Immigrazione: idee e parole sbagliate, si perdono tempo e vite

Intervista di Stefano Citati, «Il Fatto Quotidiano», 13 maggio 2015

Le richieste fatte all’Onu da Federica Mogherini sull’emergenza immigrazione verranno soddisfatte?
Ho forti dubbi che venga approvata una risoluzione in tal senso; e Gentiloni e Mogherini paiono troppo sicuri dell’appoggio di Russia e Cina nel Consiglio di Sicurezza. E poi, come ha giustamente ricordato Mattarella, ci vuole l’accordo dei libici, che sono parecchio arrabbiati perché dicono di non esser stati consultati. E anche il segretario Onu Ban Ki-moon si era detto contrario all’uso della forza: una scelta – preconizzata dall’Agenda predisposta dalla Commissione – che per me rimane sciagurata.

In questi giorni si gioca con le parole, i distinguo sui termini: l’operazione militare di cui parlò Renzi è divenuta una “operazione navale” nelle dichiarazioni della Mogherini.
Al di là delle sfumature, nell’Agenda si parla di un’“operazione di distruzione”; quella che con Mare Nostrum era una missione di Search & Rescue (ricerca e soccorso) è ora un Search & Destroy (cerca e distruggi): è scritto nero su bianco il proposito di distruggere le barche dei presunti trafficanti, addirittura all’interno delle acque territoriali libiche. Ma come capire a chi appartengono i barconi? Possono essere pescherecci usati occasionalmente per altri scopi.

Ieri Prodi, ex presidente della Commissione Ue, ha sollevato dubbi su questo punto: come riuscire a compiere efficacemente un’operazione simile?
A me pare che più del metodo sia sbagliata l’idea di fondo; Renzi e larga parte dell’Europa credono di risolvere il problema dei migranti distruggendo i barconi; ma chi fugge delle guerre ha già visto la morte – e molti più morti – nella traversata del Sahara. Chi arriva alle coste si butta verso il mare con ogni mezzo, non è frenato da barconi affondati.

E dunque l’alternativa è… ?
È quella che non si osa compiere: aprire vie legali e sicure verso l’Europa. Gli scafisti esistono perché ci sono guerre e instabilità in molta parte dell’Africa subsahariana. L’Europa dovrebbe esser chiara e dirlo: questo problema non vogliamo risolverlo.

Ieri Renzi ha accennato che “a settembre, forse a ottobre” farà un tour africano, andrà ad Addis Abeba… si cercheranno accordi con i paesi d’origine.
È la grande speranza contenuta nell’Agenda: esternalizzare la politica di asilo. Ciò che manca totalmente nel documento di Bruxelles è un riferimento al rispetto dei diritti umani fondamentali nei paesi d’origine o di transito con i quali si vuole cooperare.

Ricorda il Trattato di amicizia italo-libico tra Berlusconi e Gheddafi che lasciava fare al colonnello il “lavoro sporco”…
Proprio così, è una riedizione di quel patto, solo a livello europeo; non solo è riprovevole, ma anche assurdo e idiota rimandare i migranti proprio nei paesi dai quali fuggono. Non c’è distinzione neanche sui requisiti democratici minimi dei paesi terzi con i quali ci si appresta a dialogare.

Inoltre, dovendo aspettare la decisione dell’Onu e poi mettere in piedi i team di verifica della “Troika” (Frontex, Europol e Easo) per identificare i migranti in arrivo, si ha l’impressione di tempi lunghi…
Quello che sembra un passo avanti, come le quote di ripartizione dei profughi tra i vari paesi, in realtà fa pensare che serva a rinviare le decisioni. Si dice che ci sarà una proposta che deve essere approvata a fine anno: ma diversi paesi come Gran Bretagna, Ungheria, Estonia sono contrari, dunque… Poi sulla risistemazione e l’accoglienza dei prossimi migranti non c’è accordo sulla cifra (quelle che circolano sono minime), e si dice che un piano vincolante verrà introdotto “se necessario”…

Intanto dalla Libia si moltiplicano gli allarmi sull’Isis e sulla possibilità che i terroristi arri vino sulle nostre coste…
In questo momento non credo a nessuna delle voci libiche; ma l’impressione è che si prepari una guerra su larga scala, nella quale spero che l’Europa non si faccia usare. E che spazzerà via in un sol colpo tutta la questione dei migranti.


 

Si veda anche:
Commission’s migration plan set to fail

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