Barbara Spinelli: UE-Africa, i costi umani della lotta agli smuggler

Strasburgo, 25 ottobre 2017

Barbara Spinelli è intervenuta nel corso della sessione plenaria del Parlamento europeo nella “Discussione su tematiche di attualità – Lotta contro l’immigrazione illegale e il traffico di esseri umani nel Mediterraneo”, richiesta dal Gruppo ENF e presentata da Matteo Salvini.

L’onorevole Spinelli ha preso la parola in qualità di relatore ombra per il gruppo GUE/NGL della Direttiva sulla Blue Card e sulla Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio recante norme sull’attribuzione a cittadini di paesi terzi o apolidi della qualifica di beneficiario di protezione internazionale, su uno status uniforme per i rifugiati o per le persone aventi titolo a beneficiare della protezione sussidiaria e sul contenuto della protezione riconosciuta.

Presenti al dibattito Matti Maasikas, Vice-Ministro estone per gli Affari europei, e Valdis Dombrovskis, Vice-Presidente per l’Euro e il Dialogo Sociale, Stabilità Finanziaria, Servizi Finanziari e dell’Unione dei Mercati dei Capitali.

Di seguito l’intervento:

«Vorrei rivolgere a Commissione e Consiglio tre domande, sulla battaglia per bloccare l’arrivo di migranti forzati in Europa.

La prima riguarda la lotta prioritaria agli smuggler, concordata con Libia, Niger e Ciad. Cominciamo a conoscerne l’esito: impauriti dalle autorità nigerine, gli smuggler mollano i migranti nel deserto o li conducono su strade dove manca l’acqua. Risultato: i morti nel deserto aumentano esponenzialmente. Secondo Richard Danziger, responsabile dell’OIM in Africa centro-occidentale, sono ormai il doppio dei morti in mare: circa 30.000 tra il 2014 e oggi. Non tutti i fuggitivi arrivano al Mediterraneo.

La seconda domanda concerne le coste libiche, dove regna ormai una guerra tra bande: come distinguere lo smuggler dalle milizie e dalle guardie costiere, che l’Unione o l’Italia formano e pagano? Secondo l’Alto Commissariato Onu, gli abusi nei centri di detenzione sono “spaventosi” (“shocking”).

La terza domanda riguarda le garanzie sull’assistenza UNHCR in Libia. Secondo l’Alto commissario per i rifugiati a Tripoli, è un’assistenza “più che precaria: la Libia non ha firmato la convenzione di Ginevra. Non ha neanche un memorandum con l’UNHCR”.

Di quest’Africa trasformata in nostra prigione, di questi morti, l’Unione è responsabile. Penso che un giorno pagheremo le colpe di cui ci stiamo macchiando.

All’onorevole Matteo Salvini vorrei dire una cosa che sa: nell’UE avete oggi ben più sostegno di quel che dite di avere».

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