Romania: l’Ue usa due pesi e due misure

di mercoledì, Ottobre 3, 2018 0 , , , Permalink

Comunicato stampa

Strasburgo, 3 ottobre 2018

Barbara Spinelli è intervenuta nel corso della sessione plenaria del Parlamento europeo, nel punto in agenda dedicato allo Stato di diritto in Romania.

Presenti al dibattito: 

–      Juliane Bogner-Strauss, ministro federale austriaco delle donne, delle famiglie e della gioventù (Presidenza austriaca del Consiglio dell’UE)

–       Frans Timmermans, Primo vicepresidente della Commissione europea e Commissario europeo per la migliore legislazione, le relazioni interistituzionali, lo stato di diritto e la carta dei diritti fondamentali

–      Vasilica Viorica Dăncilă– Primo Ministro della Romania

Di seguito l’intervento:

«Da anni la Romania scende in piazza, e visto il poco tempo che ho, mi concentrerò su alcuni punti:

Primo: la lotta alla corruzione e per la giustizia indipendente è cruciale per la rule of law, ma dovremmo ricordare che la protesta rumena è estremamente frammentata: per alcuni la corruzione produce diseguaglianze, per altri ostacola l’estensione dell’agenda neo-liberale e giustifica gli abusi di potere da parte dei servizi segreti. Ne nasce una falsa unità: è la forza ma anche la debolezza del movimento.

Secondo: nel movimento ci sono lati oscuri. I sostenitori del PSD sono dileggiati come “anziani, stupidi, rurali”. La verità è che l’opposizione al presente governo non riesce a convincere l’elettorato più povero ed emarginato, che vive nelle campagne e nelle città di provincia: non dimentichiamo anche noi gli emarginati del Mercato Unico.

Terzo: il movimento non combatte solo la corruzione. Include anche battaglie contro la costituzionalizzazione della famiglia come unione esclusiva fra uomo e donna. La Carta europea dei diritti fondamentali non vieta né impone la concessione dello status matrimoniale a unioni tra persone dello stesso sesso.

Quarto: la battaglia per la rule of law è più che giusta e la sostengo. Ma la invito, vicepresidente Timmermans, a usarla anche per paesi che regolarmente risparmia. L’ho ascoltata in questi giorni a proposito delle manifestazioni di agosto a Bucarest. Ha parlato, giustamente, di immagini sconvolgenti, di protestatari pacifici picchiati dalla polizia, di inchieste da aprire subito. Sono mancate parole così forti quando i pacifici elettori indipendentisti in Catalogna sono stati picchiati e i loro leader imprigionati, e mi chiedo perché la Romania sia severamente vagliata e condannata, mentre la Spagna no».

Corruzione depenalizzata in Romania

di giovedì, Febbraio 2, 2017 0 , , Permalink

Bruxelles, 2 febbraio 2017. Intervento di Barbara Spinelli nel corso della sessione plenaria del Parlamento europeo.

Punto in agenda: Democrazia e giustizia in Romania

Dichiarazione della Commissione europea

Presenti al dibattito:

Frans Timmermans – Vicepresidente della Commissione e Commissario europeo per la migliore legislazione, le relazioni interistituzionali, lo stato di diritto e la carta dei diritti fondamentali

Da giorni, decine di migliaia di cittadini romeni scendono in piazza per protestare contro un decreto legge, predisposto dal Premier socialdemocratico, che depenalizza reati di corruzione sotto una certa soglia di danni (45.000 euro). Sono solidale con la loro battaglia, e con la reazione del Presidente Iohannis che ha descritto la promulgazione del decreto come “un giorno di lutto”. Venendo dall’Italia so cosa intende, quando parla di lutto: in Italia sono stati molteplici i tentativi di depenalizzare la corruzione e perfino la complicità politica con la mafia, negli anni di Berlusconi. Posso assicurarvi che la corruzione ne è uscita rafforzata.

Trovo soprattutto inquietante il modo in cui l’ordinanza, assieme ad altri decreti d’urgenza, è stata approvata: di nascosto, di notte, senza prima consultare Parlamento e Corte costituzionale. È un modo di procedere frequente, in Europa: il potere esecutivo viene sempre più accentrato, e le forze politiche che vincono le elezioni si comportano come se tale vittoria permettesse di abolire i meccanismi di check and balance su cui si fondano le democrazie costituzionali. Le proteste dei cittadini e della stampa in Romania ci ricordano che anche loro – associazioni e stampa indipendente – sono poteri chiamati a frenare il potere centrale: specie in tempi di crisi economica e sociale.

Dice il governo romeno che la depenalizzazione è necessaria per evitare le carceri sovraffollate denunciate dalla Corte europea dei diritti dell’uomo. È una scusa che non sta in piedi, anche qui l’Italia insegna. Decreti simili sono adottati per evitare il carcere a qualche decina di politici corrotti: tutto qui. Cosa che i cittadini, le Ong, i giudici costituzionali, lo stesso Presidente in Romania denunciano – a mio modesto parere – giustamente.