Legalizzazione degli insediamenti illegali in Cisgiordania da parte di Israele

Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-000890/2017
alla Commissione
Articolo 130 del regolamento

Neoklis Sylikiotis (GUE/NGL), Martina Anderson (GUE/NGL), Barbara Spinelli (GUE/NGL), Sofia Sakorafa (GUE/NGL), Martina Michels (GUE/NGL), Edouard Martin (S&D), Ángela Vallina (GUE/NGL) e Patrick Le Hyaric (GUE/NGL)

Oggetto: Israele legalizza gli insediamenti illegali in Cisgiordania

Il 6 febbraio la Knesset ha approvato un disegno di legge inaccettabile che “legalizza” retroattivamente 4 000 alloggi illegali di coloni, costruiti su terre palestinesi di proprietà privata. Con questa legge – l’ultima di una serie di iniziative a favore degli insediamenti israeliani nei territori palestinesi occupati – la Knesset ha dato il via libera a un’appropriazione illegale di terreni.

Tale “regolarizzazione” apre la strada al riconoscimento, da parte di Israele, di migliaia di abitazioni di coloni ebrei costruite illegalmente su terre palestinesi di proprietà privata. La legge viola il diritto internazionale e priva i proprietari palestinesi del diritto di utilizzare o possedere i terreni in questione. Si tratta di una violazione dei diritti di proprietà palestinesi e del diritto palestinese all’autodeterminazione.

La creazione di insediamenti da parte di Israele non ha alcuna validità giuridica, costituisce una flagrante violazione del diritto internazionale e rappresenta un grande ostacolo alla visione di due Stati che vivono fianco a fianco in pace e sicurezza.

Quali pressioni eserciterà l’Unione europea sul governo israeliano affinché metta immediatamente fine alla violazione dei diritti umani dei palestinesi e agli insediamenti?

Perché l’Unione europea non ha ancora congelato l’accordo di associazione UE-Israele, vista la costante violazione dell’articolo 2 dello stesso che sancisce il rispetto dei diritti umani?

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IT
E-000890/2017
Risposta della Vicepresidente Federica Mogherini
a nome della Commissione

(5.4.2017)

Gli insediamenti israeliani nei territori palestinesi occupati sono illegali ai sensi del diritto internazionale, rappresentano un ostacolo alla pace e minacciano di rendere impossibile una soluzione fondata su due Stati. L’UE si oppone fermamente alla politica di insediamento di Israele e alle azioni intraprese in questo contesto. Tale posizione si riflette nelle conclusioni successive del Consiglio “Affari esteri” ed è in linea con la risoluzione 2334 (2016) del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite.

La cosiddetta legge sulla regolarizzazione autorizzerebbe a tutti gli effetti la confisca di terreni palestinesi privati nei territori occupati. L’AR/VP ha già espresso le sue preoccupazioni prima dell’adozione della legge da parte della Knesset: davanti al Parlamento europeo il 22 novembre 2016 e in una dichiarazione l’8 dicembre 2016. Subito dopo l’adozione della legge, l’AR/VP ha esortato il governo israeliano ad astenersi dall’attuazione di questa nuova legge (si veda la dichiarazione del 7 febbraio 2017 [1]). L’UE ha ribadito il messaggio dell’AR/VP durante gli incontri con le autorità israeliane a ogni livello.

La sospensione dell’accordo di associazione UE-Israele costituisce un passo che non può essere fatto senza la decisione unanime di tutti gli Stati membri. L’impegno e il dialogo politico sono il modo più efficace attraverso cui manifestare le nostre preoccupazioni. Inoltre, dal 2009 l’UE ha sospeso il consolidamento delle relazioni UE-Israele, in attesa che vengano compiuti progressi nel processo di pace in Medio Oriente e nell’attuazione dei valori condivisi, di cui i diritti umani sono parte essenziale.

[1]  https://eeas.europa.eu/headquarters/headquarters-homepage_it/20104/Statement%20by%20High%20Representative/Vice-President%20Federica%20Mogherini%20on%20the%20%22Regularisation%20Law%22%20adopted%20by%20the%20Israeli%20Knesset

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