L’incubo di uno scenario no-deal

Strasburgo, 16 gennaio 2019. Intervento di Barbara Spinelli nel corso della sessione plenaria del Parlamento europeo. 

Punto in agenda:

Recesso del Regno Unito dall’UE

  • Dichiarazioni del Consiglio e della Commissione

Presenti al dibattito:

  • Melania-Gabriela Ciot – Segretario di Stato per gli Affari europei (Presidenza rumena del Consiglio dell’UE)
  • Frans Timmermans – Primo vicepresidente della Commissione europea e Commissario europeo per la migliore legislazione, le relazioni interistituzionali, lo stato di diritto e la carta dei diritti fondamentali
  • Michel Barnier – Capo negoziatore incaricato di preparare e condurre i negoziati con il Regno Unito a norma dell’articolo 50 del TUE

 

La prospettiva di un non-accordo su Brexit rappresenterebbe una lesione grave del Good Friday Agreement, su cui i cittadini nord irlandesi finiranno col pronunciarsi. Ma anche per i cittadini europei nel Regno Unito, e per gli inglesi che vivono nell’Unione, l’orizzonte è scuro. L’assenza di un Withdrawal agreement li priverebbe di tutti i diritti legati alla libertà di movimento. Dal limbo di questi anni passerebbero all’inferno dell’incertezza legale. Difficile dire come si potrà uscire da questa massiccia sconfessione della linea dell’esecutivo senza che il popolo sia di nuovo interpellato.

Comunque, se il no deal sarà confermato, e il Brexit non revocato, la Commissione, il Consiglio e il Parlamento dovranno impegnarsi negli ambiti in cui possono esercitare subito un’influenza, e preservare unilateralmente, come primo atto,  i diritti dei residenti inglesi: raccomandando l’allineamento delle procedure nazionali alle best practice già prospettate in alcuni Paesi membri, e garantendo loro il libero movimento nell’Unione.

Ben più grave il caso dei cittadini europei in Gran Bretagna: sono più di 3 milioni, e in uno scenario no deal diverranno vittime, come già purtroppo lo sono i cittadini di Paesi terzi, dell’ambiente ostile promosso dai Tory fin dal 2012. Le promesse fatte recentemente da Theresa May potranno essere revocate dal Parlamento d’un solo colpo, quando vorrà.

Solo un trattato internazionale che salvaguardi i diritti iscritti nel Withdrawal agreement darebbe loro certezza legale. Il cosiddetto ringfencing dei diritti – la loro messa in sicurezza – è possibile se l’Unione, oltre a proteggere unilateralmente i residenti inglesi in Europa, condizionerà i negoziati sulle future relazioni a un preliminare accordo bilaterale Unione-Regno Unito che preservi e migliori il capitolo diritti contenuto nel Withdrawal agreement. Anche per questo è cruciale dare alla Gran Bretagna più tempo, per uscire dalle presenti difficoltà.

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