Ue, i Commissari e il passato da cancellare

Lettera al direttore de «La Stampa», 21 ottobre 2014

Caro Direttore,

nei prossimi giorni il Presidente Jean-Claude Juncker presenterà ai parlamentari europei la sua nuova Commissione, chiedendo loro un voto favorevole. Per i singoli Commissari, le ultime settimane sono state faticose, a volte difficili: le audizioni cui ciascuno di essi è stato sottoposto non sono severe come negli Stati Uniti, perché il Parlamento europeo ha un rapporto ancora timido, e soprattutto confuso, con un potere esecutivo assai mal suddiviso fra Stati e organi comunitari. Ma parecchie domande sono state insidiose, le audizioni sono un esercizio democratico che purtroppo non esiste nelle nazioni europee, e ci sono commissari che non hanno superato la prova.

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Why is Europe not “coming together” in response to the Euro Crisis?

di Yanis Varoufakis, 29 agosto 2014

Fonte: http://yanisvaroufakis.eu/2014/08/29/why-is-europe-not-coming-together-in-response-to-the-euro-crisis/


In this article I ask a question on everyone’s lips: Almost everyone agrees that the Eurozone was a one-legged giant; a monetary union lacking a political ‘leg’ to stabilise it. If so, why has the Euro Crisis (which surely strengthened that view on the back of its ferocity and durability) not strengthen the hand of the federalists? Of those who were, supposedly, waiting to pounce upon any opportunity to create a United States of Europe? (This article was compiled from extracts of a keynote speech I have on 25th August 2014 at the University of Tampere, Finland, in the context of a conference entitled Power, Knowledge and Society.)

 

«Monetary Union is an attempt to usher in Federation through the back door.»
Margaret Thatcher, 1990

We now know that Mrs Thatcher was wrong. The Euro Crisis, that broke out in th aftermath of the 2008 global financial implosion, was a splendid opportunity for federalists in Berlin, Brussels and Paris to push for the federal moves that they, purportedly, always planned to make on the back on the common currency.

Just look at the so-called Banking Union that the EU has agreed. The unification of banking sectors across the Eurozone, which was and is absolutely essential for the survival of the Eurozone, was recently proclaimed in name to be denied in practice.

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Riunione informale dei ministri e segretari di Stato per gli affari europei, 28-29 agosto 2014

Intervento di Barbara Spinelli, primo vice-presidente della Commissione affari costituzionali del Parlamento europeo, 28 agosto 2014

È un buon segno che questa riunione apra le porte al Parlamento europeo, e che le apra in particolare alla Commissione affari costituzionali, perché è nell’assenza di una vera costituzione europea – tuttora latitante, a cinque anni dall’entrata in vigore del Trattato di Lisbona e della Carta dei diritti – che si riassume a mio parere l’essenza della crisi che attraversiamo. Non ho ricevuto dalla Commissione affari costituzionali un preciso mandato, anche se a nome del Presidente Danuta Hübner posso senz’altro indicare le sue priorità: cominciare a lavorare seriamente su quel che può essere fatto a trattato costante e su quello che esige, e presto, una sua revisione.

Approfitterò quindi di quest’occasione per esporvi alcune riflessioni, fatte a titolo personale.

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Chiusura della campagna elettorale
de L’Altra Europa con Tsipras

Discorso tenuto il 22 maggio 2014 a Santa Maria in Trastevere, Roma, durante il comizio finale

Siamo giunti all’ultimo pezzo di strada ed eccoci qui, con grandi aspettative e con qualche grande convinzione.

Prima convinzione: tutto questo cammino che abbiamo fatto, per raccogliere le firme, per parlare agli italiani e dir loro il programma che avevamo, è valso la pena. Perché l’Italia sta messa molto male e l’Europa anche, e nessun trattato, nessuna politica ha mostrato di funzionare.

Perché era l’ora di dire che sono troppe, e sempre più diffuse nei principali partiti e movimenti le menzogne, le illusioni, le trappole nemmeno molto nascoste nei discorsi che si fanno sull’Europa, sulle politiche che l’Europa ha fatto in questi anni di crisi, sul suo futuro. Quando parlo di protagonisti della campagna elettorale penso al partito di Renzi, il Pd, al Movimento di Grillo, a Berlusconi, e a chi fa campagna per l’uscita dall’euro o parla a vanvera di recupero della sovranità italiana sacrificata o perduta.

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Con Alexis Tsipras, oltre la rabbia, oltre la paura

Testo del discorso tenuto alla manifestazione de L’Altra Europa con Tsipras in piazza Maggiore a Bologna, il 21 maggio 2014

Gra­zie Ale­xis Tsi­pras, per esser oggi con noi: a Torino, a Milano, ora qui a Bolo­gna, a pochi giorni dalle ele­zioni. La tua pre­senza ci dà forza. Anche la vit­to­ria del tuo par­tito alle muni­ci­pali ci dà forza: un’altra sto­ria è pos­si­bile, fino a ieri rite­nuta impos­si­bile.

Ti abbiamo visto in tele­vi­sione, pochi giorni fa. Tra tutti i can­di­dati eri senza dub­bio il migliore: l’unico che ha aperto una nuova pro­spet­tiva, l’unico che ha par­lato di cose spi­nose, euro­pee e anche ita­liane: delle deva­sta­zioni pro­dotte dall’ auste­rità, dei patti esi­stenti in Ita­lia fra Stato e mafia, dello svuo­ta­mento sem­pre più evi­dente della demo­cra­zia e delle costi­tu­zioni, qui da noi e in molti paesi d’Europa.

Ho spe­cial­mente apprez­zato il tuo accenno, in una rispo­sta al can­di­dato del Par­tito popo­lare Junc­ker, al ver­tice di Can­nes del 2 novem­bre 2011. Hai con­fer­mato i tanti pic­coli colpi di Stato — i tanti micro-infarti cere­brali della demo­cra­zia – che hanno avuto luogo nell’Unione da quando c’è la crisi. In quel ver­tice sono state decise, nel chiuso d’una ristretta oli­gar­chia euro­pea, i limiti che dove­vano esser messi alla demo­cra­zia e alla sovra­nità popo­lare in due paesi dell’Unione: Gre­cia e Ita­lia. In Gre­cia fu affos­sato un refe­ren­dum sull’austerità. In ambe­due i paesi si decise che non sareb­bero stati tol­le­rati governi rego­lar­mente eletti. Pochi giorni dopo — l’11 e il 16 novem­bre – cade­vano il governo greco e quello italiano.

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A dieci anni dalla nascita della Sinistra europea

Discorso tenuto il 9 maggio 2014 a Roma in occasione del decimo anniversario della nascita della Sinistra europea.

La Lista Altra Europa con Tsipras è nata dopo la decisione della Sinistra europea di candidare alla Presidenza della Commissione il leader e fondatore di Syriza, il partito che sta divenendo maggioritario in Grecia e che è riuscito in una grandissima impresa: unire tutte le forze veramente di sinistra contro le politiche di austerità che pretendono di salvare l’euro. In Italia, è il tentativo di raggruppare non solo i partiti di sinistra, quella vera, ma anche le più diverse associazioni della società civile che hanno difeso i beni pubblici, che combattono per un nuovo sviluppo ecologico, che difendono la nostra Costituzione antifascista dagli attacchi di una grande coalizione neo-autoritaria, che da anni sono impegnati in una lotta contro la mafia che faccia luce sui patti sordidi, mai confessati, che ci sono stati negli anni Novanta e che ancora forse continuano, fra Stato italiano e mafie di vario tipo. Un vasto tentativo bipartisan è in atto per azzittire la Procura di Palermo, che sta indagando su questi patti. Noi lo denunciamo.

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I dieci punti della Lista L’Altra Europa con Tsipras

di Luciano Gallino, Marco Revelli, Barbara Spinelli, Guido Viale

«Siamo radicali perché la realtà è radicale»
Alexis Tsipras

Quando diciamo che siamo per un’Altra Europa, la vogliamo davvero e non solo a parole. Abbiamo in mente un ordine politico nuovo, perché il vecchio è in frantumi e non può essere rammendato alla meno peggio. I nostri candidati, e i nostri europarlamentari, non s’accontenteranno più della risposta: «L’austerità ce l’impone l’Europa», oppure «Non ci sono i soldi». In soli due anni, tra il 2009 e il 2011, i governi UE hanno versato o dato garanzie alle banche private per oltre 4.000 miliardi di euro. E’ un loro dovere trovare 100 miliardi l’anno per ridurre la vergogna della disoccupazione. E’ anche un loro interesse, se mai volessero capire le lezioni degli anni ’20 e ’30, quando in Europa milioni di disoccupati senza speranza, artigiani senza lavoro, imprenditori falliti, esasperati dall’inettitudine dei loro governi, cedettero alle lusinghe dei regimi totalitari.

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Barbara Spinelli: salviamo l’Europa
dai conservatori e dagli euroscettici

Intervista di Stefano Feltri, «Il Fatto Quotidiano», 9 febbraio 2014

Ci sarà un momento per parlare di candidature, per discutere di quanto coinvolgere i partiti, per capire se la rinascita della sinistra italiana passa da Atene. Ma per ora Barbara Spinelli, editorialista di Repubblica , scrittrice, sempre europeista e sempre più critica, vuole parlare delle ragioni che hanno spinto lei e un gruppo di intellettuali a lanciare una lista italiana a sostegno della candidatura di Alexis Tsipras, capo del partito greco Syriza, alla commissione europea in vista delle elezioni di maggio.

Barbara Spinelli, lei ha contribuito a portare nella politica italiana un leader greco, Alexis Tsipras. Qual è il primo bilancio dopo la sua visita a Roma?

Ha riempito un vuoto. Sono rimasta stupita perché i grandi giornali hanno coperto pochissimo l’iniziativa, ma quando Tsipras era al Teatro Valle c’era la strada piena di gente che non riusciva a entrare. Per ora è un successo, ma è un’iniziativa molto difficile.

La cosa più complessa sembra inserirsi tra euro-scettici e forze moderate.

In Italia c’è una maggioranza molto critica dell’Europa ma che non la vuole sacrificare: i sondaggi parlano chiaro. Ed è così anche in Grecia. Tsipras è cambiato molto dalla campagna elettorale del 2012: ha fatto una vera evoluzione europeista, anche per tenere conto della volontà popolare. C’è una parte settaria della sinistra greca che è molto anti-euro, ma lui ha deciso di imporre una linea europeista.

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