Se questo è il prezzo di Schengen

Strasburgo, plenaria 16 dicembre 15

Dibattito su “Detenzione dei richiedenti asilo e uso della forza nei loro confronti”

Dichiarazioni del Consiglio e della Commissione

Alla presenza di:

Dimitris Avramopoulos, Commissario per la migrazione, gli affari interni e la cittadinanza
Nicolas Schmit, ministro del Lavoro lussemburghese, in rappresentanza della Presidenza del Consiglio

Intervento di Barbara Spinelli

Leggo nel comunicato della Commissione sugli hotspot italiani che Roma deve “dare una cornice legale all’uso della forza” per il prelievo di impronte e le detenzioni prolungate. Sarà difficile, dicono i giuristi, a meno di violare due articoli della Costituzione: il 13 e 24. Mi chiedo anche come l’Unione intenda far fronte a detenzioni e violenze verso i rifugiati che si estendono: in Ungheria, Bulgaria, Polonia, Francia, Spagna. In Italia le espulsioni forzate sono attuate anche quando i giudici sospendono i rimpatri. Il governo danese confisca da domenica scorsa i gioielli dei rifugiati – anelli nuziali esclusi – per pagarne i costi.

È grave che tali misure siano presentate come urgenti e obbligatorie “per salvare Schengen”. Che il Presidente del Consiglio Europeo Tusk raccomandi 18 mesi di reclusione dei richiedenti asilo, sempre “per salvare Schengen”. Che non siano invece considerati obbligatori il non-refoulement, l’habeas corpus, la ricerca di alternative alla detenzione sistematica, la non coercizione su persone vulnerabili o minori. Non ci si può limitare a imporre solo misure repressive mentre la Carta, i trattati, il pacchetto asilo del 2013 prevedono diritti e clausole discrezionali ben più vincolanti.

Se questo è il prezzo di Schengen: No grazie! – come cittadina europea rinuncio volentieri a Schengen, senza esitare.


Si veda anche:

MEPs call for urgent action from the Commission and Council on detention and use of force against migrants

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