Il Consiglio dell’Unione europea non si presenta in aula a rispondere su Mos maiorum. Barbara Spinelli: offesa la democrazia parlamentare

Bruxelles, 26 febbraio 2015

Questa mattina alle 11,15 il Consiglio dell’Unione europea era atteso alla riunione della Commissione LIBE (Libertà civili, giustizia e affari interni), dove avrebbe dovuto dare chiarimenti su due interrogazioni scritte a proposito dell’operazione congiunta di polizia Mos maiorum, la prima presentata il 9 ottobre 2014 da Barbara Spinelli e cofirmata da Kostas Chrysogonos, Malin Björk, Martina Anderson, Marie-Christine Vergiat (Gue-Ngl), la seconda presentata il 10 ottobre da Ska Keller (Verdi).

A sorpresa, il Consiglio ha mancato l’appuntamento in agenda: un comportamento che il presidente della Commissione LIBE Claude Moraes e i deputati intervenuti in aula hanno definito inaccettabile, al punto che Moares ha dichiarato la propria intenzione di scrivere immediatamente una lettera di protesta.

Tutto inizia il 10 luglio 2014, quando la Presidenza italiana invia una nota riservata alle delegazioni del Consiglio per presentare il lancio dell’operazione congiunta di polizia Mos maiorum (tenutasi tra 13 e il 26 ottobre), volta a fermare e schedare tutti i migranti non in possesso di un documento di soggiorno sull’intero territorio europeo delimitato dall’area Schengen.

Il 9 ottobre, pochi giorni dopo la pubblicazione del documento sul sito inglese Statewatch, Barbara Spinelli presenta un’interrogazione scritta in cui chiede al Consiglio se ritenga che tali operazioni “rappresentino uno strumento idoneo ad affrontare i problemi creati dalle attuali politiche migratorie e di asilo, riconducibili anzitutto alla mancanza di accesso sicuro e legale all’Ue e al sistema di Dublino”. Al tempo stesso, l’interrogazione di Spinelli – così come quella di Ska Keller – indica il rischio di incorrere in schedature e fermi basati sul racial profiling, con “l’effetto di alimentare gli stereotipi xenofobi e di rafforzare le reti dei trafficanti, anziché contrastarle”.

Il Consiglio risponde solo il 10 dicembre, affermando che “l’operazione congiunta di polizia Mos maiorum è condotta sotto la responsabilità dello stato italiano, con il sostegno degli stati membri che hanno deciso di parteciparvi. Il Consiglio quale istituzione non ha pertanto preso decisioni riguardo alla sua istituzione né è in grado di pronunciarsi sulle modalità di gestione”.

“Una risposta che non è una risposta”, commenta Barbara Spinelli, “perché se è vero che l’operazione fu lanciata dalla presidenza italiana, allora a capo del semestre di presidenza del Consiglio dell’Unione europea, è altrettanto vero che gli stati membri avevano confermato la propria partecipazione al Segretariato generale del Consiglio, e l’accordo era stato raggiunto nel Law Enforcement Working Party del Consiglio, il che implica il pieno coinvolgimento dell’istituzione europea”.  D’altra parte, continua l’eurodeputata del Gue-Ngl, “sappiamo che operazioni analoghe a Mos maiorum – come Perkunas, Aphrodite, Hermes, Mitras, Demeter e Balder – si sono verificate all’incirca per ogni presidenza di turno del Consiglio dell’Unione. Scaricare la responsabilità sui singoli stati ha un grave significato politico. Quella del Consiglio è una dichiarazione di non responsabilità che avvalora il principio per cui il Paese che assicura la presidenza del semestre europeo non rappresenterebbe l’Unione, ma solo se stesso”.

“La decisione del Consiglio di non presentarsi oggi davanti alla Commissione”, conclude Spinelli, “offende la democrazia parlamentare”.

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