di Barbara Spinelli, «Il Fatto Quotidiano», 3 dicembre 2024
Dopo il voto favorevole alla seconda presidenza von der Leyen, nel Parlamento Europeo, Elly Schlein s’è ingarbugliata: “Non è la nostra Commissione ma è giusto che parta. […] Non cediamo di un millimetro”. E Zingaretti, eurodeputato: “In noi non c’è alcun cedimento, ma un protagonismo perché la destra non si impadronisca dell’Europa”. Invece il cedimento c’è, e le rassicurazioni se ne vanno in fumo fin da subito. Da quando la sinistra ha cessato di esser tale, c’è un fossato tra quel che dice e che fa: lo chiamano Responsabilità.
Il Pd non solo approva una Commissione spostata a destra, ma assieme alle stesse destre vota il giorno dopo due mozioni neoconservatrici e anti-russe sulle armi a Kiev e sulle elezioni in Georgia, giudicate illegittime senza prove serie. Schlein si esercita in doppiezza, ma è assediata dai centristi del suo partito che da Bruxelles le sparano addosso contando di abbatterla. I 5 Stelle che con Avs sono nel gruppo “Left”, in Europa, hanno votato sia contro Von der Leyen sia contro le due risoluzioni, e per questo è opportuno che almeno loro restino in piedi.
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