Morti nel Mediterraneo: J’ACCUSE

COMUNICATO STAMPA

Sessione plenaria del Parlamento europeo
Strasburgo, 29 aprile 2015

Barbara Spinelli, eurodeputata del Gue-Ngl, si è rivolta al presidente della Commissione europea Jean-Claude Juncker e al Presidente del Consiglio europeo Donald Tusk, invitati a presentare le posizioni della Commissione e i risultati del Consiglio europeo straordinario del 23 aprile scorso. Il tema della sessione era: Le ultime tragedie nel Mediterraneo e le politiche dell’Unione su migrazione e asilo

“Accuso il Consiglio, i governi degli Stati membri, la Commissione. Ormai è chiaro: siete direttamente responsabili del crimine commesso ai danni dei migranti in fuga dalle guerre che l’Europa ha facilitato, dalle persecuzioni che ha tollerato. Dopo gli 800 morti del 19 aprile, anche l’Unione fa naufragio: nell’ipocrisia, nella negazione, nella cecità.

L’Unione dichiara la lotta contro trafficanti, fingendo di credere che siano loro i soli responsabili di tanti morti. Non sono i soli responsabili. Le morti si susseguono perché non esistono corridoi umanitari legali per i fuggitivi. Perché avete abolito Mare nostrum, che faceva Ricerca e Salvataggio in alto mare; perché continuate a finanziare operazioni – Triton, Poseidon – il cui mandato prioritario è il controllo delle frontiere, non il soccorso dei naufraghi.

La ringrazio, signor Juncker, per le parole che ha pronunciato oggi in quest’aula; ma “le porte” d’Europa non sono state aperte. Nel desiderio di sbarazzarvi delle vostre responsabilità, arrivate sino ad auspicare – cito il Commissario Avramopoulos – la “collaborazione con le dittature”: quella eritrea in testa, la più sanguinaria dittatura d’Africa.

La verità è che state violando, proprio come i trafficanti, la legge: il diritto del mare, del non-respingimento. Mi domando se sapete – se sappiamo noi qui in Parlamento – quel che si sta facendo: una guerra non dichiarata. Non contro i trafficanti, ma contro i migranti”.

 

Subito dopo, il Parlamento ha approvato una risoluzione congiunta sullo stesso tema. Il gruppo Gue-Ngl si è astenuto, non avendo ottenuto progressi sostanziali su istituzione di un corridoio umanitario e revisione del regolamento di Dublino. In cambio sono stati accolti alcuni emendamenti importanti del Gue e dei Verdi, che hanno migliorato la risoluzione per quanto riguarda le operazioni di Search & Rescue in alto mare e la concessione agevolata di visti umanitari.

No a una fiera gastronomica delle multinazionali

COMUNICATO STAMPA

EXPO – EURODEPUTATI ALTRA EUROPA: «NO A UNA FIERA GASTRONOMICA OSTAGGIO DELLE MULTINAZIONALI»

Forenza, Maltese e Spinelli annunciano il loro voto contrario alla mozione sull’Esposizione di Milano in votazione al Parlamento europeo

Strasburgo 30 aprile 2015

Eleonora Forenza, Curzio Maltese e Barbara Spinelli, europarlamentari del gruppo GUE/NGL, esprimono profonda contrarietà alla relazione su Expo2015 discussa oggi al Parlamento europeo:  «appare evidente che, dietro nobili dichiarazioni d’intenti, Expo2015 nasconda la mera celebrazione di una fiera gastronomica che non solo riduce il cibo a bene commerciale legato a forme non sostenibili di consumismo, ma toglie anche dignità al lavoro».

È inaccettabile, affermano Forenza, Maltese e Spinelli, «la scelta di sostituire con volontari e lavoratori precari quella che avrebbe dovuto essere una “buona occupazione”, con contratti e salari degni». I tre eurodeputati considerano risibile che nella relazione presentata al Parlamento europeo si descriva Expo2015 come “esempio di trasparenza”. «Si tratta, piuttosto, di una testimonianza della crescente corruzione che affligge l’Italia, ostaggio degli interessi delle organizzazioni criminali: una corruzione portata alla luce dai recenti procedimenti giudiziari, ma denunciata ben prima dell’apertura dei cantieri».

Per questi motivi Eleonora Forenza, Curzio Maltese e Barbara Spinelli hanno deciso di votare contro la risoluzione Expo Milano 2015: nutrire il pianeta, energia per la vita, e al tempo stesso di sostenere con forza la manifestazione promossa dai comitati “No Expo” per il Primo Maggio a Milano.

Per un Mare Nostrum europeo

COMUNICATO STAMPA

Venticinque eurodeputati scrivono ai commissari europei: “Si dia vita a un Mare Nostrum europeo per fermare lo scandalo delle morti in mare”.

Bruxelles, 15 aprile 2015

Di fronte alle immagini di morte e abbandono in mare di questi ultimi giorni, Barbara Spinelli, Eleonora Forenza, Laura Ferrara, Ignazio Corrao, Elly Schlein e altri venti eurodeputati si sono rivolti ai Commissari Avramopoulos, Mogherini e Timmermans per chiedere un’assunzione di responsabilità europea nelle operazioni di ricerca e salvataggio nel Mediterraneo.

“La maggior parte delle operazioni sono condotte dall’Italia in acque internazionali”, si legge nella lettera di cui autrice e prima firmataria è Barbara Spinelli, “mentre l’operazione europea Triton continua a pattugliare l’area di trenta miglia dalle coste italiane, lontano dalla zona dove le barche in pericolo necessitano di aiuto. Con il migliorare delle condizioni atmosferiche e marittime, le milizie e i trafficanti incentiveranno le partenze, mettendo migranti e richiedenti asilo a rischio di perdere la vita nel tentativo di raggiungere le coste europee”.

“L’attuale situazione di emergenza continuerà a peggiorare. Nel frattempo, non una delle quattro aree che la Commissione europea ha enucleato per la prossima Agenda per la migrazione (attesa per maggio) affronta la necessità di concrete operazioni di search and rescue nel Mediterraneo, né di vie legali di accesso all’Unione”.

Per questo motivo gli eurodeputati chiedono di “rafforzare in modo regolare e sistemico le operazioni di search and rescuenel Mediterraneo e nell’Egeo, con uno sforzo congiunto che coinvolga gli Stati membri dell’Unione europea”, e di “aprire vie sicure e legali per chi fugge dai conflitti e dalle persecuzioni, assicurando l’accesso alla protezione internazionale una volta raggiunti i confini d’Europa”.

Gli eurodeputati, tra i quali sono numerosi gli appartenenti alla Commissione Libertà civili, giustizia e affari interni (LIBE), chiedono inoltre di “interrompere la cooperazione avviata con quei Paesi terzi che non garantiscono sufficiente rispetto dei diritti umani, allo scopo di frenare i flussi migratori diretti verso l’Unione europea”.

Testo della lettera ai commissari europei

New plans to stem the flow of migration unacceptable

Brussels 21/03/2015

GUE/NGL MEPs urge the Commission and member states to stop discussing asylum and search and rescue outsourcing and focus instead on safe and legal ways to the EU for asylum-seekers and migrants.

The MEPs are strongly critical of information published in the international press this weekend on immigration talks currently taking place at EU level that, if implemented, would result in a de facto refoulement of asylum-seekers.

The international press revealed the existence of a proposal by Italian Interior Minister Angelino Alfano to outsource search and rescue to countries such as Egypt or Tunisia who would then bring the rescued migrants to their shores. Originally leaked by Italian news agencies Asca and Redattore Sociale, the proposal, which aims to produce a “real deterrent effect, so that fewer migrants would be ready to put their life at risk to reach Europe’s coasts”, was presented to France, Germany, Spain and the European Commission in the margins of the Justice and Home Affairs Council (JHA) last Thursday 12th March and discussed further at a meeting at the Commission on Tuesday 17th March.

Parallel to these talks at the JHA Council last week, interior ministers discussed setting up refugee camps in Northern Africa and the possibility to process asylum applications in these camps, a proposal that been repeatedly dismissed in the past 15 years by the Commission given the numerous legal and practical obstacles, including the risk of breaching the international principle of non-refoulement.

Cornelia Ernst, GUE/NGL coordinator on the LIBE Committee, said: “This is yet another attempt by member states trying to get rid of the people arriving at our shores in search of help and hope. This time they are exploiting the fact that search and rescue in the Mediterranean has not been working for years. But instead of trying to improve that situation they are prescribing a poison as medicine. The paper makes it perfectly clear that the overall aim is to make sure that nobody leaves the African coast for Europe. So to remedy the humanitarian catastrophe of people dying at sea, they propose to lock people into Libya, Tunisia and Egypt, risking another humanitarian catastrophe in those countries.”

French MEP Marie-Christine Vergiat said: “We are facing one of the biggest refugee crises since the Second World War. And how do member states respond? ‘Clear off!’ These two proposals represent a real danger and their message is quite clear: a further tightening of Fortress Europe and handing over our responsibility to third countries. Once again we see member states using every possibility not to comply with their international obligations of non-refoulement of asylum-seekers. This is just unacceptable.”  

For Spanish MEP Marina Albiol: “They want other countries outside the EU to do their dirty work for them, they want the blood on the hands of others. They are trying to hide poverty and despair, they don’t want us to see how human rights don’t  exist for these people so they send them to other countries, where they are not respected. This is another step towards total lack of respect of human rights and it goes directly against rights granted by European legislation.” 

Italian MEP Barbara Spinelli commented: “Italian Interior minister Alfano’s proposals for outsourcing EU asylum policy and for search and rescue operations in cooperation with third countries are an underhanded and delusive tactic to prevent refugees from reaching Europe and seek international protection here. The actual purpose is the refoulement and repatriation of the refugees to the countries they escaped from. This instrumentalisation of the deaths in the Mediterranean is even more revolting knowing that the discussions at European level on safe and legal access to the EU for asylum seekers as well as the creation of more channels of legal migration are currently blocked by the Council of the European Union.”

For Swedish MEP Malin Björk: “This is an unacceptable process of externalising the EU’s borders and refusing responsibility for the current refugee situation in our neighbourhood. The EU and its member states must face up to their responsibilities and organise search and rescue operations and develop legal asylum entries and proper reception of people seeking protection in the EU.

MEPs urge European leaders to secure the future of Greece

di sabato, Febbraio 14, 2015 0 , , Permalink

In a letter entitled “Greece, a new opportunity for Europe”, several Members of the European Parliament, from different Member States and different Political Groups (GUE/NGL, GREENS/EFA and S&D), urge European leaders to “secure the future of Greece within the European family, with full respect for democracy, social justice and solidarity.” The MEPs stress that “failing to do so will put the whole European project at risk.”

MEPs stated that “the Greek elections in January have opened up the possibility for change in Europe,” and they believe that “the cry for hope coming from the Greek people is the impetus we need for our continent to change course.”

The MEPs maintain that “EU institutions and national governments now face the failures of their response to the historically severe economic downturn in Greece, as well as in the development of economic policies that have widened inequalities and hampered the European project”. They “sincerely believe that solidarity should prevail and that we should make every effort to change the catastrophic course that has been set for Greece in recent years. If this is done effectively, then the whole of Europe will benefit.”

The signatories of this letter urge the European institutions and Member States to seize this opportunity and change course, learning from past mistakes.

The first signatories are (in alphabetical order):

Marina Albiol (GUE/NGL, ES)
Guillaume Balas (S&D, FR)
Sergio Cofferati (S&D, IT)
Pablo Iglesias (GUE/NGL, ES)
Eva Joly (Greens/EFA, FR)
Ska Keller (Greens/EFA, DE)
Edouard Martin (S&D, FR)
Marisa Matias (GUE/NGL, PT)
Liliana Rodrigues (S&D, PT)
Molly Scott Cato (Greens/EFA, UK)
Barbara Spinelli, (GUE/NGL, IT)
Marc Tarabella, (S&D, BE)
Ernest Urtasun (Greens/EFA, ES)

Mos Maiorum, in carcere 19mila migranti innocenti

Damiano Aliprandi, «Il Garantista», 13 febbraio 2015

Ora abbiamo i numeri. L’operazione Mos Maiorum è stata una terribile, e senza precedenti, maxi retata nei confronti degli immigrati. La vasta operazione poliziesca europea capitanata dall’Italia, avvenuta nelle due settimane dell’ottobre scorso, ha provocato ben 19000 arresti.

La maggior parte degli arrestati sono immigrati clandestini che non hanno commesso nessun reato. A denunciarlo è stata l’associazione umanitaria londinese Statewatch. Secondo l’associazione, che ha messo a confronto i report finali delle ultime operazioni, il numero dei fermati è raddoppiato rispetto alla precedente operazione Perkunas (10.459 fermi in due settimane), e addirittura quadruplicato in confronto all’operazione del 2012, Aphrodite (5.298 fermi in due settimane).

Proprio nel report finale dell’operazione Mos Maiorum, redatto dal Consiglio d’Europa, si evidenzia che «i cittadini siriani sono stati quelli maggiormente identificati (5088 persone), seguiti da afghani (1466 persone), serbi (in particolare kosovari, 1196) ed eritrei».

Poco più di 11mila le richieste di protezione internazionale presentate dopo l’intercettazione dagli stranieri controllati. Il report non esplicita invece, esattamente come i documenti relativi alle precedenti operazioni, il numero degli agenti coinvolti. Piuttosto, sottolinea che «per motivi sconosciuti Mos Maiorum ha catturato l’attenzione dei mass media, che hanno etichettato l’operazione come un’azione finalizzata all’arresto dei migranti, nonostante gli obiettivi fossero l’individuazione di reti criminali coinvolte nel favoreggiamento dell’immigrazione irregolare e il monitoraggio dei percorsi usati dai trafficanti.  Un obiettivo raggiunto, visto che sono stati fermati 257 trafficanti», si legge sempre nel report.

Il dato parla da solo: sui 19000 arrestati, chi ha commesso reati sono solo 257. Del resto, lo stessoStatewatch sottolinea che nel documento di avvio dell’operazione di polizia uno degli obiettivi dichiarati era proprio «arrestare i migranti irregolari». Inoltre, un’altra critica mossa dai media all’avvio di Mos Maiorum  riguardava il rischio di incorrere in quello che in inglese viene definito racial profiling, di fatto una schedatura su base etnica.

Un rischio che almeno sulla carta si era cercato di evitare: con l’avvio dell’operazione si raccomandava agli Stati partecipanti – tutti i membri dell’Unione Europea, ad eccezione di Croazia, Grecia e Irlanda – di «portare avanti le attività nel pieno rispetto della dignità umana, mantenendo i più alti standard di professionalità e rispetto dei diritti umani, evitando ogni trattamento discriminatorio e avendo cura dei bisogni speciali dei gruppi vulnerabili».

Raccomandazioni che, stando a quanto riportato da Statewatch, non sembrano essere particolarmente servite: riprendendo alcune delle segnalazioni raccolte tramite la campagna Map Mos Maiorum, l’associazione evidenzia che nelle operazioni di controllo e fermo ci sarebbe stata una forte presenza, da parte delle forze dell’ordine, di comportamenti discriminatori e stigmatizzanti.

Un gruppo di europarlamentari, tra cui l’italiana Barbara Spinelli, ha scritto una lettera aperta criticando«lo scaricamento di responsabilità messo in atto dal Consiglio d’Europa»: alle richieste di chiarimento su Mos Maiorum, il Consiglio avrebbe risposto che l’operazione è stata condotta sotto la responsabilità del governo italiano. In realtà, come ricordato dagli europarlamentari, l’operazione di polizia europea fu lanciata a ottobre dalla presidenza italiana, allora a capo del semestre di presidenza del Consiglio d’Europa, e l’operazione Mos Maiorum fu concordata durante la definizione del programma di lavoro del Consiglio.

Infine, come sottolineato anche da Asgi – che definì l’operazione «un’azione miope e disumana» – secondo quanto contenuto nella proposta trapelata lo scorso 10 luglio gli Stati membri dovevano confermare la propria partecipazione anche al Segretariato generale del Consiglio: un aspetto che conferma il coinvolgimento dell’istituzione europea in questa operazione.

Ricordiamo che sempre la Spinelli della Sinistra unitaria europea, aveva denunciato in particolare che Mos Maiorum si trattava di un’operazione in cui vengono “profilati” gli immigrati irregolari procedendo alla loro identificazione «con l’autorizzazione anche a usare la violenza se necessario», secondo documenti della polizia di cui l’europarlamentare ha detto di essere in possesso. «È difficile non chiamarla per quello che è, una retata». E la denuncia dell’associazione Statewatch lo ha confermato: si è trattato di una vera e propria retata.

Ricordiamo che dopo questa operazione, a novembre si è dato il via ad una nuova missione europea, sempre sotto la guida italiana, con effetti disastrosi. Si chiama ”Triton”, altro nome calssicheggiante per dare vita al controllo delle frontiere e la lotta all’immigrazione irregolare. L’operazione Triton, attualmente operativa, è ben spiegata da un documento visionabile dove delinea ”Triton” come un rinforzo di Hermes,dispositivo lanciato il 1 marzo 2014 finalizzato a controllare e combattere l’immigrazione irregolare proveniente da Algeria, Egitto,Grecia, Libia e Tunisia. Nel concreto, il “rinforzo” è costituito da due aerei, un elicottero, due motonavi, due imbarcazioni leggere, sette team di esperti dell’agenzia europea, per un totale di 2.300.000 euro al mese. A

La preoccupazione espressa da vari organismi umanitari, compresa Amnesty International, è quella della sostituzione di Mare Nostrum con l’operazione Triton. L’Europa non sembra dunque intenzionata a portare avanti «l’immenso lavoro fatto dall’Italia con l’operazione Mare Nostrum salvando migliaia di persone», come dichiarava la commissaria Ue Cecilia Malmstrom. Anzi: il documento dell’operazione Triton sottolinea come le navi dell’operazione Mare Nostrum abbiano potuto incoraggiare l’arrivo di migranti.

La soluzione? Secondo le linee guida del documento, consisterebbe nel limitare l’aria di intervento dell’Unione: i mezzi navali di Triton si fermeranno a 30 miglia dalle coste italiane, cioè oltre 100-140 miglia più a nord dell’attuale pattugliamento condotto da Mare Nostrum. Solo i mezzi aerei si spingeranno più a sud, potendo così fornire informazioni sulle barche eventualmente avvistate. A chi? Ai mezzi di Mare Nostrum che non ci sono più. Ed ecco spiegata la tragedia del mare che ha provocato oltre 300 morti. Non a caso numerose associazioni umanitarie evocano il ripristino dell’unica operazione europea positiva: quella del Mare Nostrum.

 

Mediterraneo: fossa comune

di mercoledì, Dicembre 17, 2014 0 , , , Permalink

Agenzia stampa Fidest, 17 dicembre 2014

Nel suo intervento  alla plenaria di Strasburgo – sul Programma di lavoro della Commissione europea per il 2015 – Barbara Spinelli ha dichiarato:«Presidente, vorrei interpellarla anch’io su quanto ha detto venerdì sul voto in Grecia. Alludendo a Syriza, Lei ha denunciato quelli che chiama estremisti, esprimendo il suo desideratum: “Vorrei rivedere i volti noti: vertraute Gesichter”. Leggendo il suo programma, mi son detta che a redigerlo devono proprio esser stati questi volti noti. Sono i volti che hanno portato l’Europa a impoverirsi, disgregarsi. Sono i volti – ha continuato la deputata del GUE-Ngl – che hanno concepito uno dei capitoli più vuoti del Programma: quello sull’immigrazione, di cui mi occupo nella Commissione libertà pubbliche. Le migrazioni son viste con gli occhiali di ieri, quasi non vi foste accorti della loro metamorfosi. Oggi migrano soprattutto fuggitivi da guerre o disastri climatici. Oggi abbiamo un Mediterraneo trasformato in indecente fossa comune. Urge una revisione delle nostre regole d’asilo, a cominciare dal sempre più inefficace Dublino III. Urgono persone che pensino il nuovo, comprese le nuove colpe di cui l’Europa si sta macchiando. Pensa che i volti noti ci aiuteranno ad affrontare questa realtà?».

Fonte

Giulietto Chiesa, Tsipras e M5S chiedono chiarimenti a Ue

BRUXELLES – Eurodeputati dell’Altra Europa per Tsipras e del M5S hanno presentato oggi un’interrogazione alla Commissione Ue in cui vengono sollevate diverse violazioni alle norme Ue determinate dall’arresto, avvenuto ieri a Tallin, del giornalista ed ex eurodeputato Giulietto Chiesa. “Il comportamento delle autorità estoni – scrivono i deputati europei nel testo indirizzato alla Commissione – presenta lati oscuri ed inquietanti e viola diversi articoli del Trattato sull’Ue, della Carta dei diritti fondamentali posti a tutela delle libertà fondamentali individuali, nonché della libertà politica e di espressione”.

Intervenendo in aula, Barbara Spinelli dell’Altra Europa, ha indicato come “un evento gravissimo” l’arresto di Chiesa “perché in un Paese Ue è stato impedito di parlare ad un giornalista” invitato alla conferenza ‘La russia è nostro nemico ?’. “Certi episodi non dovrebbero accadere nella ‘civile Europa’ – il commento dei 5 Stelle Isabella Adinolfi, Dario Tamburrano, Fabio Massimo Castaldo, Marco Affronte – che non può usare due pesi e due misure quando solo ieri la Turchia è stata criticata per l’arresto di giornalisti, l’Estonia deve delle spiegazioni”.

Fonte: Ansa

Frontex si lamenta: «Troppi salvataggi»

di Carlo Lania, «Il Manifesto», 9 dicembre 2014

Il mini­stro degli Interni Alfano dovrà far­sene una ragione. Se spe­rava che met­tere fine all’operazione Mare nostrum avrebbe com­por­tato una dimi­nu­zione degli sbar­chi di migranti, dovrà rifare i pro­pri cal­coli. Se si para­gona infatti il numero di arrivi regi­strati a novem­bre scorso, primo mese in cui uffi­cial­mente la mis­sione euro­pea Tri­ton ha sosti­tuito la navi della Marina mili­tare, con quelli avuti nel novem­bre del 2013 — primo mese di atti­vità di Mare nostrum dopo la strage di Lam­pe­dusa — si sco­pre che il numero di pro­fu­ghi arri­vati in Ita­lia è quasi quin­tu­pli­cato.
A rive­larlo, smen­tendo così la anche la pro­pa­ganda di quanti come la Lega con­ti­nuano ad accu­sare Mare nostrum di rap­pre­sen­tare un fat­tore di attra­zione per chi fugge dalle coste afri­cane, è stato l’ammiraglio Giu­seppe De Giorgi, capo di Stato mag­giore della Marina, ascol­tato ieri dalla com­mis­sione Diritti umani del Senato. E i dati for­niti dall’alto uffi­ciale lasciano poco spa­zio a inter­pre­ta­zioni. Nel novem­bre del 2013 gli immi­grati soc­corsi furono in tutto 1.883. Un anno dopo, cioè nel mese di novem­bre appena finito, gli arrivi sono stati invece 9.134, con un aumento del 485% rispetto all’anno pre­ce­dente. Di que­sti 3.810 sono stati soc­corsi sem­pre dalla nostra Marina mili­tare che li ha sot­to­po­sti a scree­ning sani­ta­rio prima dello sbarco, con­tra­ria­mente ai restanti 5.324 (1.534 dei quali inter­cet­tati dalla Capi­ta­ne­ria di porto impe­gnata nella mis­sione euro­pea e 2.273 dai mer­can­tili inter­ve­nuti in soc­corso) che hanno invece rice­vuto le prime visite medi­che solo una volta a terra. Per quanto riguarda Tri­ton invece, e soprat­tutto per capire quanto lo spi­rito della mis­sione euro­pea sia distante da quello che ha carat­te­riz­zato Mare nostrum, basta la let­tera inviata al dipar­ti­mento dell’Immigrazione della poli­zia di fron­tiera del Vimi­nale dal diret­tore di Fron­tex Klaus Rosler e in cui l’agenzia euro­pea si dice «pre­oc­cu­pata» per i troppi inter­venti di soc­corso avve­nuti «fuori area», ovvero oltre le 30 miglia marine fis­sate dall’Ue come con­fine euro­peo. A non pia­cere al diret­tore di Fron­tex sono state le indi­ca­zioni impar­tite nelle scorse set­ti­mane alle navi dal cen­tro di con­trollo di Roma, che dopo aver rice­vuto una serie di segna­la­zioni rela­tive a imbar­ca­zioni di migranti pre­su­mi­bil­mente in dif­fi­coltà, ha ordi­nato di veri­fi­care le richie­ste di soc­corso. Ope­ra­zioni che, secondo il diret­tore dell’agenzia Rosler, «non sono coe­renti con il piano ope­ra­tivo e pur­troppo non saranno prese in con­si­de­ra­zione in futuro».
A que­sto punto è legit­timo chie­dersi a cosa serva Tri­ton e se — al di là delle pro­messe fatte da Alfano — non sia solo un’operazione di imma­gine desti­nata tra l’altro a finire il 31 gen­naio 2015. Tanto più se si para­go­nano gli inter­venti messi a punto da Mare nostrum nel corso dell’anno con quelli della mis­sione euro­pea. Men­tre quest’ultima è impe­gnata infatti nel solo con­trollo delle fron­tiere marit­time, Mare nostrum ha garan­tito la sor­ve­glianza e la sicu­rezza in alto mare, i con­trolli e l’identificazione dei migranti, il con­trollo delle fron­tiere, la ricerca e il sal­va­tag­gio (Sar, Search and rescue) e l’assistenza sani­ta­ria e uma­ni­ta­ria ai migranti. Inol­tre le navi della marina hanno coperto un’area vasta 22.350 miglia qua­drate con­tro le sole 6.900 miglia qua­drate di Tri­ton. Che a quanto pare si lamenta anche.
«Sba­lor­dito» per il richiamo di Fron­tex si è detto Chri­sto­pher Hein, pre­si­dente del Con­si­glio ita­liano rifu­giati. «La stessa Fron­tex ha sot­to­li­neato all’operazione Tri­ton l’obbligo di sal­va­tag­gio di fronte a segna­la­zioni, e se ciò accade fuori dalle 30 miglia non c’è limi­ta­zione ter­ri­to­riale o di set­tore marino che possa essere presa in considerazione».

Fonte

Identificazioni e violenze, richiesto l’avvio di una procedura d’infrazione contro l’Italia

Zeroviolenza.it, 2 dicembre 2014

Un’interrogazione per chiedere l’avvio di una procedura d’infrazione contro l’Italia è stata presentata alla Commissione europea dall’eurodeputata del gruppo GuE/NGL Barbara Spinelli, in merito agli abusi e alle violenze compiute dalle forze di polizia italiana nell’ambito delle recenti operazioni di identificazione e fotosegnalamento. L’interrogazione è stata sottoscritta da altri 31 eurodeputati tra i quali Eleonora Forenza e Curzio Maltese (GUE-Ngl), Elly Schlein (S&D), Cécile Kashetu Kyenge (S&D) e Laura Ferrara (EFDD).

“Secondo una circolare diffusa dal ministero dell’Interno il 25 settembre 2014, i migranti irregolari che rifiutano di lasciarsi identificare commettono un crimine” specifica l’eurodeputata in un comunicato. “Questo implica – come si legge nell’allegato 2 della stessa circolare – che la polizia procederà all’acquisizione delle foto e delle impronte digitali anche con l’uso della forza, se necessario”.

Già il 22 ottobre scorso in una sessione plenaria a Strasburgo Barbara Spinelli era intervenuta sull’operazione Mos Maiorum (per info vedi qui) che si è tenuta “nello spazio Schengen tra il 13 e il 26 ottobre, senza che il Parlamento europeo ne fosse informato”. Un’operazione che si è tradotta in “una criminalizzazione sistematica dei migranti, [..] con retate brutali contro persone in fuga da zone di guerra, dittature, carestie e disastri climatici”. “Abbiamo appreso – sottolineava l’eurodeputata durante la sessione plenaria- che le forze di Pubblica sicurezza italiane sono state incaricate dal Ministero dell’Interno di identificare, anche tramite l’uso della violenza, i migranti privi di documenti”. Un’informazione contenuta anche nel volantino multilingue distribuito ai migranti dalle unità che svolgono attività di soccorso in mare, presso le località di sbarco, nonché alle Questure di accoglienza, in cui si esplicita che “i migranti che fanno ingresso illegale nel territorio dello Stato italiano, anche se soccorsi in mare, devono essere identificati mediante l’acquisizione delle generalità ed il fotosegnalamento [..] effettuato con l’uso della forza se necessario”. Indicazioni che, stando alle testimonianze raccolte nelle ultime settimane – e allegate all’interrogazione – si sono tradotte nella pratica in “abusi e violenze del tutto ingiustificate su migranti e richiedenti asilo”.

Come sottolineato da Spinelli “le pratiche e le istruzioni impartite dal Dipartimento di Polizia ai suoi agenti non sono conformi al diritto europeo e violano la Carta dei diritti fondamentali”: da qui la richiesta, rivolta alla Commissione, di avviare una procedura d’infrazione e “invitare l’Italia a modificare con urgenza la circolare o ogni altra violazione sistemica promossa dallo Stato italiano contro i migranti”.

Fonte