Messaggio ai comitati territoriali de L’Altra Europa

Testo del messaggio di Barbara Spinelli al Seminario dei comitati territoriali de L’Altra Europa, svoltosi a Bologna il 14 marzo 2015

Cari amici,

oggi sono idealmente con voi, in questo Seminario dei comitati territoriali dell’Altra Europa – aperto ad associazioni e movimenti della società civile – e al tempo stesso sono idealmente nella sede della Fiom nazionale, dove sta nascendo la coalizione sociale, “fatta di sindacalisti, associazioni, reti, movimenti”.

È una coincidenza secondo me significativa e piena di promesse.

Ho già avuto modo di dire, in una lettera aperta indirizzata a Landini e a Rodotà, con quanto favore io veda l’inizio di una simile coalizione. Proprio per questo, d’altronde, era nata l’Altra Europa. Per combattere la corruzione, il malaffare, le mafie, e i loro alleati occulti e non occulti. La ricchezza nazionale che viene sequestrata da queste cosche e caste, anche attraverso un’evasione fiscale di enormi proporzioni, è ai cittadini che va restituita, perché si possa far fronte ai mali che più distruggono sia le società sia la costruzione europea: le diseguaglianze sociali, l’insicurezza e la precarietà del lavoro giovanile, il disastro climatico che incombe, lo svuotamento mortale delle nostre Costituzioni antifasciste, di cui le oligarchie nazionali ed internazionali vorrebbero disfarsi in nome di una governabilità palesemente fittizia.

Una coalizione, quella sociale di Landini e Rodotà,  fatta di persone: libera, aperta, con una  vocazione progettuale ben definita e soprattutto non minoritaria. Capace, oggi, di costruire una forte opposizione alle politiche adottate dal governo,  e in contemporanea alla gestione europea della crisi. Capace, domani, di alternative di governo non solo in Italia ma anche in Europa.

Un messaggio voglio inviare, da qui, ai compagni e alle compagne riuniti in Corso Trieste, a Roma:

“Consideratemi a disposizione del progetto di coalizione sociale, per quel che riguarda il mio ruolo di parlamentare. Dobbiamo, oggi più che mai, pensare ai nostri territori e all’Europa come a un solo organismo. Dobbiamo cambiare radicalmente gli uni e l’altra, perché questo siamo stati e intendiamo ancora essere: europeisti, sì, ma europeisti insubordinati e anche rivoluzionari se necessario. Europeisti che puntano a restituire piena sovranità ai cittadini, nel momento in cui gli Stati la delegano – aggirando i popoli – ad autorità internazionali o sovranazionali”.

E un messaggio invio a tutti voi, in questo luogo dove la nostra lista ha mostrato non solo di poter produrre una politica fondata sulla partecipazione, sullo scambio di esperienze, sul radicamento tra le persone e i movimenti, ma ha dimostrato anche di poter vincere e governare.

Abbiamo davanti molta strada, ma non partiamo da zero: in quest’anno abbiamo maturato conoscenza, legami, pratiche di lavoro e di partecipazione. Abbiamo elaborato strategie di lotta alle diseguaglianze, abbiamo dedicato il nostro tempo a combattere le nuove xenofobie in Europa. Abbiamo pensato che alla povertà e alla perdita di dignità del lavoro si deve rispondere con l’introduzione di un reddito minimo  e con la riconquista di un nuovo Statuto del lavoratori, visto che quello che avevamo è stato smantellato. Anche questo è sovranità del popolo e dei popoli: l’unica sovranità che conti davvero, e che deve unire i cittadini di tutta l’Unione europea.

L’Altra Europa non è stata un’occasione sprecata. Ma è in pericolo, inutile nasconderselo. Sta a noi non disperdere quello che resta un patrimonio, e tenere uniti tutti i movimenti, i comitati cittadini che non si sentono rappresentati in Parlamento e che rischiano di non sentirsi rappresentati neanche in “Altra Europa”, se quest’ultima si trasforma in un aggregato non sempre democratico di mini apparati di potere.

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