Emergenza profughi in Grecia: Spinelli chiede soluzione politica

Nel pomeriggio del 3 dicembre, il greco Dimitris Avramopoulos, Commissario europeo per le migrazioni, gli affari interni e la cittadinanza, ha incontrato la Commissione per le libertà civili, la giustizia e gli affari Interni del Parlamento europeo.

L’onorevole Barbara Spinelli (GUE-Ngl), membro della Commissione – dopo aver letto e appoggiato la lettera scritta dagli eurodeputati greci Kostadinka Kuneva e Kostas Chrysogonos – ha chiesto al Commissario Avramopoulos spiegazioni e soluzioni politiche riguardo alla situazione che ha portato duecento profughi siriani approdati in Grecia a iniziare uno sciopero della fame che prosegue a oltranza, in piazza Syntagma, davanti alla sede del Parlamento.

Domanda di Barbara Spinelli:

“Buon giorno, commissario Avramopoulos. Visto che nell’audizione che ebbe in questa commissione parlamentare il 30 settembre Lei auspicò una comune politica dell’asilo, vorrei richiamare la sua attenzione su quello che sta succedendo in queste ore ad Atene. Da più di una settimana, duecento siriani sono in sciopero della fame a Piazza Syntagma. Ci sono bambini; ci sono già molte persone che sono state portate in ospedale. La situazione è perversa: perché vogliono andare in un paese terzo, ma sono bloccati nel paese di arrivo per via del regolamento di Dublino (che obbliga il migrante a chiedere asilo nel primo paese dell’Unione dove giunge nella sua fuga, ndr). Allo stesso tempo, il governo greco fa loro sapere che non può garantire né il rifugio, non possedendo strutture adeguate, né il lavoro. È così che si creano zone di non diritto, e si moltiplicano nell’Unione paesi non sicuri dal punto di vista del rispetto dei diritti fondamentali europei. La collega Laura Ferrara (eurodeputata del M5S) ha citato l’Italia, e infatti c’è anche l’Italia come paese che secondo la Corte dei diritti dell’uomo a Strasburgo non è in grado di assicurare condizioni civili di accoglienza (sentenza Tarakkhel del 4-11-2014, ndr).

Quello che le voglio chiedere è cosa intende fare, nell’immediato, per venire incontro alla situazione drammatica in Grecia. E se non sia il caso di accertare l’esistenza di un “afflusso massiccio” di rifugiati. L’afflusso massiccio prevede infatti l’attuazione della Direttiva del 2001 (grazie alla quale la Commissione impone la concessione della protezione temporanea e la solidarietà tra Stati membri negli sforzi di accoglienza, ndr). Le chiedo infine se non pensa sia il caso di rivedere il Regolamento Dublino III, proprio perché generatore di questa situazione perversa, nella quale il fuggitivo si trova incastrato tra il Paese dove non può andare e quello di accoglienza dove non può restare”.

Risposta del Commissario Avramopoulos:

“(Sono al corrente di) ciò che succede in piazza Syntagma. Sono in contatto con le autorità greche, ne sono informato e so qual è la situazione. Questo gruppo di profughi siriani ha ricevuto da parte dell’autorità greca la proposta di dar loro l’asilo, per motivi ovvi. Però c’è un vuoto. E tuttavia le autorità greche hanno dato l’assistenza necessaria a questi profughi siriani in piazza Syntagma. Come Lei stessa ha detto, sono stati portati in ospedale.

Lunedì andrò a Ginevra, dove si svolgerà una grande conferenza dedicata proprio ai profughi siriani. Il flusso migratorio continua ad aumentare, perché le pressioni esercitate su questa popolazione sono particolarmente forti. Si tratta di cose che non valgono solo per la Grecia, ma anche per altri paesi. La decisione di chi chiede asilo è assolutamente personale, quindi non ci sonopossibilità legali, per uno Stato membro, di convincere i singoli a fare domanda, anche se le esigenze di protezione di quelle persone sono quelle che sono. Vorrei però ricordare che gli Stati membri hanno sì l’obbligo giuridico di tutelare le persone, ma anche quello di procedere alla registrazione delle impronte digitali: cosa che le persone in fuga non accettano. Anche in altri paesi è così. Per quanto riguarda i siriani, c’è un consenso fra gli Stati membri sul fatto che non è possibile un rimpatrio, vista la situazione in Siria, e questo indipendentemente dalla natura del soggiorno di questi siriani negli Stati membri.

Non parlo come greco, ma so della situazione perché ne sono informato: già dal 2010 le autorità greche stanno attuando un programma di asilo per i siriani, e le carenze che furono notate allora sono state affrontate, come già detto.

Noi, come Commissione, abbiamo (assunto) un’iniziativa: ne discuterò con i colleghi nella Commissione, ma poi sarà un tema di discussione internazionale a Ginevra”.

Controreplica di Barbara Spinelli:

“Commissario, ma di quale assistenza sta parlando, a Piazza Syntagma? Ai fuggitivi non è stato dato cibo, né acqua. Sono stati portati all’ospedale, è vero, ma non mi dica che è questa l’assistenza!”

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