Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-011165/2014
alla Commissione
Articolo 130 del regolamento
Kostas Chrysogonos (GUE/NGL), Krystyna Łybacka (S&D), Helmut Scholz (GUE/NGL), Merja Kyllönen (GUE/NGL), Josep-Maria Terricabras (Verts/ALE), Klaus Buchner (Verts/ALE), Bart Staes (Verts/ALE), Fabio De Masi (GUE/NGL), Jan Keller (S&D), Marc Tarabella (S&D), Barbara Spinelli (GUE/NGL), Tibor Szanyi (S&D), Vilija Blinkevičiūtė (S&D), Eva Kaili (S&D), Kostadinka Kuneva (GUE/NGL), Anne-Marie Mineur (GUE/NGL), Ernest Urtasun (Verts/ALE), Sofia Sakorafa (GUE/NGL), Costas Mavrides (S&D), Lola Sánchez Caldentey (GUE/NGL), Igor Šoltes (Verts/ALE) e Georgios Katrougkalos (GUE/NGL)
Oggetto: Necessità di tutela dei diritti sociali
L’unica vera iniziativa in materia di diritti umani del programma di lavoro della Commissione per il 2015 è l’adesione dell’UE alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo (CEDU), un processo che è in corso ormai da diversi decenni ma che non è mai stato portato a termine. Oltre alle libertà civili di prima generazione, sancite nella CEDU, anche i diritti economici e sociali di seconda generazione, come il diritto a un’equa retribuzione, il diritto alla protezione della salute, il diritto alla sicurezza sociale, ecc. sono una componente essenziale dei diritti fondamentali in generale e sono previsti dalla Carta sociale europea. Sono proprio questi diritti economici e sociali che rischiano ora di essere sacrificati sull’altare della “stabilità” finanziaria, dell’austerità, delle “riforme strutturali”, ecc. È questa la ragione principale per cui un numero sempre maggiore di cittadini si sente lontano dall’UE e dalle sue politiche.
1. È la Commissione consapevole dei pericoli per i diritti sociali inerenti alle politiche economiche che vengono attualmente portate avanti?
2. Sarebbe disposta la Commissione a proporre l’adesione dell’UE alla Carta sociale europea?
Risposta di Marianne Thyssen a nome della Commissione
(15.4.2015)
Come sottolineato nell’analisi annuale della crescita 2015 [1], è fondamentale intervenire simultaneamente per rilanciare gli investimenti, operare riforme strutturali e garantire la responsabilità di bilancio per ripristinare l’occupazione e la crescita. Al contempo, l’analisi ha posto chiaramente l’accento sulla dimensione sociale di tali politiche e sulla necessità di modernizzare i sistemi di protezione sociale per far fronte in maniera più efficace ed efficiente alle esigenze sociali. Questo consentirebbe di combattere la povertà e di rafforzare i sistemi d’istruzione e di formazione, migliorando così le competenze e le capacità delle persone e consentendo loro di affrontare i rischi e svolgere appieno il loro ruolo nell’economia e nella società. In tale contesto, il semestre europeo per il coordinamento delle politiche economiche ha fornito orientamenti specifici per paese mentre i fondi strutturali e di investimento europei finanziano un’ampia gamma di misure che riguardano tra l’altro l’occupazione, l’istruzione e la formazione, l’alloggio e la sanità. Inoltre, le iniziative che rientrano nel campo di applicazione del diritto dell’Unione sono verificate per accertarne la conformità alla Carta dei diritti fondamentali dell’Unione europea, che include una serie di diritti sociali e del lavoro.
Sebbene l’UE non abbia aderito [2]] alla Carta sociale europea del Consiglio d’Europa, la Commissione ricorda che il trattato [3] fa riferimento a tale strumento e che, in generale, vi è una convergenza tra quest’ultimo e il diritto dell’UE. Analogamente, la giurisprudenza della Corte di giustizia dell’Unione europea fa riferimento alla Carta sociale europea.
1 COM(2014) 902 final.
2 Cfr. COM(2014) 910 final.
3 Trattato sul funzionamento dell’Unione europea.