Intervento sul Parere ‘Lotta contro la tratta di esseri umani’

Bruxelles, 21 aprile 2016. Intervento di Barbara Spinelli, in qualità di relatore ombra per il Gruppo GUE/NGL del Parere “La lotta contro la tratta di esseri umani nelle relazioni esterne dell’Unione Europea” (Relatore per Parere: Bodil Valero – Verdi/ALE)  nel corso della riunione ordinaria della Commissione Libertà civili, giustizia e affari interni (LIBE).

Punto in agenda: Esame degli emendamenti

Ringrazio la collega Bodil Valero per l’ottimo lavoro: ho presentato emendamenti che ritengo complementari al suo lavoro sulla bozza di parere.

Ho innanzitutto presentato emendamenti ove chiedo il riconoscimento di un nuovo tipo di tratta di esseri umani “a scopo di estorsione” che è spesso accompagnata da gravi pratiche di tortura nel Sinai ed è causa di numerosi omicidi e sparizioni di rifugiati eritrei vittime di rapimento. I sopravvissuti, profondamente traumatizzati, non ricevono sempre assistenza o sostegno in Europa, in quanto questo tipo di tratta non è formalmente riconosciuto dall’Unione europea. La risoluzione del Parlamento sull’Eritrea dello scorso marzo accenna già a tratte di questo genere, ed è importante dal mio punto di vista precisare le loro modalità e la loro portata nel parere di Bodil Valero .

Altri emendamenti miei e del mio Gruppo ricordano che l’UE prevede un regime speciale di preferenze tariffarie supplementari negli accordi con alcuni Stati Terzi per promuovere la ratifica e l’effettiva attuazione delle principali convenzioni internazionali sui diritti umani, sul lavoro, e sulla tutela ambientale. Inoltre, apprezzerei molto un invito, rivolto all’UE, a includere sistematicamente negli accordi internazionali dell’Unione, compresi gli accordi commerciali e di investimento conclusi o da concludere, clausole vincolanti, esecutive e non negoziabili relative ai diritti umani e alla tratta.

Infine, ho presentato emendamenti sulla dimensione di genere del fenomeno della tratta, sulla necessità che gli Stati Membri cooperino seriamente a livello giudiziario e sulla necessità di riconoscere l’affinità a livello europeo fra lo status di rifugiato e di “vittima di tratta”, come ben spiegato dalla collega Sippel (S&D): statuti che necessitano, in entrambe i casi, alti livelli di protezione e tutela contro rimpatri in Stati ove le persone rischierebbero la propria vita o l’incolumità fisica.