ICE, l’UE chiude le porte alla partecipazione cittadina

Strasburgo, 12 marzo 2019. Barbara Spinelli (Gue/Ngl) è intervenuta ieri nel corso della sessione plenaria del Parlamento europeo dedicata alla Proposta di regolamento del Parlamento europeo e del Consiglio riguardante l’iniziativa dei cittadini europei (ICE).

Presenti al dibattito:

  • Alain Lamassoure, deputato PPE, in sostituzione del relatore György Schöpflin.
  • Andrus Ansip, Vicepresidente della Commissione europea e Commissario europeo per il Mercato Unico Digitale.

Il nuovo regolamento è stato approvato con 535 voti a favore, 90 contrari e 41 astensioni.

I più importanti emendamenti presentati da Barbara Spinelli e dal gruppo Gue/Ngl chiedevano: la preservazione dei sistemi di raccolta individuale e la cancellazione della data fissata per la loro abolizione; un serio follow-up legislativo, nei limiti di quanto previsto dall’articolo 11 del Trattato dell’Unione; la possibilità per le Iniziative cittadine di chiedere la modifica di una proposta legislativa in corso.
La proposta di votare gli emendamenti all’accordo provvisorio, presentata in apertura del voto da Barbara Spinelli in nome del gruppo Gue/Ngl, è stata rigettata.

Di seguito l’intervento in Plenaria dell’11 marzo 2019:

Per quattro anni ci siamo occupati di uno strumento iscritto nei Trattati ma moribondo: l’Iniziativa cittadina (ICE). Lo sforzo di riesumarlo era l’occasione per dare una prima risposta alle sfide del momento: la vasta crisi della democrazia rappresentativa; l’offensiva dei poteri costituiti contro i corpi intermedi (sindacati, Ong); la domanda di democrazia diretta o partecipativa. Una domanda crescente – e rischiosa se ripetutamente inascoltata – come dimostrato dal Brexit e dal movimento Gilet gialli.

L’occasione è stata in parte persa, e i cittadini manifestano in questi giorni profondissima delusione. Vero è che l’ICE è tecnicamente migliorata, e il Parlamento potrà valutare le iniziative coronate da successo. Ma il potere di dar loro un seguito legislativo è monopolizzato dalla Commissione, e anche la raccolta firme è accentrata nelle sue mani. I sistemi individuali di raccolta, pure molto efficaci e previsti dal precedente regolamento, saranno aboliti. È un ennesimo schiaffo alle Ong.

È come se avessimo costruito uno smartphone più accessibile ma che bloccasse le chiamate: user-friendly, non citizen-friendly. L’Iniziativa cittadina non viene uccisa, fortunatamente. Ma resta in coma. I poteri costituiti dell’Unione si barricano, chiudendo le porte alla partecipazione cittadina nel preciso momento in cui glorificano l’inesistente dèmos europeo. Non è un segno di forza, ma di debolezza.