Risposta della Commissione sulle trivellazioni

È giunta la risposta di Karmenu Vella a nome della Commissione all’interrogazione scritta sulle trivellazioni:

IT
P-002962/2016
Risposta di Karmenu Vella
a nome della Commissione
(14.6.2016)

La Commissione ritiene che in questa fase non vi sia una potenziale violazione del diritto ambientale dell’Unione, poiché la decisione, adottata con atto legislativo, di estendere le autorizzazioni per l’estrazione di idrocarburi entro 12 miglia nautiche dalla costa “per la durata di vita utile del giacimento” è di competenza esclusiva delle autorità nazionali.

La Commissione ritiene altresì che non vi sia alcuna violazione delle disposizioni della convenzione di Aarhus[1], in quanto gli obblighi della convenzione relativi alla partecipazione del pubblico non si applicano agli atti legislativi.

Data la modesta produzione di idrocarburi in Italia, tale misura legislativa non dovrebbe peraltro avere un impatto considerevole sulla concorrenza nei mercati internazionali degli idrocarburi. La Commissione ritiene pertanto che non vi sia in questa fase una potenziale violazione della normativa unionale in materia di concorrenza.

Infine, a norma della direttiva 94/22/CE [2] relativa alle condizioni di rilascio e di esercizio delle autorizzazioni alla prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi, l’Italia deve garantire che la durata delle autorizzazioni non superi il periodo necessario per portare a buon fine le attività per le quali esse sono state concesse. Tuttavia, le autorità competenti possono prorogare la durata delle autorizzazioni se la durata stabilita non è sufficiente per completare l’attività in questione e se l’attività è stata condotta conformemente all’autorizzazione.

[1]     http://ec.europa.eu/environment/aarhus/

[2]     GU L 164 del 30.5.1994, pag. 3.

Interrogazione scritta sulle trivellazioni

Autore: Barbara Spinelli

Titolo: Procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per via dell’approvazione della Legge di Stabilità 2016 che permette di prolungare in modo indefinito la durata delle concessioni per l’estrazione di idrocarburi.

Il 17 aprile gli italiani saranno chiamati a votare sull’abolizione dell’articolo 1, comma 239, della legge n. 208 del 28 dicembre 2015 (Legge di Stabilità 2016) che consente di protrarre la durata delle concessioni per l’estrazione di idrocarburi entro le 12 miglia marine dalla costa “per la durata di vita utile del giacimento”. Tale norma è sospetta di illegittimità, poiché una durata a tempo indeterminato delle concessioni violerebbe le regole del diritto UE sulla libera concorrenza e in quanto, nonostante la Convenzione di Aarhus sia stata ratificata dall’Unione europea nel febbraio 2005 e recepita dall’Italia con Decreto Legislativo n. 195 nell’agosto del 2005, l’Italia non ha rispettato i propri obblighi, sanciti dalla stessa Convenzione, di consentire la partecipazione del pubblico al processo decisionale in materia ambientale nell’adozione della disposizione in esame.

In considerazione di ciò, chiediamo alla Commissione se ritenga che la disposizione violi gli atti di implementazione della Convenzione di Aarhus e la direttiva 94/22/CE “relativa alle condizioni di rilascio e di esercizio delle autorizzazioni alla prospezione, ricerca e coltivazione di idrocarburi”, se intenda promuovere una procedura di infrazione contro l’Italia e se, in ogni caso, intenda esortare il governo italiano a modificare tale comma.

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Subject: Infringement procedure against Italy for approving the 2016 Stability Law allowing to postpone indefinitely the duration of concessions for the extraction of hydrocarbons

On April 17, Italian citizens will vote on the repeal of article 1, clause 239, of the law n. 208 of 28 December 2015 (Stability Law 2016) that allows for the extension of permissions for extracting hydrocarbons within 12 nautical miles from the coast “for the duration of the useful life of the oil field”. This provision is suspected of illegitimacy, since an indefinite duration of the permission would violate the rules of EU law on free competition and considering that, as the Aarhus Convention was ratified by the European Union, in February 2005, and implemented by Italy with Legislative Decree n. 195 in August 2005, Italy has not complied with its obligations, to allow public participation in environmental decision-making when adopting it.

Considering the above, we asks the Commission whether it considers that this provision violates the acts implementing the Convention of Aarhus and the directive 94/22/CE “on the conditions for granting and using authorizations for the prospection, exploration and production of hydrocarbons” and whether it intends to open an infringement procedure against Italy or, nevertheless, to invite the Italian government to urgently modify that clause.

Chiedo al Presidente della Repubblica di intervenire per permettere l’esercizio democratico del referendum sulle trivellazioni

COMUNICATO STAMPA

Bruxelles, 11 febbraio 2016

Ieri, nella seduta del Consiglio dei Ministri, il governo italiano ha deciso di ignorare gli appelli delle associazioni e dei comitati ambientalisti che chiedevano di accorpare il referendum contro le trivellazioni marine alle prossime elezioni amministrative di giugno e ne ha fissato la data per il prossimo 17 aprile.

Si tratta di un metodo contrario alla democrazia e al buon senso. Fissare un referendum a così breve scadenza significa non solo sprecare circa 360 milioni di euro dei contribuenti, ma impedire un ampio confronto che permetta agli italiani di decidere con cognizione di causa del proprio destino ambientale.

I sei quesiti referendari contro le trivellazioni – che chiedono l’abrogazione di un articolo del Decreto Sviluppo e di cinque articoli dello “Sblocca Italia” – hanno rappresentato fin da subito una spina nel fianco nelle politiche energetiche del governo Renzi e una battaglia di democrazia per i cittadini. Puntare al non raggiungimento del quorum rende chiara la scelta governativa di procedere sulla strada pericolosa e perdente della dipendenza dalle energie fossili energie fossili. Una scelta in aperto contrasto con gli impegni assunti al termine della Conferenza Cop 21, quando l’Italia, insieme ad altri 147 Paesi del mondo, dichiarò la propria volontà di ridurre drasticamente il ricorso alle energie fossili al fine di salvaguardare gli equilibri climatici del pianeta.

Poiché la campagna referendaria si aprirà formalmente solo con il decreto di indizione del Capo dello Stato, mi unisco alla richiesta che il Coordinamento nazionale No-Triv, Greenpeace e altre associazioni stanno in queste ore rivolgendo al Presidente della Repubblica Sergio Mattarella, perché respinga la data proposta dal governo e consenta una votazione effettivamente democratica – anche in considerazione del fatto che dinanzi alla Corte costituzionale pendono due conflitti di attribuzione sui quesiti proposti. Nel caso il giudizio della Corte dovesse essere positivo, il referendum dovrebbe svolgersi su tre quesiti e questo significherebbe che i cittadini italiani verrebbero chiamati alle urne cinque volte nel corso del 2016: per due referendum sulle trivellazioni, per le elezioni amministrative, per gli eventuali ballottaggi e per il referendum costituzionale.