Intervento sullo stato di diritto in Polonia

Strasburgo, 4 luglio 2016. Intervento di Barbara Spinelli, per conto del Gruppo GUE/NGL, in apertura dei lavori della Sessione Plenaria.

Punto in agenda: Ordine dei lavori – Richiesta del Gruppo GUE/NGL di reintrodurre nell’agenda dei lavori di martedì 5 luglio 2016 il seguente dibattito: Recent developments in Poland and their impact on fundamental rights as laid down in the Charter of Fundamental Rights of the European Union (Council and Commission statements)“.

La richiesta del Gruppo GUE/NGL è stata respinta dall’aula con 116 voti a favore, 169 contrari e 70 astensioni.

L’aula ha invece accolto la proposta avanzata del Gruppo ALDE di sottoporre una richiesta alla Conferenza dei Presidenti affinché decida sulla possibilità di fissare tale dibattito nel corso della Sessione Plenaria di settembre (276 voti a favore, 52 contrari, 18 astensioni). 

Cari colleghi, come già deciso nella Conferenza dei presidenti, chiedo in nome del mio gruppo di discutere martedì una seconda risoluzione sullo stato di diritto in Polonia: perché nel frattempo la Commissione ha espresso un’opinione preoccupata sul rispetto del rule of law, così come, di nuovo, la Commissione di Venezia; perché il Tribunale costituzionale continua a essere paralizzato; perché nuove leggi sono in via di adozione – su antiterrorismo, sorveglianza Internet, media, aborto. Era stato deciso di verificare la loro coerenza con le leggi europee in una seconda risoluzione, dopo quella dello scorso aprile.

Credo che questo Parlamento riconoscerà che, proprio nel dopo-Brexit, la democrazia sia il primo bene da difendere e promuovere, dentro l’Unione, e intendo tutti e tre i pilastri della democrazia costituzionale: il suffragio universale, e anche la rule of law e la separazione dei poteri.

Non è un’ingerenza negli affari interni di uno Stato membro, ma il richiamo a principi e leggi comuni che ciascuno ha sottoscritto firmando i trattati, specie gli articoli 2 e 6.

Se il governo polacco o altri governi presenti o futuri – penso all’Ungheria o alle nuove presidenziali in Austria – ritengono che questi principi infrangano la propria sovranità, è l’intero impianto costituzionale dell’Unione che andrebbe ridiscusso.


 

Si veda anche:

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