la coerenza tra gli obiettivi degli Stati membri e quelli dell’UE in politica estera e migliorando il coordinamento e la coerenza tra i principali settori dell’azione esterna dell’UE, come gli scambi commerciali, l’energia, la giustizia e gli affari interni, le politiche di sviluppo ed economiche;
- essere un partner forte nel nostro vicinato: promuovendo stabilità, prosperità e democrazia nei paesi più vicini all’Unione, nel continente europeo, nel Mediterraneo, in Africa e nel Medio Oriente;
- avviare un dialogo con i nostri partner strategici mondiali, in particolare con i nostri partner transatlantici, su una serie ampia di questioni – dagli scambi commerciali e la sicurezza informatica ai diritti umani e alla prevenzione dei conflitti, alla non proliferazione e alla gestione delle crisi – a livello bilaterale e nei consessi multilaterali;
- sviluppare la cooperazione in materia di sicurezza e difesa in modo da assumerci i nostri impegni e le nostre responsabilità in tutto il mondo: rafforzando la politica di sicurezza e di difesa comune, in piena complementarità con la NATO; garantendo che gli Stati membri mantengano e sviluppino le capacità civili e militari necessarie, anche mediante la messa in comune e la condivisione; intensificando l’industria europea della difesa.