Uso improprio del mandato di arresto europeo da parte della Spagna

Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-000746/2018

alla Commissione

Articolo 130 del regolamento

Ramon Tremosa i Balcells (ALDE), Josep-Maria Terricabras (Verts/ALE), Jordi Solé (Verts/ALE), Martina Anderson (GUE/NGL), José Bové (Verts/ALE), Bodil Valero (Verts/ALE), Igor Šoltes (Verts/ALE), Izaskun Bilbao Barandica (ALDE), Josu Juaristi Abaunz (GUE/NGL), Jill Evans (Verts/ALE), António Marinho e Pinto (ALDE), Bart Staes (Verts/ALE), Barbara Spinelli (GUE/NGL), Maria Lidia Senra Rodríguez (GUE/NGL) e Rolandas Paksas (EFDD)

Oggetto: Uso improprio del mandato di arresto europeo da parte della Spagna

Il 5 dicembre 2017 la Corte suprema spagnola, in una decisione senza precedenti, ha revocato il mandato di arresto europeo emesso il 3 novembre 2017 contro il presidente della Catalogna, Carles Puigdemont, e quattro dei suoi ministri di governo.

Il 6 dicembre 2017 il governo spagnolo ha annunciato la sua intenzione di proporre una riforma delle disposizioni che disciplinano il mandato di arresto europeo in occasione del Consiglio «Giustizia e affari interni» [1].

La revoca del mandato di arresto europeo è stata una mossa tattica per evitare la sconfitta in un tribunale belga, dal momento che il procedimento penale avviato in Spagna nei confronti di Puigdemont e dei suoi colleghi è stato coinvolto in varie violazioni dei diritti fondamentali mentre le imputazioni di ribellione e sedizione non esistono in Belgio.

Il 22 gennaio 2018 Carles Puigdemont ha partecipato a una conferenza in Danimarca e il giudice della Corte suprema spagnola ha rifiutato di emettere un nuovo mandato di arresto europeo per ragioni politiche.

L’8 dicembre 2017 il commissario Věra Jourová ha dichiarato che la decisione quadro relativa al mandato di arresto europeo non necessita di modifiche, contrariamente alle affermazioni del ministro spagnolo. Tuttavia, il suo uso opportunistico solleva la questione se vi debba essere la possibilità di revocare o di emettere un mandato di arresto europeo a propria discrezione.

Alla luce di quanto precede può la Commissione rispondere ai seguenti quesiti:

– Ritiene che tale uso improprio del mandato di arresto europeo possa pregiudicare la fiducia reciproca esistente tra i sistemi giudiziari degli Stati membri e compromettere la sua efficacia?

– In che modo intende evitare un uso opportunistico del mandato di arresto europeo in futuro?

[1] https://www.larazon.es/espana/catala-pide-a-la-ue-revisar-los-delitos-por-los-que-la-euroorden-se-activa-de-manera-automatica-GC17154103.

IT

E-000746/2018

Risposta di Věra Jourová

a nome della Commissione

(13.4.2018)

Il mandato d’arresto europeo (MAE) è una procedura esclusivamente giudiziaria basata sulle circostanze specifiche di ogni singolo caso.

Pertanto, né la Commissione europea né le autorità governative degli Stati membri possono interferire o influire sulle decisioni delle autorità giudiziarie belghe o spagnole per quanto riguarda il mandato d’arresto europeo che è stato emesso contro Carles Puigdemont e altri ministri il 3 novembre 2017 e che è stato revocato il 5 dicembre 2017.

Inoltre, la Commissione ha pubblicato un manuale [1] nel 2017 al fine di agevolare l’uso di questo strumento, il quale ha fornito orientamenti importanti per le autorità giudiziarie nazionali. Continuerà inoltre a organizzare riunioni di esperti al fine di garantire che la decisione quadro sia applicata in tutti gli Stati membri.

[1]     Manuale sull’emissione e l’esecuzione di un mandato d’arresto europeo, GU C335 del 06.10.2017