Relazioni tra Ue e Arabia Saudita

Interrogazione con richiesta di risposta scritta E-015299/2015

alla Commissione (Vicepresidente/Alto rappresentante)

Articolo 130 del regolamento

Marietje Schaake (ALDE), Max Andersson (Verts/ALE), Petras Auštrevičius (ALDE), Beatriz Becerra Basterrechea (ALDE), Brando Benifei (S&D), Izaskun Bilbao Barandica (ALDE), José Bové (Verts/ALE), Lynn Boylan (GUE/NGL), Cristian-Silviu Buşoi (PPE), Reinhard Bütikofer (Verts/ALE), Enrique Calvet Chambon (ALDE), Ignazio Corrao (EFDD), Peter van Dalen (ECR), Karima Delli (Verts/ALE), Pascal Durand (Verts/ALE), Angel Dzhambazki (ECR), Bas Eickhout (Verts/ALE), Jill Evans (Verts/ALE), Tanja Fajon (S&D), Arne Gericke (ECR), Juan Carlos Girauta Vidal (ALDE), Ana Gomes (S&D), Takis Hadjigeorgiou (GUE/NGL), Marian Harkin (ALDE), Hans-Olaf Henkel (ECR), Sophia in ‘t Veld (ALDE), Yannick Jadot (Verts/ALE), Eva Joly (Verts/ALE), Jude Kirton-Darling (S&D), Ulrike Lunacek (Verts/ALE), Ernest Maragall (Verts/ALE), David Martin (S&D), Stefano Maullu (PPE), Valentinas Mazuronis (ALDE), Louis Michel (ALDE), Matthijs van Miltenburg (ALDE), Javier Nart (ALDE), Morten Helveg Petersen (ALDE), Miroslav Poche (S&D), Laurenţiu Rebega (ENF), Michel Reimon (Verts/ALE), Frédérique Ries (ALDE), Michèle Rivasi (Verts/ALE), Bronis Ropė (Verts/ALE), Marielle de Sarnez (ALDE), Judith Sargentini (Verts/ALE), Molly Scott Cato (Verts/ALE), Alyn Smith (Verts/ALE), Csaba Sógor (PPE), Igor Šoltes (Verts/ALE), Renato Soru (S&D), Barbara Spinelli (GUE/NGL), Bart Staes (Verts/ALE), Jean-Luc Schaffhauser (ENF), Hannu Takkula (ALDE), Keith Taylor (Verts/ALE), Michael Theurer (ALDE), Ivo Vajgl (ALDE), Bodil Valero (Verts/ALE), Julie Ward (S&D) e Cecilia Wikström (ALDE)

Oggetto: VP/HR – Relazioni tra l’UE e l’Arabia Saudita

L’Arabia Saudita è stata accusata di crimini di guerra durante le sue operazioni militari nello Yemen e rifiuta di avviare un’indagine in merito alla perdita di vite umane tra la popolazione civile del luogo. Inoltre, solo nell’anno in corso in Arabia Saudita sono state decapitate più di 150 persone e il paese continua a finanziare predicatori, moschee e madrase in tutto il mondo, compresa l’Europa, esportando così opinioni ultraconservatrici che costituiscono un terreno fertile per la radicalizzazione in Europa e altrove. In tale contesto, la costante vendita di armi all’Arabia Saudita viola i criteri 2, 4 e 6 della posizione comune 2008/944/PESC del Consiglio dell’8 dicembre 2008. Gli Stati membri dell’UE continuano a ignorare il codice di condotta.

  1. Intende il vicepresidente/alto rappresentante avviare un’iniziativa volta all’istituzione di un embargo europeo sulle armi contro l’Arabia Saudita? In caso di risposta negativa, può indicarne i motivi?
  2. Considerato che i donatori dell’Arabia Saudita costituiscono un’importante fonte di finanziamento per i gruppi terroristici sunniti in tutto il mondo, come valuta il VP/HR l’attuazione delle risoluzioni 2161 e 2199 del Consiglio di Sicurezza delle Nazioni Unite da parte dell’Arabia Saudita al fine di garantire che i suoi cittadini o altri individui nel suo territorio non mettano a disposizione risorse a beneficio di ISIL, Al-Qaeda e gruppi affiliati?

IT
E-015299/2015
Risposta della Vicepresidente Mogherini
a nome della Commissione
(9.2.2016)

Conformemente al quadro giuridico dell’UE che disciplina le esportazioni di armi (posizione comune 2008/944/PESC), gli Stati membri devono valutare le domande di autorizzazione all’esportazione di armi in base agli otto criteri stabiliti nella posizione comune, fra cui rientrano anche il rischio di violazioni dei diritti umani e del diritto umanitario, l’incidenza sulla stabilità della regione e il comportamento del paese importatore per quanto riguarda il rispetto del diritto internazionale. Spetta agli Stati membri decidere, una volta eseguita questa valutazione del rischio, se concedere o negare l’autorizzazione di esportazione. Le autorizzazioni concesse possono inoltre essere subordinate a determinate condizioni riguardanti, ad esempio, l’uso finale e la riesportazione. Per quanto concerne le misure restrittive, come l’embargo sulle armi, l’attuale quadro giuridico dell’UE richiede una decisione del Consiglio che deve essere adottata all’unanimità.

Lo Stato islamico dell’Iraq e del Levante (ISIL) è designato come affiliato di Al-Qaeda in Iraq dal comitato per le sanzioni del Consiglio di sicurezza delle Nazioni Unite (CSNU) ed è oggetto di sanzioni a norma della risoluzione 1267 (1999) del CSNU e di tutte le risoluzioni successive. Le sanzioni imposte dal CSNU comprendono un’ampia gamma di misure volte a contrastare il finanziamento del terrorismo e a vietare di mettere fondi o risorse economiche a disposizione dell’ISIL. Le sanzioni disposte dal CSNU sono vincolanti per tutti gli Stati membri dell’ONU, che devono applicarle nella loro giurisdizione.

L’UE esorta tutti gli Stati ad applicare integralmente le risoluzioni del CSNU e a conformarsi alle raccomandazioni del Gruppo di azione finanziaria internazionale sul finanziamento del terrorismo. L’Arabia Saudita ha l’obbligo di applicare il regime di sanzioni imposto dall’ONU contro Al-Qaeda, le risoluzioni 2161, 2170, 2178, 2199, 2249 e 2253 del CSNU e tutte le altre risoluzioni pertinenti volte a combattere il terrorismo.