Bruxelles, 6 marzo 2018
Per la sinistra, questo è stato un giorno di fallimenti monumentali ma anche di chiarimenti, di possibili ma lente riprese. La nascita di Potere al Popolo è un buon segnale, anche se in soli tre mesi non poteva raggiungere i risultati sperati. Resta la verità più profonda delle elezioni del 4 marzo: gli italiani hanno chiesto un radicale cambiamento di rotta, e la sinistra non è stata presente all’appello. Globalmente la sinistra esce distrutta e lacerata da questa prova, e rischia di consegnare il Paese – una volta che saranno contati esattamente i seggi – alla destra di Salvini e a una Lega radicalmente spostata verso posizioni xenofobe. Sono almeno dieci anni che la sinistra storica perde sistematicamente e in maniera continuativa il proprio “popolo”, ormai saldamente e convintamente ancorato nel voto Cinque Stelle o nell’astensione. Con la sola esclusione di Potere al Popolo, ha inseguito la destra per quando riguarda sia la politica economica sia quella concernente i rifugiati, corteggiando un elettorato che su ambedue i temi ha preferito in definitiva votare l’originale, cioè la destra.