No a una fiera gastronomica delle multinazionali

COMUNICATO STAMPA

EXPO – EURODEPUTATI ALTRA EUROPA: «NO A UNA FIERA GASTRONOMICA OSTAGGIO DELLE MULTINAZIONALI»

Forenza, Maltese e Spinelli annunciano il loro voto contrario alla mozione sull’Esposizione di Milano in votazione al Parlamento europeo

Strasburgo 30 aprile 2015

Eleonora Forenza, Curzio Maltese e Barbara Spinelli, europarlamentari del gruppo GUE/NGL, esprimono profonda contrarietà alla relazione su Expo2015 discussa oggi al Parlamento europeo:  «appare evidente che, dietro nobili dichiarazioni d’intenti, Expo2015 nasconda la mera celebrazione di una fiera gastronomica che non solo riduce il cibo a bene commerciale legato a forme non sostenibili di consumismo, ma toglie anche dignità al lavoro».

È inaccettabile, affermano Forenza, Maltese e Spinelli, «la scelta di sostituire con volontari e lavoratori precari quella che avrebbe dovuto essere una “buona occupazione”, con contratti e salari degni». I tre eurodeputati considerano risibile che nella relazione presentata al Parlamento europeo si descriva Expo2015 come “esempio di trasparenza”. «Si tratta, piuttosto, di una testimonianza della crescente corruzione che affligge l’Italia, ostaggio degli interessi delle organizzazioni criminali: una corruzione portata alla luce dai recenti procedimenti giudiziari, ma denunciata ben prima dell’apertura dei cantieri».

Per questi motivi Eleonora Forenza, Curzio Maltese e Barbara Spinelli hanno deciso di votare contro la risoluzione Expo Milano 2015: nutrire il pianeta, energia per la vita, e al tempo stesso di sostenere con forza la manifestazione promossa dai comitati “No Expo” per il Primo Maggio a Milano.

Semestre italiano: equivoci e false promesse

Bruxelles, 24 settembre 2014. Report di Sandro Gozi sullo stato dei lavori del semestre di presidenza italiana davanti agli europarlamentari italiani: intervento di Barbara Spinelli

Ringrazio il sottosegretario Gozi per il suo intervento, e mi limito a riassumere in tre punti il mio dissenso.

Primo punto: l’immigrazione, che con l’estendersi delle guerre attorno a noi assumerà aspetti sempre più drammatici. Lei ha parlato di “phasing out” dell’operazione Mare Nostrum, che a parere dei maggiori esperti nell’Unione europea ha salvato un gran numero di profughi a rischio naufragio. Consiglierei di non usare parole inglesi ma italiane, e di dire a chiare lettere che di altro si tratta. Si tratta della “fine” di Mare Nostrum, dal momento che nessun’operazione è prevista che sia veramente sostitutiva, e che si occupi dell’essenziale: cioè di cercare e salvare i migranti in fuga (search and rescue). Frontex Plus ha un’altra missione – ormai è chiaro a tutti – e nemmeno sappiamo se potrà disporre di risorse adeguate e quali saranno gli Stati che contribuiranno.

Continua a leggere

Con Alexis Tsipras, oltre la rabbia, oltre la paura

Testo del discorso tenuto alla manifestazione de L’Altra Europa con Tsipras in piazza Maggiore a Bologna, il 21 maggio 2014

Gra­zie Ale­xis Tsi­pras, per esser oggi con noi: a Torino, a Milano, ora qui a Bolo­gna, a pochi giorni dalle ele­zioni. La tua pre­senza ci dà forza. Anche la vit­to­ria del tuo par­tito alle muni­ci­pali ci dà forza: un’altra sto­ria è pos­si­bile, fino a ieri rite­nuta impos­si­bile.

Ti abbiamo visto in tele­vi­sione, pochi giorni fa. Tra tutti i can­di­dati eri senza dub­bio il migliore: l’unico che ha aperto una nuova pro­spet­tiva, l’unico che ha par­lato di cose spi­nose, euro­pee e anche ita­liane: delle deva­sta­zioni pro­dotte dall’ auste­rità, dei patti esi­stenti in Ita­lia fra Stato e mafia, dello svuo­ta­mento sem­pre più evi­dente della demo­cra­zia e delle costi­tu­zioni, qui da noi e in molti paesi d’Europa.

Ho spe­cial­mente apprez­zato il tuo accenno, in una rispo­sta al can­di­dato del Par­tito popo­lare Junc­ker, al ver­tice di Can­nes del 2 novem­bre 2011. Hai con­fer­mato i tanti pic­coli colpi di Stato — i tanti micro-infarti cere­brali della demo­cra­zia – che hanno avuto luogo nell’Unione da quando c’è la crisi. In quel ver­tice sono state decise, nel chiuso d’una ristretta oli­gar­chia euro­pea, i limiti che dove­vano esser messi alla demo­cra­zia e alla sovra­nità popo­lare in due paesi dell’Unione: Gre­cia e Ita­lia. In Gre­cia fu affos­sato un refe­ren­dum sull’austerità. In ambe­due i paesi si decise che non sareb­bero stati tol­le­rati governi rego­lar­mente eletti. Pochi giorni dopo — l’11 e il 16 novem­bre – cade­vano il governo greco e quello italiano.

Continua a leggere