Semestre italiano: equivoci e false promesse

Bruxelles, 24 settembre 2014. Report di Sandro Gozi sullo stato dei lavori del semestre di presidenza italiana davanti agli europarlamentari italiani: intervento di Barbara Spinelli

Ringrazio il sottosegretario Gozi per il suo intervento, e mi limito a riassumere in tre punti il mio dissenso.

Primo punto: l’immigrazione, che con l’estendersi delle guerre attorno a noi assumerà aspetti sempre più drammatici. Lei ha parlato di “phasing out” dell’operazione Mare Nostrum, che a parere dei maggiori esperti nell’Unione europea ha salvato un gran numero di profughi a rischio naufragio. Consiglierei di non usare parole inglesi ma italiane, e di dire a chiare lettere che di altro si tratta. Si tratta della “fine” di Mare Nostrum, dal momento che nessun’operazione è prevista che sia veramente sostitutiva, e che si occupi dell’essenziale: cioè di cercare e salvare i migranti in fuga (search and rescue). Frontex Plus ha un’altra missione – ormai è chiaro a tutti – e nemmeno sappiamo se potrà disporre di risorse adeguate e quali saranno gli Stati che contribuiranno.

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Jyrki Katainen vicepresidente
della Commissione: le ragioni del no

Lettera inviata ai parlamentari europei

Versione italiana
English version

20 settembre 2014

La designazione di Jyrki Katainen come vicepresidente della Commissione e responsabile di occupazione, crescita, investimenti e competitività, e le sue prime dichiarazioni al Parlamento Europeo nei giorni successivi alla designazione, sono inquietanti. Compito del nuovo vicepresidente dovrebbe essere quello di mettersi immediatamente al lavoro per garantire investimenti europei necessari alla ripresa dell’economia europea e per il ritorno alla piena occupazione al fine di realizzare un obiettivo cruciale del Trattato, dopo sette anni di crisi durissima che le politiche di austerità hanno acutizzato al massimo. Nelle lettere di missione, il Presidente Juncker ha chiesto a Jyrki Katainen e agli altri commissari di agire entro i primi cento giorni della nuova Commissione.

A molti parlamentari è parsa che questa fosse la conclusione cui è giunto il nuovo Presidente Jean-Claude Juncker, quando non solo ha criticato il 15 luglio nell’aula di Strasburgo le politiche della trojka, ma ha anche annunciato il piano che porta ormai il suo nome: un piano di investimenti di 300 miliardi di euro per i prossimi tre anni.

In tutt’altra direzione vanno le dichiarazioni di Katainen. Invece di parlare del piano di investimenti, ha ripetuto le sue ricette sul rigore, facendo capire che prima ogni Stato dovrà mettere la propria casa in ordine, e solo dopo verranno – eventualmente – piani di investimento. Non è questa la sua missione, se è vero che egli dovrà occuparsi di lavoro, occupazione e investimenti. Né è suo compito chiedere «riforme strutturali» che restringono drasticamente i diritti dei lavoratori e puntano a un depotenziamento del ruolo essenziale svolto dai sindacati, come avviene in Italia nello scontro, gravissimo, che il governo Renzi sta fomentando attorno all’articolo 18 dello Statuto dei lavoratori.

Il piano Juncker non è certo sufficiente, e non è per nulla chiaro come sarà finanziato: se si tratterà solo di aumentare un po’ i mezzi messi a disposizione dalla Banca Europea di Investimenti e di riorganizzare gli attuali Fondi europei. La vera soluzione sarebbe quella proposta dall’Iniziativa dei cittadini europei nel “New Deal 4-Europe”, con interventi della Bei e due tasse europee: sulle transazioni finanziarie e sull’emissione di CO2. E sarebbe un aumento delle risorse proprie dell’Unione, che il Consiglio europeo rigettò nella primavera 2013 (a quel tempo Juncker era membro del Consiglio europeo e dell’Eurogruppo).

Ripetere che prima viene il rigore nazionale e che solo in un secondo momento si potrà discutere di cooperazione e di investimenti comuni fa parte di un’ideologia ordoliberista che ha evidenti tratti neo nazionalisti, contrari al progetto di un’Unione solidale e politicamente unita.

Così facendo egli viola i tre criteri fondamentali per essere membro della Commissione europea: la conoscenza (degli obiettivi dell’Unione che nell’articolo 3.3 del Trattato prevedono l’economia sociale di mercato e la piena occupazione), l’indipendenza (dalle politiche di rigore che vogliono imporre alcuni Stati), e l’impegno europeo (per la solidarietà e per la cooperazione leale).

È il motivo per cui gli europarlamentari dovrebbero respingere la designazione di Jyrki Katainen, se vorranno essere credibili di fronte ai cittadini che rappresentano.

Barbara Spinelli
vice-presidente della Commissione Affari costituzionali del Parlamento europeo,
membro supplente della Commissione per le Libertà civili, giustizia e affari interni

 

September 21, 2014

The designation of Jyrki Kaitanen as Vice-President of the Commission in charge for jobs, growth, investment and competitiveness, as well as his first remarks at the European Parliament shortly after his nomination, are disquieting. After seven years of a dire crisis only worsened by fierce austerity measures, the task of the new Vice-President should be to get immediately to work so as to guarantee the investments needed for European economic recovery and for the return to full employment, thus achieving a crucial objective of the Treaty.

In his mission letters, President Juncker urged Mr Jyrki Katainen and the other commissioners-designate to take action within the first hundred days of the new Commission.

Given Mr Juncker’s statement during the plenary session in Strasbourg, on July 15, it seemed to many members of the European Parliament that this was the conclusion the new President had finally come to, since not only did he criticize the troika’s policies, but he also announced the plan that now bears his name: a 300 billion euro investment plan for the next three years.

Katainen’s remarks move in an entirely different direction. Rather than talking about the investment plan, he repeated his austerity recipes, implying that first each State shall put its house in order and only then investment plans– if necessary – will come. This is not his mission, if it is true that he will have to deal with jobs, growth, and investment. Nor is it up to him to ask for “structural reforms” that drastically restrict workers’ rights and aim at weakening the essential role played by trade unions, as is the case in Italy and in several other countries of the Union.

Juncker’s plan is certainly not enough, and it is far from clear how it will be funded: whether it will be just a matter of slightly increasing the resources made available by the European Investment Bank and reorganizing the current European funds. The real solution might be the one put forward by the European citizens’ initiative “New Deal 4-Europe”, with EIB interventions and two European taxes: a financial transactions tax and a carbon tax. This may result in an increase of the EU’s own resources, which was rejected by the European Council in spring 2013 (at that time Juncker was a member of the European Council and of the Eurogroup).

Suggesting that national austerity comes first and discussions about cooperation and common investment will follow, is part of an ordoliberal ideology with unmistakable neo-nationalist features, contrary to the idea of a politically united Europe, built on solidarity.

By doing this, Mr Katainen breaks the three fundamental criteria that every European Commissioner must meet: knowledge (of the EU objectives as stated in Article 3.3 of the EU Treaty, which promotes a social market economy, aiming at full employment and social progress), independence (from the austerity measures some States want to impose), and European commitment (to the principles of solidarity and loyal cooperation).

These are the reasons why the members of the European Parliament should reject the designation of Jyrki Katainen, if they want to be credible in the eyes of the citizens they represent.

Barbara Spinelli
Vice-President of the Committee Constitutional Affairs of the European Parliament,
Member of the Committee Civil Liberties, Justice and Home Affairs


Sullo stesso argomento: Leftist MEP moves to block Katainen appointment (EN, IT)

Nuova Commissione: reazione di Gabi Zimmer, presidente gruppo GUE/NGL

Bruxelles, 10 settembre 2014

Gravi dubbi sulla composizione della nuova Commissione

La presidente del gruppo GUE/NGL ha dichiarato che la nuova Commissione europea, la cui formazione è stata annunciata oggi da Jean-Claude Juncker, dovrà cambiare radicalmente direzione se intende combattere la disoccupazione e la povertà e ristabilire la fiducia dei cittadini nell’Unione Europea.

“I vice-presidenti della Commissione avranno una responsabilità maggiore; non avremo 28 Commissari concentrati esclusivamente sui loro portafogli e sui loro interessi nazionali. Ma perché non c’è un «super-Commissiario» per la crescita economica e le norme minime economiche e sociali al fine di ridurre la disoccupazione e la povertà? Dato l’alto livello di disoccupazione giovanile e la crescente povertà ci saremmo aspettati la creazione di questo fondamentale portafoglio”, ha detto la presidente Zimmer.

Zimmer ha inoltre sottolineato che il Gruppo ha varie riserve su molti dei commissari designati:

“C’è da chiedersi se Oettinger, il Commissario designato per l’Economia e la società digitale, opererà davvero nell’interesse dei cittadini, dati i suoi trascorsi di Commissario per l’Energia che su questioni come la povertà energetica lo hanno visto impegnato soprattutto a rappresentare gli interessi delle compagnie. L’industria petrolifera accoglierà con favore la designazione di Miguel Cañete – tristemente noto per i suoi legami con le compagnie petrolifere e per i commenti sessisti espressi durante un dibattito televisivo – al ruolo di Commissario per l’Energia e il clima. E il candidato irlandese Hogan, designato all’Agricoltura, ha tentato di impedire alle autorità locali di dare alloggio a una famiglia nomade.”

Gabi Zimmer ha inoltre esposto le due principali richieste del Gruppo alla nuova Commissione:

“La Commissione precedente, in quanto parte della trojka, è stata direttamente responsabile dell’imposizione di tagli alla spesa pubblica e delle privatizzazioni che hanno gettato milioni di persone, soprattutto alla periferia d’Europa, in condizioni di disoccupazione e povertà. Vogliamo che la nuova Commissione abolisca la trojka e costruisca un’Unione sociale che dia priorità alla lotta contro la disoccupazione giovanile e agli investimenti sostenibili nelle infrastrutture per la creazione di posti di lavoro.

“Inoltre, sono ormai svariati anni che la Commissione negozia segretamente un Accordo sul libero scambio con gli Stati Uniti. Questo accordo, noto come TTIP, servirà soltanto gli interessi delle banche e delle corporazioni e non quelli dei cittadini. Chiediamo alla nuova Commissione di garantire la trasparenza e di rivelare immediatamente ai cittadini i contenuti dei negoziati.”

Fonte: http://www.guengl.eu/news/article/gue-ngl-news/serious-concerns-with-make-up-of-new-commission

Traduzione a cura della redazione


 

Brussels, September 10, 2014

Serious concerns with make-up of new Commission

As Jean-Claude Juncker proposed the new college of European Commissioners today, GUE/NGL President Gabi Zimmer said the new Commission must radically change direction if it is to fight unemployment and poverty and restore citizens’ confidence in the EU.

“The Commission Vice-Presidents will have greater responsibility; we won’t have 28 Commissioners only looking out for their own portfolio or their national interest. But why is there no ‘super Commissioner’ for the necessary dual task of economic growth and social and ecological minimum standards in order to reduce unemployment and poverty? We would have expected such a post to be created given the high level of youth unemployment and growing poverty,” said President Zimmer.

She outlined that the Group has several concerns with many of the Commissioners-designate:

“It is questionable whether Oettinger, the Commissioner-designate for Digital Economy and Society, will really act in the interests of citizens, given his track record as Energy Commissioner where he particularly represented the interests of energy companies on issues such as energy poverty. The oil industry will be pleased with the Energy and climate change portfolio nominee Miguel Canete, notorious for his links to oil companies as well as for sexist comments he made during a TV debate. And the Irish candidate Phil Hogan, nominee for Agriculture, tried to stop local authorities giving housing to a family from the traveller community.”

Gabi Zimmer also set out the Group’s two main demands on the new Commission:

“The previous Commission, as part of the Troika, was directly responsible for dictating cuts to public spending and privatisation that have thrown millions, particularly on the periphery of Europe, into unemployment and poverty. We want the new Commission to abolish the Troika and build a social Union that prioritises tackling youth unemployment and sustainable investment in infrastructure for job creation.

“In addition, for years now the Commission has been secretly negotiating a Free Trade Agreement with the United States. This agreement, known as TTIP, will only serve the interests of banks and corporations, and not the interests of citizens. We call on the new Commission to stand up for transparency and reveal the contents of the negotiations to citizens now.”

Source: http://www.guengl.eu/news/article/gue-ngl-news/serious-concerns-with-make-up-of-new-commission

I tre vizi capitali della Commissione Juncker

Jean-Claude Juncker ha presentato alla stampa i compiti dei suoi Commissari, precisando le priorità strategiche del nuovo esecutivo di Bruxelles. Su questi si dovrà pronunciare individualmente il Parlamento, e sul collegio l’assemblea dovrà dare un voto di fiducia a maggioranza semplice a fine ottobre.

Dichiarazione di Barbara Spinelli e Pier Virgilio Dastoli, 10 settembre 2014

Per quanto ci riguarda, sulla pagella di Juncker segniamo convinti un 5 – -, e forse perfino un 4 +. Sono tre, a nostro parere, i vizi capitali della nuova Commissione: il trionfo della City di Londra, il prevalere delle esigenze di sicurezza e della Fortezza Europa nelle politiche d’immigrazione, il restringimento del pluralismo mediatico nella cultura.

Il Presidente eletto ci aveva presentato in luglio un’agenda concentrata su dieci priorità, e ora esse sono apparentemente distribuite fra sette vice-presidenti che dovrebbero coordinare, in un puzzle difficilmente comprensibile, gli altri venti commissari.

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