Carta di Milano. La solidarietà non è un reato

Milano, 19 maggio 2017

Allarmati da uno scenario politico e mediatico di costruzione dell’odio e dell’indifferenza non solo nei confronti dei profughi e di chi li sostiene, ma delle stesse leggi e convenzioni che sanciscono il dovere di solidarietà e di soccorso e il diritto di asilo, ci impegniamo – in quanto cittadini, membri delle istituzioni e operatori dell’informazione – a tutelare l’onorabilità, la libertà e i diritti della società civile in tutte le sue espressioni umanitarie: quando salva vite in mare; quando protegge e soccorre le persone in difficoltà ai confini; quando vigila sul rispetto del principio di legalità e di uguaglianza; quando denuncia il mancato rispetto dei diritti fondamentali nelle procedure di trattenimento amministrativo e di allontanamento forzato; quando adempie al dovere inderogabile di solidarietà che fonda la Costituzione italiana.

Gli atti di solidarietà non costituiscono reato e le organizzazioni umanitarie, così come i singoli attivisti, non possono essere messi sotto accusa per averli compiuti. La responsabilità penale è individuale e i processi non devono essere intentati alle organizzazioni solidali in quanto tali, tantomeno attraverso i media, in un percorso di delegittimazione.
Per questo chiediamo alle istituzioni nazionali e dell’Unione europea, in particolare al Mediatore europeo, di vigilare affinché non venga sottratta alle organizzazioni umanitarie e alla società civile la possibilità di essere presenti attivamente nel Mediterraneo, alle frontiere di terra e in tutti i luoghi di confinamento e privazione dei diritti fondamentali dove esercita la funzione essenziale e insostituibile di proteggere l’osservanza dello stato di diritto e il rispetto dei diritti umani, della solidarietà e dell’eguaglianza.

La Direttiva del Consiglio europeo sul favoreggiamento dell’ingresso, del transito e del soggiorno illegali (2002/90/CE) configura come reato il favoreggiamento dell’ingresso illegale di migranti, anche in assenza di profitto economico. Benché di fatto il testo inviti gli Stati membri dell’Unione a criminalizzare qualsiasi persona o organizzazione assista i migranti irregolari in ingresso, in transito o residenti nel territorio degli Stati membri, la Commissione sta valutando la possibilità di una revisione peggiorativa, così da rendere ancora più difficile l’accesso al territorio europeo e alle procedure per la richiesta di protezione. Se venisse realizzata, una tale riforma avrebbe l’effetto di favorire ulteriormente le reti dei trafficanti, come del resto avverrebbe se venissero mantenuti i criteri restrittivi del vigente Regolamento Dublino. Chiediamo dunque ai parlamentari europei di impegnarsi per porre fine all’ambiguità contenuta nella Direttiva e affermare con chiarezza che chi fornisce assistenza umanitaria a profughi e migranti non può essere criminalizzato e deve, anzi, essere agevolato e tutelato.

È prerogativa dei governi illiberali chiedere la chiusura o il controllo delle organizzazioni non governative, dividendole in collaborative e ostili. La società civile è garanzia per la democrazia, la sua presenza deve essere protetta e incentivata perché rappresenta il nostro sguardo – lo sguardo dei cittadini e di tutte le persone – a protezione dagli eccessi del potere. Per questo chiediamo che le istituzioni ne promuovano e ne difendano il coinvolgimento e la libertà d’azione.

Da questa Carta condivisa nella manifestazione del 20 maggio 2017 a Milano, ci impegniamo affinché nasca un Osservatorio permanente a tutela della libertà e dell’indipendenza della società civile che opera per i diritti di migranti e rifugiati.

Firmatari (in ordine alfabetico)

Alessandra Ballerini, avvocato, Terre des Hommes
Alberto Barbieri, Medici per i Diritti Umani (MEDU)
Pietro Vittorio Barbieri, Comitato Economico e Sociale Europeo (CESE)
Marco Bechis, regista
Sandra Bonsanti, giornalista, presidente emerita Libertà e Giustizia
Anna Canepa, sostituto procuratore della Direzione nazionale antimafia e antiterrorismo
Francesca Chiavacci, presidente nazionale ARCI
Don Luigi Ciotti, Libera
Don Virginio Colmegna, presidente Fondazione Casa della Carità “Angelo Abriani” di Milano
Stefano Corradino, direttore associazione Articolo 21
Nando Dalla Chiesa, direttore Osservatorio sulla criminalità organizzata dell’Università degli Studi di Milano
Antonio Damasco, direttore Rete italiana di cultura popolare
Danilo De Biasio, direttore del Festival dei Diritti umani di Milano
Loris De Filippi, presidente Medici Senza Frontiere (MSF)
Erri De Luca, scrittore
Giuseppe De Marzo, responsabile nazionale politiche sociali Libera
Tana De Zulueta, giornalista, associazione Articolo 21
Paolo Dieci, presidente Link 2007 Cooperazione in Rete
Paolo Ferrara, responsabile comunicazione Terre des Hommes
Maurizio Ferraris, filosofo
Alganesc Fessaha, presidente Ong Gandhi
Giuliano Foschini, giornalista
Fabrizio Gatti, giornalista
Riccardo Gatti, capitano e capomissione di Proactiva Open Arms
Federica Giannotta, responsabile progetti Italia Terre des Hommes
Beppe Giulietti, giornalista
Patrizio Gonnella, presidente Antigone e Coalizione Italiana Libertà e Diritti civili (CILD)
Maurizio Gressi, portavoce Comitato per la promozione e la protezione dei diritti umani
Giampiero Griffo, presidente Disabled People’s International Italia (DPI)
Gad Lerner, giornalista
Yasha Maccanico, ricercatore e giornalista, Statewatch/University of Bristol
Pierfrancesco Majorino, assessore alle Politiche sociali del Comune di Milano
Antonio Marchesi, presidente Amnesty International Italia
Elisa Marincola, portavoce associazione Articolo 21
Tomaso Montanari, presidente di Libertà e Giustizia
Kostas Moschochoritis, segretario generale INTERSOS
Riccardo Noury, portavoce Amnesty International Italia
Paolo Oddi, avvocato
Moni Ovadia, attore e regista
Elena Paciotti, giurista
Daniela Padoan, scrittrice
Letizia Palumbo, Università di Palermo
Gianni Rufini, direttore generale Amnesty International Italia
Antonia Sani, presidente Womens International League for Peace and Freedom (WILPF) Italia
Piero Soldini, nazionale CGIL
Barbara Spinelli, parlamentare europea GUE/NGL
Vittoria Tola, responsabile nazionale Unione Donne Italiane (UDI)
Lorenzo Trucco, avvocato, presidente Associazione Studi Giuridici Immigrazione (ASGI)
Fulvio Vassallo Paleologo, avvocato, presidente Associazione Diritti e Frontiere (Adif)
Guido Viale, sociologo
Gustavo Zagrebelsky, giurista, professore Università di Torino
Giacomo Zandonini, giornalista
Padre Alex Zanotelli, missionario comboniano

Adesioni:

Isoke Aikpitanyi, Associazione vittime ed ex vittime della tratta
Leonardo Caffo, filosofo
Lina Caraceni, docente universitaria
Paolo Cattaneo, presidente Diapason cooperativa sociale e CNCA Lombardia
Anna Cimarelli, Tolentino
Nicole Corritore, giornalista di Osservatorio Balcani e Caucaso Transeuropa
Pietro Del Zanna, agricoltore
Ersilia Ferrante, avvocato
Michela Jesurum, Energie Sociali
Mariapia Mendola
Elisabetta Maestrini, avvocato
Maria Pace Ottieri, scrittrice
Vittoria Pagliuca, attivista Amnesty International
Stefano Pasta, giornalista
Carla Peirolero, direttrice Suq Festival Genova
Roberta Radich, psicologa, Coordinamento Nazionale NO TRIV
Simona Regondi, assistente sociale
Ilaria Sesana, giornalista
Nicola Teresi, presidente Emmaus Palermo
Associazione Transglobal
Valeria Verdolini, ricercatrice
Fulvio Vicenzo, direttore Cospe onlus


PER ADESIONI:
cartamilanosolidarieta@gmail.com

 

New Deal 4 Europe, un’alternativa al Piano Juncker

Lettera di Barbara Spinelli agli europarlamentari

Versione italiana
English version

 

Cari colleghi,

come sapete, l’Iniziativa di cittadinanza New Deal 4 Europe sta raccogliendo le firme necessarie per chiedere alla Commissione europea un piano straordinario per lo sviluppo sostenibile e l’occupazione, capace di rilanciare l’economia europea, creare nuovi posti di lavoro e agire per un’Europa della solidarietà sociale, dello sviluppo sostenibile, della democrazia partecipativa.

Gli obiettivi indicati dalla campagna sono riassumibili nell’attuazione di un programma straordinario di investimenti dell’UE per la produzione e il finanziamento di beni pubblici europei (energie rinnovabili, ricerca, innovazione, reti infrastrutturali, agricoltura ecologica, protezione dell’ambiente e del patrimonio culturale ecc.); nella costituzione di un Fondo europeo straordinario di solidarietà per creare nuovi posti di lavoro, soprattutto per i giovani; nell’incremento delle risorse proprie del bilancio europeo tramite una tassa sulle transazioni finanziarie e una carbon tax.

Al fine di sostenere questa importante iniziativa di cittadinanza, che tanti tra noi si sono impegnati ad appoggiare nel corso della campagna elettorale, vi propongo di costituire una rete informale di parlamentari, ovvero un networking group New Deal 4 Europe.

Si tratta di dare inizio a una battaglia parlamentare che porti a modificare il piano di investimenti infrastrutturali presentato da Jean-Claude Juncker, chiedendo che venga basato su un aumento consistente delle “risorse proprie”, anziché su ciò che resta dei “fondi strutturali” o sui finanziamenti della BEI. Il piano di Juncker è infatti del tutto insufficiente dal punto di vista quantitativo, e sul piano qualitativo elude quello che dovrebbe essere il compito prioritario, indicato da New Deal 4 Europe nell’introduzione della doppia tassa sulle transazioni finanziarie e sull’emissione di CO2: avviare uno sviluppo diverso da quello che abbiamo fin qui conosciuto, e che ci ha portato all’attuale crisi recessiva, oltre che alla crisi sempre più acuta dell’equilibrio climatico Se realizzato, il New Deal consentirà di riconquistare il consenso di molti cittadini verso il progetto europeo.

Al tempo stesso, si tratta di mobilitarci per rilanciare la campagna nei media, in considerazione del fatto che le firme raggiunte sono ancora molto lontane dall’obiettivo necessario, benché si siano registrate importanti adesioni nel mondo della cultura, della politica e dell’associazionismo.

La rete informale New Deal 4 Europe dovrebbe dunque assumersi il compito di impostare e coordinare un’azione concreta a sostegno della campagna di raccolta delle adesioni, attivando iniziative di sensibilizzazione tali da imporre l’Ice nell’agenda mediatica europea.

Ci restano 160 giorni per raggiungere l’obiettivo di un milione di firme per New Deal 4 Europe.

Vi ringrazio,

Barbara Spinelli

 

Sito dell’Iniziativa New Deal 4 Europe: www.newdeal4europe.eu

Manifesto per un Piano europeo straordinario per lo sviluppo sostenibile e per l’occupazione

Per firmare il Manifesto


Dear colleagues,

As you are certainly aware, the “New Deal 4 Europe” Citizens’ Initiative is collecting the signatures required to ask the European Commission for an extraordinary plan for sustainable development and employment that may be able to relaunch the European economy, create new jobs and work towards a Europe based on social solidarity, sustainable development and participatory democracy.

The goals indicated by the campaign may be summed up in the enactment of an extraordinary programme of EU investments for the production and the financing of European public goods (renewable energy sources, research, innovation, infrastructural networks, environment-friendly agriculture, environmental protection and protection of cultural heritage, etc.); in the establishment of an extraordinary European solidarity fund to create new jobs, especially for young people; in an increase in the European budget’s own resources through a taxation of financial transactions and a carbon tax.

For the purpose of supporting this important Citizenship Initiative, which many of us have made an effort to back during the election campaign, I propose that we set up an informal network of MEPs, that is, a New Deal 4 Europe networking group.

It is a matter of initiating a parliamentary battle that may lead to a modification of the infrastructure investment plan presented by Jean-Claude Juncker, asking for it to be based on a substantial increase of EU`s “own resources”, rather than on what remains of the “structural funds” or on EIB funding. In fact, Mr. Juncker’s plan is entirely insufficient from a quantitative perspective and, at the qualitative level, it eludes what should be its priority task, indicated by New Deal 4 Europe as the introduction of a double tax on financial transactions and on CO2 emissions:the purpose beingto embark upon a different kind of development from that which we have seen so far – and which has brought us to the current recession-related crisis -and to tackle simultaneously an increasingly serious crisis in the global climate balance. If achieved, the New Deal will make it possible to win back many citizens’ support for the European project.

At this point a mobilisation is necessary, in order to revive this campaign in the media, considering that the signatures that have been collected so far are still a long distance away from the target that is required, in spite of important backing recorded from the milieux of culture, politics and associations.

Hence, the New Deal 4 Europe informal network should take on the task of framing and coordinating a concrete action to support the campaign to collect signatures, undertaking awareness-raising initiatives capable of imposing coverage of the ND4E European Citizens’ Initiativeupon the European media’s agenda.

We have 160 days left to achieve the goal of collecting one million signatures for the New Deal for Europe.

Thank you,

Barbara Spinelli

 

New Deal 4 Europe website: www.newdeal4europe.eu

Manifesto For a European Plan for Sustainable Development and Employment

Sign the Manifesto