Incontro con una delegazione della società civile irachena

Martedì 4 novembre al Parlamento europeo si è svolto un incontro pubblico con una delegazione della società civile irachena promosso dall’europarlamentare Barbara Spinelli (L’Altra Europa con Tsipras), il GUE/NGL e l’ONG italiana “Un ponte per…”.

Barbara Spinelli ha aperto l’incontro sottolineando il grave pericolo che l’Iraq si trova ora ad affrontare con una guerra nel Nord del Paese condotta dallo Stato islamico. Ha inoltre osservato come il popolo iracheno stia pagando le conseguenze di deliberate strategie adottate dall’amministrazione americana e dai governi fantoccio instaurati nella cosiddetta fase di pacificazione: l’imposizione in Iraq di quote su base settaria e di partito nell’assegnazione delle carichepubbliche, e l’erosione dello Stato iracheno.

I rappresentanti della delegazione hanno confermato che esiste in Iraq una società civile che si oppone fermamente sia all’ISIS, sia al governo settario di Baghdad. Le associazioni coinvolte sono impegnate da anni in campagne per promuovere la riconciliazione nazionale, i diritti dei lavoratori, la libertà di stampa e la lotta alla violenza di genere.

Tra i delegati iracheni presenti, Ilham Al-Jasim (confederazione dei lavoratori e dei sindacati), Nadia Al-Baghdadi (Iraqi Social Forum), Yanar Mohammed (attivista per i diritti delle donne), Husam Jejoo (attivista yazidi), Ismael Dawood (“Un ponte per…”). La delegazione si proponeva con questo incontro di sensibilizzare l’opinione pubblica europea sulla questione dei diritti della popolazione irachena e in particolare delle donne, dei giornalisti, dei sindacati e dei funzionari pubblici. La delegazione ha chiesto che vengano esercitate maggiori pressioni sul governo iracheno perché siano applicate le norme internazionali aderendo alla Corte penale internazionale, attuando concreti provvedimenti contro i responsabili di violazioni dei diritti umani, ritirando la Al-Jaafari Personal Status Law, la Al-Jaafari Judiciary Draft Law e il progetto di riforma della Costituzione irachena, nonché attivandosi più decisamente per la protezione dei diritti delle donne (con particolare riferimento alle norme sull’identificazione delle donne prive di documenti). Per quanto concerne i diritti dei giornalisti, la proposta della società civile irachena è di emendare la Journalist Protection Law che contiene “un linguaggio vago e manca di concrete misure a protezione dei giornalisti”.

I partecipanti hanno infine convenuto sulla necessità di contrastare al tempo stesso la politica settaria del governo e   le ampie privatizzazoni in campo economico: due retaggi dell’occupazione americana, che hanno aggravato le tensioni e trasformato gli uffici governativi in feudi di partito, con effetti distruttivi dello Stato di diritto e dell’idea stessa di Stato.

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