Bruxelles, 1 marzo 2017. Intervento di Barbara Spinelli nel corso della sessione plenaria del Parlamento europeo.
Punto in agenda:
- Violazione degli attuali diritti di libera circolazione dei cittadini europei che risiedono nel Regno Unito e ricorso a provvedimenti di allontanamento dopo sei mesi
Presenti al dibattito:
Věra Jourová – Commissario europeo per la giustizia, i consumatori e la parità di genere
Barbara Spinelli è intervenuta in qualità di co-autrice dell’interrogazione orale.
Se ci rivolgiamo alla Commissione con questa interrogazione è perché vogliamo dare voce ai più di 3 milioni di cittadini europei che vivono in Inghilterra, e al milione e più di cittadini britannici che vivono nell’Unione. L’ansia degli uni e degli altri è grandissima, e i loro diritti di circolazione, di soggiorno, di lavoro dovranno essere garantiti nella maniera più dettagliata nel futuro accordo di recesso.
Contrariamente a quanto affermato dai fautori del Brexit infatti, sarà estremamente difficile far valere i loro diritti acquisiti. Molte menzogne sono state raccontate in occasione del referendum sulle possibilità di appellarsi alla Convenzione europea dei diritti dell’uomo o al diritto internazionale, troppo silenziosi e reticenti sono stati su questo punto i fautori del Remain, ed è cruciale che almeno la Commissione parli chiaro.
La House of Lords lo ha già detto in modo inequivocabile: in assenza di accordo negoziato, le conseguenze della perdita dei diritti di cittadinanza europea saranno severe.
Per questo è importante sapere come la Commissione intenda procedere, per far fronte alle infrazioni di cui il Regno Unito si è reso responsabile, negli ultimi anni, con leggi molto restrittive sulla residenza dei cittadini europei in Inghilterra. Fino al giorno in cui si raggiungerà un accordo di separazione il Regno Unito è soggetto al diritto europeo, alla Direttiva sulla libera circolazione, e deve dunque rispondere delle eventuali sue violazioni unilaterali, allo stesso modo in cui sono obbligati a farlo tutti i Paesi membri. Fino ad allora, non potrà limitarsi a dire che l’Inghilterra farà entrare dall’Unione solo “the brightest and the best”, oltre naturalmente i più benestanti, come si ripromette di fare dopo l’uscita.