Riunioni della Commissione parlamentare
Libertà civili, giustizia e affari interni.
3-4 settembre 2014

3 settembre 2014

Domanda rivolta a Luigi Soreca (Direttore della sicurezza interna, DG affari interni, Commissione europea), in seguito alla presentazione di due rapporti: sulla strategia dell’Unione europea in materia di sicurezza interna negli anni 2010-2014 e sull’accordo fra Unione europea e Australia sul trattamento e la conservazione dei dati personali (PNR) dei passeggeri.

Barbara Spinelli ha iniziato il proprio intervento ricordando l’importante ruolo svolto dal Parlamento Europeo, e in particolare dalla Commissione Libertà civili, nel processo di decisione europea in materia di politica interna. In questo quadro ha evocato la creazione nel 2012 della Commissione temporanea sul crimine organizzato, la corruzione e il riciclaggio di denaro (CRIM): commissione istituita nella precedente legislatura dall’europarlamentare Sonia Alfano, il cui lavoro di indagine sulle mafie in Italia ed Europa è stato di notevole importanza. Quella Commissione dovrebbe essere ristabilita, ha detto l’europarlamentare, chiedendo a Luigi Soreca se il giudizio positivo sulla Commissione CRIM, e la proposta di ripristinarne un’analoga, siano condivisi dalla Direzione affari interni della Commissione europea.

Sulle tematiche legate ai cosiddetti jihadisti di ritorno (combattenti provenienti da paesi membri dell’Unione), barbara spinelli ha invitato i presenti a evitare derive “statunitensi”: derive di cui l’Unione si è già resa colpevole in passato, quando vari Stati (tra cui la Polonia) parteciparono ai programmi di “extraordinary renditions” [Azioni di cattura/deportazione/detenzione clandestinamente eseguita nei confronti di cosiddetti “elementi ostili” sospettati di terrorismo, NdR].

Malgrado il clima di emergenza attuale, l’eurodeputata invita i vari attori dell’Unione Europea a preservare in ogni caso i diritti fondamentali delle persone.

Testo dell’intervento

A proposito del contributo che il Parlamento Europeo può dare, mi domando se non sia il caso di ricordare quello che la Commissione Libertà civili ha fatto in passato perché il Parlamento fosse coinvolto fin dall’inizio e non solo informato di tanto in tanto dalla Commissione sulle iniziative adottate. Penso in particolare a attività come quella della Commissione temporanea che era stata creata sulla criminalità organizzata, la Commissione CRIM dell’Onorevole Alfano, il cui lavoro di indagine sulla mafia è stato importante e prezioso.

Le domande sono due. Primo: se non sia il caso di ricreare la Commissione europea criminalità organizzata. Secondo: che importanza ha avuto quest’ultima per i lavori della Direzione generale affari interni nella Commissione. Avere risposte in proposito è essenziale non solo per l’Italia: la mafia è un fenomeno europeo, e per l’occasione voglio qui ricordare che molti magistrati in Italia sono minacciati di morte da Cosa Nostra.

Sui jihadisti di ritorno, l’invito che vorrei rivolgere ai paesi dell’Unione è di evitare derive autoritarie come quelle statunitensi. L’Europa ha preso purtroppo parte a queste derive, come dimostrato dai numerosi casi di extraordinary renditions avvenuti in Europa. Il mio è un invito a tener sì conto dell’emergenza, ma a ricordare l’esistenza di diritti fondamentali che dobbiamo in ogni caso preservare. Grazie.

Secondo intervento, sull’accordo Unione europea-Australia

Barbara Spinelli ha ripreso la parola per ricordare le raccomandazioni fatte durante l’ultimo Consiglio europeo – il 30 agosto scorso – affinché l’accordo con l’Australia sui dati dei passeggeri in transito negli aeroporti (Passenger Name Record – PNR) sia stipulato rapidamente. Il Commissario per gli affari interni Cecilia Malmström ha fatto capire in quell’occasione che l’intesa con l’Australia potrebbe costituire un modello per futuri accordi europei sui dati dei passeggeri in transito. Ragione di più per ricordare, nei negoziati con l’Australia, che recentemente la Corte di giustizia dell’Unione ha vietato la conservazione dei dati personali oltre un certo periodo [Sentenza “Digital Rights Ireland Ltd (C-293/12) v Minister for Communications, Marine and Natural Resources and Others and Kärntner Landesregierung (C-594/12) and Others”, NdR].

Testo dell’intervento

Sarò brevissima, perché l’essenziale di quello che penso è già stato espresso dalla collega Cornelia Ernst (GUE-Ngl) e prima ancora dai deputati Jan Philipp Albrecht (Verdi-Alleanza libera europea) e Birgit Sippel (Socialisti e democratici). Vorrei soltanto aggiungere una considerazione: nell’ultimo Consiglio europeo, il 30 agosto, i capi di Stato o di governo hanno chiesto con forza che l’accordo con l’Australia sia adottato al più presto. Successivamente, il Commissario per la politica interna Malmström ha fatto capire che l’accordo può divenire un modello di futuri accordi europei sulla raccolta e la conservazione dei dati: accordi importanti soprattutto per quanto concerne, ha ancora detto Cecilia Malmström, i migranti. Concordo su questo punto con il vicepresidente di questa Commissione, Albrecht: esiste una sentenza della Corte di Giustizia molto precisa in proposito, pronunciata l’8 aprile scorso, in cui la conservazione dei dati oltre un certo periodo viene espressamente vietata. È una sentenza che va rispettata.

***

Domanda rivolta a Cecilia Malmström (Commissario europeo per gli affari interni)

Barbara Spinelli ha condiviso l’elogio fatto dal Commissario Malmström per l’operazione Mare Nostrum, operazione che ha salvato centinaia di migranti nel Mediterraneo da quando è stata istituita. È il motivo per cui si sperava in una sua europeizzazione. Purtroppo, le precisazioni fornite dalla Malmström hanno confermato che Mare Nostrum non verrà inglobato dall’annunciata nuova operazione Frontex Plus. Infatti, i compiti delle due operazioni sono diametralmente opposti: mentre Frontex Plus svolgerà azioni di controllo e pattugliamento delle coste verso cui si dirigono i migranti e i candidati allo statuto di asilo, Mare Nostrum ha come missione azioni di ricerca e salvataggio (search and rescue). Ha inoltre deplorato l’assenza di informazioni chiare sui mezzi e sul numero di Stati che parteciperanno a Frontex Plus. L’unica cosa chiara è che il governo italiano sta pubblicizzando Frontex Plus come il sostituto a livello europeo di Mare Nostrum: il che equivale a mettere semplicemente fine a Mare Nostrum, e ad accettare un aumento considerevole di naufragi e di morti di migranti nel Mediterraneo.

Testo dell’intervento

Grazie, Signora Commissario. Condivido le preoccupazioni del deputato Kyenge, quindi dirò soltanto poche cose. Lei ha elogiato Mare Nostrum, rammentando le centinaia di vite umane che è riuscito a salvare: è la ragione per cui si sperava in un’europeizzazione dell’iniziativa adottata dall’Italia dopo il disastro di Lampedusa. La verità è che sta avvenendo precisamente il contrario. Esistono due iniziative separate (quella di Mare Nostrum e quella di Frontex Plus), e i compiti sono completamente diversi: Frontex Plus farà controllo e pattugliamento e non si spingerà nelle acque internazionali, a differenza delle azioni di search and rescue condotte da Mare Nostrum. Non sappiamo inoltre quanti Stati parteciperanno alla nuova agenzia, né i mezzi che saranno messi a disposizione.

Il problema, Signora Commissario, è che il governo italiano che ha dato vita a Mare Nostrum non racconta le cose in questo modo; le racconta dicendo che Frontex plus “sostituirà”, superandolo, Mare Nostrum. Questo significherà a mio parere – e suppongo anche a Suo parere – la fine di “Mare Nostrum” e quindi più morti ancora nel Mediterraneo. Grazie.

4 settembre 2014

Domanda rivolta a Gil Arias-Fernández, Direttore esecutivo di Frontex, invitato a presentare le attività di Frontex nel Mediterraneo

Barbara Spinelli ha reiterato le sue preoccupazioni riguardo agli obiettivi dell’operazione Frontex Plus: obiettivi limitati al controllo e pattugliamento di migranti traghettati verso le nostre coste nel Mediterraneo, anziché operazioni di “ricerca e salvataggio” come previsto dall’operazione “Mare Nostrum”. Il risultato di questa scelta: l’Italia, lasciata sola a gestire i flussi di migranti al di là delle proprie acque territoriali, e cioè fino a 170 miglia dalle proprie coste, deciderà di mettere fine a Mare Nostrum, seminando ancora più morte nel Mediterraneo. Non solo: l’operazione Frontex Plus, essendo gestita dai pochi Stati che hanno deciso di farne parte, rischia di violare sia l’Articolo 80 del Trattato di Lisbona [“Le politiche dell’Unione di cui al presente capo e la loro attuazione sono governate dal principio di solidarietà e di equa ripartizione della responsabilità tra gli Stati membri, anche sul piano finanziario. Ogni qualvolta necessario, gli atti dell’Unione adottati in virtù del presente capo contengono misure appropriate ai fini dell’applicazione di tale principio”, NdR], sia l’Articolo 19 della Carta dei Diritti Fondamentali dell’Unione Europea [“Protezione in caso di allontanamento, di espulsione e di estradizione. 1. Le espulsioni collettive sono vietate. 2. Nessuno può essere allontanato, espulso o estradato verso uno Stato in cui esiste un rischio serio di essere sottoposto alla pena di morte, alla tortura o ad altre pene o trattamenti inumani o degradanti”, NdR].

Testo dell’intervento

Ho sentito in questi giorni, e oggi di nuovo dal dottor Arias-Fernández, che Mare Nostrum è considerato unanimemente un grande successo: nella sostanza, esso avrebbe “permesso di fare quello che Frontex non fa”, cioè il salvataggio dei migranti.

Ora sappiamo che Mare Nostrum non sarà sostituito né da Frontex Plus, né da operazioni aggiuntive come Tritone o Hermes. Cioè non ci saranno più missioni di search and rescue oltre le 12 miglia dalla costa. Ne traggo due conclusioni. Primo: l’Italia è lasciata sola. Secondo: Mare Nostrum è finito, e ci saranno di nuovo morti nel Mediterraneo. Chiedo al dottor Arias-Fernández se siete coscienti che queste sono le due conclusioni, e che due articoli dei nostri Trattati sono violati: l’articolo 80 del Trattato di Lisbona, che prescrive la solidarietà e la distribuzione delle responsabilità anche finanziarie tra Stati Membri in caso di necessità, e l’articolo 19 della Carta dei Diritti fondamentali che vieta la politica di respingimenti. Grazie.

***

Domanda rivolta a Matthias Ruete (Direttore generale della DG affari interni, Commissione europea), invitato a presentare le attività della Task Force Mediterranea

Barbara Spinelli ha criticato il messaggio veicolato dalle istituzioni e dal governo italiano secondo il quale l’operazione Mare Nostrum (ricerca e salvataggio dei migranti in mare) avrebbe causato un aumento del numero di fuggitivi e richiedenti asilo in Italia: come reiterato a numerose riprese dall’Associazione Giuridica per gli Studi sull’Immigrazione (ASGI) tale aumento è dovuto all’esplosione e all’estendersi delle crisi e delle guerre in Nord Africa, oltre che in Siria e Iraq, e al disfacimento ormai totale dello Stato libico. L’argomento è usato in realtà come pretesto per uccidere l’operazione Mare Nostrum. Barbara Spinelli ha deplorato l’assenza di impegno e solidarietà da parte di molti Stati, e l’assenza di una politica d’asilo che sia veramente europea e rispettosa dei diritti dei fuggitivi. Ha anche denunciato il poco che è stato fatto, per quanto riguarda i programmi (nazionali) di reinsediamento dei profughi in Europa: solo 15.000 rifugiati sono stati reinsediati nel 2013 per volontà degli Stati membri, a fronte di 300.000 domande di asilo fatte in Europa lo stesso anno.

Testo dell’intervento

Sottolineo due punti: più volte, oggi e ieri, è stata ripetuta l’idea (anche da parte del commissario Malmström), secondo cui Mare Nostrum avrebbe aumentato subdolamente l’immigrazione e la fuga verso le coste italiane, diminuendo la sicurezza dei barconi. È un’opinione che il governo italiano diffonde da un certo tempo. Quel che vi chiedo è di ascoltare le tante associazioni cittadine che si occupano di migranti e rifugiati – come l’Associazione italiana per gli studi giuridici – secondo cui il discorso sull’aumento degli immigrati è un pretesto per uccidere Mare Nostrum. Ci sono più fuggitivi, è vero, ma sappiamo tutti che ci sono perché aumentano le crisi, aumentano le guerre, e conosciamo bene le condizioni catastrofiche in cui versa il non-Stato in Libia.

Secondo punto che vorrei trattare: la Task Force per il Mediterraneo. Anch’io, come altri deputati che si sono espressi prima di me, vorrei sapere per quali progetti verranno attribuiti fondi all’Italia, visto che molto probabilmente Mare Nostrum sarà affossato. È importante che questa Commissione parlamentare chieda agli Stati di impegnarsi veramente in comuni azioni solidali. Azioni che mancano in vari campi, a cominciare dai programmi di reinsediamento e inserimento dei rifugiati. La Task Force per il Mediterraneo parla di successi, ma la verità è che in tutta l’area dell’Unione Europea abbiamo circa 15.000 reinsediamenti, a fronte 300.000 domande presentate dai profughi. Grazie.

Commenti chiusi.